L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del disegno di legge finalizzato all’attivazione di misure per «la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy» ha aperto le porte alla nascita di un nuovo indirizzo scolastico, il Liceo Made in Italy, che il Governo intende attivare entro l’anno scolastico 2024-2025 e che sostituirà progressivamente il Liceo delle scienze umane ad indirizzo economico-sociale (denominato LES). In realtà l’attenzione a questo orientamento non è nuova e costituisce parte integrante delle politiche economiche per «promuovere le conoscenze e le abilità connesse all’eccellenza dei prodotti e della tradizione italiana».
L’iniziativa si svolge in piena coerenza con la scarsa autonomia delle politiche scolastiche, un sintomo oramai cronicizzato nel modo italiano di ritenere la scuola non un motore per il cambiamento, l’innovazione e la ricerca, un luogo nobile per creare interconnessioni tra realtà virtuose e per fare rete, ma la cartina tornasole di altre politiche, estranee alla pratica scolastica quotidiana ed ai bisogni educativi espressi dagli alunni e dalle loro famiglie.
Con una profonda riforma del curricolo, il nuovo indirizzo sottrae alcune competenze trasversali, perseguite nell’approccio multidisciplinare e caratterizzato da forti interconnessioni tra il Diritto e l’Economia, le Scienze umane con taglio sociologico e di psicologia sociale, due lingue straniere, la statistica. La notizia della progressiva sostituzione del LES con il liceo del Made in Italy ha lasciato a bocca aperta docenti e alunni. Sopprimere il LES, facendolo confluire nel nuovo Liceo del Made in Italy, significa togliere alle famiglie e agli studenti la possibilità di una scelta in costante crescita, frutto di un decennio di attività di ricerca, progettazione e sperimentazione. Si tratta, infatti, di due percorsi non sovrapponibili per profilo formativo e obiettivi perseguiti. Il made in Italy si ispira al paradigma sovranista e nazionalista, il profilo dei LES mira a sensibilizzare sul consumo critico in un’ottica sostenibile e assume una fisionomia forte in seno all’impresa sociale. Il curricolo consente agli studenti di saper identificare il legame esistente fra i fenomeni culturali, economici e sociali e le istituzioni politiche, di comprendere i caratteri dell’economia come scienza delle scelte responsabili sulle risorse di cui l’uomo dispone e di affrontare le tematiche della sostenibilità economica e ambientale nel loro contesto transnazionale e globale.
Relativamente poi all’utilità di istituire un percorso liceale focalizzato sulla conoscenza del made in Italy, per promuovere l’eccellenza e il tipico del nostro paese, necessitano piuttosto percorsi più strutturati, ad esempio, in seno agli istituti professionali, agrari, agli indirizzi di moda e design. Occorre inoltre ricordare che il mercato richiede professionalità altamente qualificate nel marketing di impresa, dotate non solo di competenze manageriali, ma anche di conoscenze e competenze di mediazione linguistica e culturale idonee a garantire un efficace coinvolgimento degli operatori economici internazionali. I nuovi mercati, da cui è attesa la maggiore crescita dell’export italiano sono infatti la Cina, la Corea, Gli Emirati e la Russia. In questi anni in tutti i LES italiani sono stati compiuti sforzi enormi per affrancare questa opzione dalla sorella maggiore del liceo delle scienze umane, con significativi investimenti nelle attività di orientamento ed un buon incremento degli iscritti. Il consolidamento di questo indirizzo è stato promosso attraverso la costituzione delle reti LES regionali con l’avvio sia di iniziative formative di grande interesse rivolte ai docenti ed agli alunni, sia con esperienze di collaborazione con il mondo della finanza etica e gli organismi no profit per promuovere una cultura di impresa sana e solidale.
Questo indirizzo di studi possiamo ritenere abbia acquisito una identità ed una fisionomia forte nel panorama della scuola italiana grazie anche alla collaborazione avviata con il terzo settore presente nei territori. All’Istituto Regina Margherita di Palermo, scuola capofila della rete LES e che sta mobilitando le scuole del territorio nazionale, è stato costruito un circuito virtuoso con organismi impegnati come Libera, Moltivolti, Addiopizzo, il circuito dell’impresa sociale e delle botteghe artigianali che operano nel centro storico. In qualche misura è stato possibile, dentro pratiche concrete di animazione territoriale, coniugare l’economia con la cultura del lavoro e dei diritti, un tema che assurge a diventare nel tempo un must imprescindibile, una pratica di esercizio della cittadinanza insostituibile, soprattutto in aree territoriali difficili come i quartieri Ballarò e Albergheria. Per tutelare il LES i docenti dell’indirizzo di tutta la Sicilia, facendo rete con i colleghi del resto d’Italia, hanno scritto una lettera e presentato una petizione da fare sottoscrivere a tutta la comunità scolastica, ai genitori e anche gli studenti. Il documento verrà presentato a Roma agli organismi competenti.
“È un liceo – leggiamo nel documento – che dal 2010 ha riempito un vuoto nella scuola italiana introducendo una nuova possibilità di scelta per studenti e famiglie, un indirizzo liceale centrato sulle discipline giuridiche, economiche e sociali, capace di rispondere all’interesse per il mondo di oggi, per la comprensione dei complessi fenomeni economici, sociali, culturali e ambientali nella loro dimensione globale”.