La capogruppo di Sinistra Ecologista Alice Ravinale, insieme alle consigliere Tiziana Ciampolini (Torino Domani), Nadia Conticelli (Partito Democratico) ed Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS), ha depositato nelle scorse settimane un ordine del giorno con cui si chiede al Parlamento e al Governo, in sede di conversione del c.d. Decreto Lavoro, di non depotenziare il reddito di cittadinanza.
L’atto avente per oggetto “Per un reddito di cittadinanza equo e universale”, che sarà discusso durante il Consiglio Comunale di lunedì 5 giugno, si oppone al taglio del reddito di cittadinanza e richiede l’istituzione di un reddito minimo universale e inclusivo, conforme alle raccomandazioni del Consiglio e del Parlamento dell’Unione Europea e si inserisce nelle iniziative promosse dalla rete “Ci vuole un reddito”, lanciata a marzo che ad oggi conta 130 realtà locali e nazionali impegnate da anni nel contrasto alla povertà e all’esclusione sociale.
L’atto verrà discusso unitamente alla mozione a prima firma Ciampolini dal titolo “La povertà alimentare si fronteggia con il welfare di prossimità. facciamo evolvere le esperienze in atto con forme di amministrazione condivisa”, volta a rafforzare il sostegno all’accesso a beni primari come il cibo in questo frangente di crescente povertà.
“La scelta del Governo di smantellare il reddito di cittadinanza avrà conseguenze drammatiche sulla vita delle persone e sulla tenuta delle nostre comunità, a partire da quella cittadina: oltre il 60% dei torinesi e delle torinesi che percepivano il reddito è oggi escluso dalla misura, a fronte delle novità del Decreto Lavoro”, afferma la capogruppo di Sinistra Ecologista, Alice Ravinale, prima firmataria dell’ordine del giorno. “Il Decreto Lavoro è un attacco alle fasce più povere della popolazione, in quanto riduce la platea dei beneficiari di misure di sostegno al reddito e precarizza ulteriormente un già fragile mercato del lavoro. Il Governo – prosegue – colpisce i cosiddetti “occupabili”, muovendosi nel solco della retorica che colpevolizza chi un lavoro non ce l’ha e senza tenere conto dei milioni di lavoratrici e lavoratori poveri in questo paese, ovvero 1 su 10, che, in assenza di una legge sul salario minimo, pur avendo un’occupazione non riescono a garantirsi una vita dignitosa. Lo smantellamento del reddito di cittadinanza rappresenta un enorme problema per il welfare cittadino: basti pensare che prima dell’introduzione del reddito di cittadinanza la Città stanziava oltre 5 milioni per l’assistenza economica, oggi ridotti ad 800.000,00 Euro. Il Decreto Lavoro avrà un impatto rilevante anche sul bilancio cittadino, a danno di tutte e tutti”, conclude Ravinale.
“Mentre povertà, disuguaglianze e disagio sociale continuano ad aumentare, il Governo comprime l’unica misura di contrasto alla povertà che il Paese possiede. L’abolizione del Reddito di Cittadinanza andrà a incidere su efficacia e efficienza dell’intervento pubblico nel contenere il fenomeno della povertà: questa riduzione sembra avere come unico obiettivo quello di fare cassa e risparmiare sul supporto ai più fragili. Questa scelta non farà altro che aumentare le emergenze. Per superare le emergenze ci servono nuovi modelli di welfare. La leva più potente per generare diritti individuali, collettivi, sviluppo economico e lavoro è la costruzione di un rinnovato sistema di welfare e di coesione sociale, sostenuto da innovativi servizi pubblici ed esperienze di amministrazione condivisa che permettono concretamente di rifondare il contratto sociale tra cittadini e Istituzioni. Torino è famosa in tutta Italia per essere laboratorio sociale altamente innovativo, da decenni la Città e le realtà di Terzo Settore portano avanti sperimentazioni di avanguardia nel campo del welfare di prossimità, nella lotta alla povertà alimentare, nel welfare culturale. L’unico modo per dare senso a queste sperimentazioni è farle diventare nuove politiche pubbliche. Le scelte governative invece stanno riducendo le politiche sociali a interventi di benevolenza”, aggiunge Tiziana Ciampolini, capogruppo di Torino Domani.
“”L’Italia non può fare a meno di uno strumento di sostegno ai redditi”- sottolinea ancora la capogruppo del Partito Democratico Nadia Conticelli – “La povertà è cresciuta in questi anni, è necessario contrastarla e sostenere i cittadini più fragili e l’agenda sociale del Governo ci preoccupa perchè non va in questa direzione. Ignorare il problema crea tensioni e disagio sociale. La povertà non è una malattia e non è una colpa, può irrompere nella vita di ciascuno di noi, viviamo in un’epoca di fragilità imprevedibili. Affrontare la povertà significa prendere in carico la persona nel suo complesso e aiutarla rimettersi in piedi, a camminare con le proprie gambe. Si tratta di percorsi che non possono essere frazionati e a scadenza breve, perché rappresentano dei palliativi e non affrontano nel concreto la situazione reale delle persone. Le misure del Governo, oltre a disinvestire progressivamente sulla povertà e sulla parte più fragile della popolazione, rispondono ad una visione molto teorica e demagogica di colpevolizzazione della fragilità sociale. Per questo chiediamo un maggiore impegno a favore del sostegno del reddito e di una maggiore inclusione sociale. Uno stato civile non può abbandonare le persone che stanno attraversando un periodo di difficoltà economica, ma deve sostenerle e accompagnarle con un welfare adeguato. A Torino nel 2022 sono stati censiti 20mila poveri in più rispetto al 2019, anno che ha preceduto la pandemia. Gli enti e le associazioni sul territorio non possono da soli sostenere queste famiglie. E’ necessario affrontare la situazione con un approccio globale, attuando provvedimenti che affrontino il problema nella sua complessità”.
Conclude Elena Apollonio, di DemoS: “In città il 7% delle famiglie usufruisce del sostegno, il doppio rispetto a Milano e Bologna, il triplo di Firenze. I nuclei famigliari che percepiscono il Reddito di Cittadinanza a Torino nel 2022 erano il 7% del totale, con una crescita del 3,6% rispetto all’anno precedente. Il Piemonte ha chiuso il 2022 con un totale di nuclei famigliari beneficiari del Reddito di Cittadinanza di oltre a 76.000; mentre, il numero di persone riceventi la mensilità è di circa 160.000. In Piemonte il numero dei percettori di questo sostegno aumenta più che in altre regioni e provincie del Nord. Sintomo di un’inflazione che pesa sulle famiglie più fragili e che sta allargando la platea di persone con lavori precari e sottopagati. A Torino, inoltre, con l’arrivo degli sfratti, sarà un massacro sociale”.