“In Ucraina, antifascisti e comunisti vengono arrestati solo per essere comunisti e antifascisti, per il regime nazista è questo è il loro crimine”. Il dirigente del Partito Comunista Ucraino (KPU), Mikhail Kononovich lancia ancora una volta l’allarme sulle persecuzioni della sinistra in Ucraina, dopo l’arresto di un ex deputato comunista del consiglio comunale di Zaporozhye. Secondo la testata ucraina Strana, si tratta di Yuri Petrovsky, un esponente di spicco dell’antifascismo ucraino.
Nel 2014 si era unito alle proteste anti-Maidan ed era stato immortalato mentre dava alle fiamme un fantoccio Stepan Bandera raffigurato con la fascia delle SS al braccio. La mattina di lunedì 29 maggio 2023, i servizi di sicurezza ucraini (SBU) hanno comunicato il suo arresto sui propri canali ufficiali. Le accuse degli agenti del controspionaggio sono pesantissime: spionaggio per conto dei servizi russi (FSB) e correzione del fuoco.
In particolare Petrovsky sarebbe stato reclutato a fine 2022 dal FSB e avrebbe costruito una rete informativa con i compagni di partito. Così avrebbe raccolto dati e immagini sugli obiettivi strategici da bombardare, li avrebbe fotografati e poi inviato informazioni sui punti colpiti dai raid russi. Così, secondo l’intelligence ucraina, sarebbe responsabile dei bombardamenti di aprile e maggio su Zaporozhye, durante i quali sono morti 3 civili.
Sulla base di questi sospetti è stato arrestato per tradimento, art.111 parte 2 del codice penale ucraino. Con la legge marziale rischia oltre 10 anni di carcere. Le immagini delle prove sequestrate nel suo appartamento lasciano però pochi dubbi sulla natura politica della sua persecuzione: ad incastrarlo sono le bandiere dell’URSS e del suo partito, i nastri di San Giorgio, busti di Lenin e altre personalità sovietiche, libri e altro materiale comunista. In Ucraina è sufficiente questo per essere accusati di spionaggio dall’SBU e finire in cella.
“A parte le fotografie della bandiera e la tessera del Partito Comunista dell’Ucraina, non ci sono prove di colpevolezza. È stato arrestato solo perché era comunista. In Ucraina, criminale e comunista o antifascista sono sinonimi – significano la stessa cosa per il regime. Questo per quanto riguarda la democrazia in stile ucraino e il regime “democratico” di Zelensky”, commenta Mikhail Kononovich.
Con il suo curriculum politico Petrovsky è il capro espiatorio perfetto da dare in pasto all’opinione pubblica, a cui attribuire la colpa dei bombardamenti e delle morti di civili. Eletto a giugno del 2015 nel consiglio comunale di Zaporozhye, dove è rimasto in carica fino alla messa al bando del KPU, è stato membri delle organizzazioni “Unione degli ufficiali sovietici” e “Reggimento immortale”. Per il suo attivismo è finito sulla famigerata black list Myrotvoretz, legata all’estrema destra ucraina, in cui viene accusato di cospirazione e tentato golpe nel 2001.
Il suo arresto avviene in un momento di recrudescenza delle persecuzioni di civili. Lo scorso 17 maggio sei giovani di Kiev sono stati arrestati per aver ripreso e diffuso sui social le immagini dei bombardamenti della città. Anche loro sono stati accusati di essere correttori di fuoco. Basta poco, dunque, per diventare vittime di una vera e propria caccia alle streghe.