La fortezza Europa sta uccidendo decine di migliaia di persone, uomini, donne e bambini. L’ossessione dell’invasione delle migrazioni, la sua creazione e strumentalizzazione per fini politici e di potere, assieme all’incapacità (forse anche questa strumentale) di definire ed applicare una politica migratoria lungimirante ed umana, si traducono in tragedie quotidiane e in una ipocrisia continua rispetto ai valori europei, enunciati ma traditi.
Per questo sosteniamo e invitiamo a diffondere la seguente iniziativa di raccolta di un milione di firme a livello europeo per obbligare l’Unione europea a legiferare in modo da modificare le misure che ledono i diritti umani alle frontiere, negli accordi con i paesi terzi e nell’accoglienza: si tratta dell’iniziativa dei cittadini europei (ICE) volta a fermare la violenza alle frontiere: Stop alla violenza alle frontiere (stopborderviolence.org).
Riprendiamoci l’Europa. Fermare la violenza alle frontiere
“L’Unione Europea si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà”, si legge nel preambolo della Carta dei diritti fondamentali dell’UE.
Per anni, tuttavia, abbiamo assistito alla continua e sistematica violazione di questi principi. Esempi innegabili di ciò sono: la militarizzazione e l’esternalizzazione delle frontiere interne ed esterne, le deportazioni brutali, la violenza all’interno degli Stati membri e nei paesi terzi con cui l’Europa ha concluso accordi per impedire ai richiedenti asilo di entrare nel territorio europeo. In Croazia, Francia, Grecia, Italia, Spagna, ma anche in Libia e Turchia, i diritti umani sono spietatamente sospesi da qualche tempo. Gli abusi e la violenza sono diventati la caratteristica dominante della governance europea nell’affrontare la migrazione.
Il nostro status di cittadini europei ci impone di agire ed esigere dall’Europa di ridare senso alle solenni parole firmate nel 2000 a Nizza dai capi di Stato e di governo dei nostri Paesi.
E’ tempo di unirsi in un’azione politica comune per tutti coloro che si oppongono alle violazioni dei diritti fondamentali, alla tortura, agli abusi di persone indifese, colpevoli solo di cercare una vita dignitosa e una speranza per il futuro, lontani dai loro paesi d’origine.
Chiediamo innanzitutto all’Unione Europea:
di intraprendere azioni concrete, volte a garantire il pieno rispetto da parte dei suoi membri dell’articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE, che impone l’obbligo non solo di sopprimere, ma anche di prevenire la tortura, i trattamenti inumani e degradanti contro TUTTE le persone.
Chiediamo la protezione dei migranti o dei richiedenti asilo:
- l’istituzione di meccanismi di monitoraggio per individuare e fermare le violazioni dei diritti fondamentali e gli atti che violano la dignità umana, sia alle frontiere che all’interno dello spazio comune europeo;
- il ritiro dagli accordi internazionali sul controllo dei flussi migratori con paesi terzi colpevoli di gravi violazioni dei diritti umani e NON concludere tali accordi in futuro;
- la definizione di norme minime di accoglienza applicabili a tutti gli Stati membri e per l’intero periodo di soggiorno delle persone nel loro territorio;
- la possibilità di sanzioni specifiche in caso di violazione delle norme dell’UE.
Grazie all’ICE (Iniziativa dei cittadini europei), un milione di cittadini che vivono in almeno un quarto degli Stati membri chiederanno alla Commissione Europea di intraprendere un’azione legislativa. Abbiamo incentrato la nostra richiesta sul rispetto dell’articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Come cittadini europei, diciamo: basta con la negazione da parte dei nostri governi dei valori espressi nella Carta fondante dell’Unione.
Nell’ambito delle giurisdizioni concorrenti dell’UE – definite all’interno del settore “Spazio di libertà, sicurezza e giustizia” dove l’art. 78 del TFUE fa riferimento ai settori di competenza riguardanti le politiche relative ai controlli alle frontiere, all’asilo e all’immigrazione – il nostro obiettivo è l’adozione di strumenti legislativi adeguati per garantire l’effettiva applicazione dell’articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE e il divieto dell’uso della violenza, della tortura e di trattamenti inumani e degradanti nel controllo delle frontiere dell’UE e all’interno dei paesi terzi con cui le istituzioni europee oppure uno o più Stati membri hanno concluso accordi volti a limitare l’ingresso in Europa di migranti e richiedenti asilo, nonché all’interno degli stessi Stati membri nella gestione dell’accoglienza, prevedendo sanzioni in caso di mancato rispetto degli obblighi stabiliti.
Oggetto, obiettivi e contesto
L’articolo 4 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea recita: “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.
Negli ultimi anni c’è stata un’escalation di violenza contro i migranti che è intollerabile per le coscienze europee, in aperto contrasto con i principi fondamentali dell’UE. Rapporti di organizzazioni come UNHCR, Amnesty International e Human Rights Watch, inchieste giornalistiche e numerose testimonianze delle vittime stesse raccontano di torture, stupri e minacce nei centri di detenzione della Libia, Paese con cui l’Italia ha stretto accordi per controllare le partenze; condizioni estremamente degradanti nei campi in Grecia e Bosnia, dove il sovraffollamento, la mancanza di cure mediche e di assistenza mettono a rischio la vita dei più vulnerabili; l’uso sproporzionato della forza e i ripetuti episodi di tortura da parte della polizia croata contro i richiedenti asilo alle frontiere con la Serbia e la Bosnia; situazioni di detenzione illegale di migranti in diversi paesi dell’UE o finanziati dall’UE, respingimenti violenti lungo tutte le frontiere d’Europa e sospensione di fatto del diritto di chiedere asilo.
L’ICE chiede l’intervento dell’UE – nell’ambito delle proprie giurisdizioni concorrenti definite nel settore “Spazio di libertà, sicurezza e giustizia”, dove l’art. 78 del TFUE fa riferimento alle competenze sulle politiche relative ai controlli alle frontiere, all’asilo e all’immigrazione – per porre fine a queste continue e ripetute violazioni di un principio fondamentale dell’Unione Europea, espresso nell’articolo 4 della CDFUE, affinché i migranti e/o i richiedenti asilo siano protetti: 1- quando si entra nello spazio comune europeo attraverso la regolamentazione delle attività di controllo delle frontiere e la previsione di sanzioni specifiche per i paesi che violano apertamente il divieto dell’uso della violenza; 2- all’interno di Paesi terzi, extra UE, nell’ambito di operazioni finalizzate alla c.d. “esternalizzazione delle frontiere” attraverso la previsione di specifiche sanzioni per i Paesi membri che concludono accordi che non prevedono il controllo del rispetto dell’art. 4); 3- nella definizione di standard di accoglienza all’interno dell’area dei Paesi europei per l’intero periodo di permanenza sul territorio attraverso la previsione di specifiche sanzioni per i Paesi che siano coinvolti, attraverso l’utilizzo dei propri organi e/o forze di polizia, in violazioni dei diritti dei migranti o richiedenti asilo.
Vogliamo raccogliere un milione di firme per costringere la Commissione Europea a garantire e applicare quanto previsto dall’art. 4 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.
L’iniziativa è stata registrata dalla Commissione Europea il 12 gennaio 2023. Con questa iniziativa, noi cittadini europei rivendichiamo il nostro diritto a essere governati secondo civiltà e legalità. La raccolta delle firme inizierà il 10 luglio 2023. Invitiamo la più ampia partecipazione e diffusione in tutta l’Unione Europea.
Sostieni l’iniziativa registrati in https://www.stopborderviolence.org/