La costruzione del nuovo Ospedale di Torino nord-ovest è necessaria ed improrogabile. Il nuovo ospedale unirebbe in un’unica e nuova struttura due presidi, il Maria Vittoria e l’Amedeo di Savoia, entrambi con evidenti problemi strutturali e logistici.
La struttura del Maria Vittoria è fatiscente e vetusta: sono necessari spazi ulteriori per il Pronto Soccorso e per tutti i reparti di degenza.
Mancano aree dove isolare i pazienti infettivi, studi medici adeguati, spazi per il colloquio con i pazienti ed i loro parenti.
L’Amedeo di Savoia sconta invece l’assenza di servizi che sarebbero indispensabili, soprattutto per i pazienti con quadri clinici acuti ed instabili ricoverati: sarebbero necessari almeno una radiologia e una rianimazione attivi H24, che attualmente non ci sono. I pazienti, per esempio, per eseguire una TC d’urgenza di notte devono essere trasferiti con disagio e rischio clinico non indifferente ed esponendo i sanitari a un aumento di eventi avversi.
Non ci esprimiamo sulla scelta dell’area da destinare alla costruzione del nuovo ospedale, oggetto di acceso dibattito, o sull’opzione più complessa della ristrutturazione perché siamo un sindacato di medici e dirigenti sanitari, non di urbanisti. Tuttavia chiediamo che le scelte, per quanto urgenti, derivino da accurate analisi e da valutazioni eseguite dai migliori professionisti, siano condivise e trasparenti. Come altresì siamo convinti che la tutela dell’ambiente sia fondamentale per la prevenzione della salute di una comunità.
Chiediamo invece che i sindacati, in qualità di rappresentanti dei lavoratori, siano consultati e coinvolti nella progettazione della struttura. Abbiamo ben chiari i quotidiani disagi legati a spazi mal pensati, servizi mal collegati e aree necessarie ma inesistenti. Perché sappiamo quali difficoltà vivono i pazienti, quali sono le loro richieste.
Perché se le scelte architettoniche sono a favore del lavoratore, si lavora meglio.
Per esempio, pensiamo che in un nuovo ospedale, sia indispensabile prevedere:
• Che gli spazi sotterranei non siano adibiti a sale visita o diagnostiche.
• Parcheggi adeguati al numero dei dipendenti sanitari e per l’utenza attesa.
• La radiologia al piano del Pronto Soccorso e a esso contigua.
• Locali adeguatamente illuminati, areati, con possibilità di isolare pazienti.
• Camere condizionate, con non più di due letti, dotate delle nuove tecnologie di purificazione dell’aria, per ridurre al minimo il rischio di infezioni aeree nosocomiali.
• Asilo nido aziendale.
• Basso consumo energetico, ecosostenibilità.
• Sale mediche e infermieristiche accoglienti e spaziose.
Infine, chiediamo rassicurazioni che:
• Il finanziamento sia pubblico e non privato;
• Le strutture dismesse vengano destinate ad un utilizzo non speculativo ma per la comunità, anche alla luce dei costosi interventi di ristrutturazione in programma;
• L’area sia ben collegata con il trasporto pubblico locale;
• Il progetto si inserisca in una complessiva valutazione dell’edilizia sanitaria della città.