In occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa, Amnesty International ha reso nota una nuova indagine sull’uso del software “Pegasus”, prodotto dall’azienda israeliana NSO Group, ai danni dei giornalisti.
La nuova indagine, che porta ad almeno 18 gli stati in cui “Pegasus” è stato usato per spiare i giornalisti, riguarda Nuria Piera, una giornalista investigativa della Repubblica Dominicana che da decenni segue casi di corruzione. Dal 2020 al 2021 il suo i-phone è stato infettato da “Pegasus” tre volte. Nella stessa regione, il software aveva colpito ripetutamente giornalisti e difensori dei diritti umani anche in Messico ed El Salvador.
Nel periodo in cui è stata spiata con “Pegasus”, Nuria Piera si stava occupando di un caso di corruzione riguardante alti funzionari del governo e familiari dell’ex presidente, su cui in seguito la magistratura avrebbe avviato indagini.
“Ti devi impegnare a fondo per non diventare nevrotica, perché c’è sempre il sospetto che qualcuno abbia informazioni su di te. È come camminare sulle sabbie mobili. Perdi il senso della tua libertà, senti di non poter più parlare liberamente. A volte non capisci se vogliono colpire direttamente te oppure i tuoi cari per farti smettere di lavorare e questo ti fa sentire ancora più responsabile”, ha raccontato Nuria Piera ad Amnesty International.
“In uno stato, come la Repubblica Dominicana, in cui i giornalisti e i difensori dei diritti umani denunciano da tempo di essere sottoposti a una pesante sorveglianza, la comparsa di ‘Pegasus’ getta ancora maggiore allarme. Chiediamo alle autorità dominicane di indagare immediatamente e garantire che non vi saranno ulteriori casi del genere”, ha dichiarato Elina Castillo Jiménez, ricercatrice di Amnesty International sulla sorveglianza digitale.