La polizia ha respinto con forza i manifestanti pacifisti che venerdì sera hanno protestato davanti alla base di Decimonannu, a poco più di 20 chilometri da Cagliari, contro le tre grandi esercitazioni militari in corso in Sardegna: “Mare aperto”, “Noble Jump” e “Joint Stars”. Al fine di impedire ai trecento partecipanti di avvicinarsi al poligono, le forze dell’ordine hanno anche fatto uso di idranti e lacrimogeni. Diversi i militanti identificati, ma nessun ferito.
Durante il corteo, alcuni manifestanti hanno lasciato il percorso prestabilito (da Villassor al cancello di ingresso al poligono), dirigendosi verso una strada sterrata che conduce ai reticolati di delimitazione dell’area militare. L’obiettivo era quello di tagliare le reti, come simbolo dell’opposizione all’occupazione militare della regione. La polizia, dotata di attrezzature antisommossa, ha tentato di fermare il gruppo utilizzando idranti e lacrimogeni, riuscendo infine a respingerli. Nelle stesse ore in cui andava in scena la protesta, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si trovava a bordo della Cavour, ammiraglia della Marina militare, che stava intraprendendo le manovre navali nella cornice di una delle maxi-esercitazioni oggetto della protesta.
Tra le operazioni contro cui gli antimilitaristi puntano il dito, la prima a partire è stata la “Mare Aperto 2023“, che fino al 6 maggio coinvolgerà un contingente di 6.000 soldati provenienti da 23 paesi (tra cui 12 membri della NATO e 11 partner), 41 unità navali e aeree, reparti della Brigata Marina San Marco, incursori e subacquei. Negli scorsi giorni è poi iniziata l’operazione militare “Noble Jump 2023“, vedrà la partecipazione di otto Paesi NATO in una simulazione di soccorso congiunto verso uno Stato alleato sotto attacco: l’inizio dell’esercitazione, che si chiuderà il 14 maggio, ha provocato la chiusura delle principali strade sarde, interessando gli aeroporti di Cagliari-Elmas, Decimomannu e Alghero, con l’impiego di 3.000 soldati e settecento mezzi militari (terrestri, aerei e navali). In ultimo, dall’8 al 26, la avrà luogo la “Joint Stars“, che vedrà impegnati 4.000 uomini e 900 mezzi militari.
«Noble Jump dimostra che la Nato è pronta a difendere gli alleati – ha detto William Urban, capitano di Marina del comando alleato di Napoli -. È una dichiarazione della nostra determinazione e delle nostre capacità». L’obiettivo di Joint Stars, afferma invece un comunicato del ministero della Difesa, è quello di «testare unità e assetti delle forze armate nazionali per operazioni di difesa del territorio nazionale e dell’Alleanza atlantica». Infatti, «l’evento addestrativo verterà prima su una risposta civile a una crisi umanitaria e di sicurezza pubblica e poi su una successiva risposta militare interforze e multinazionale in aderenza all’articolo 5 del Trattato del Nord-Atlantico, che stabilisce il principio di difesa collettiva in caso di aggressione a uno dei paesi alleati». Il nesso tra l’imponente schieramento di forze militari in Sardegna e la situazione in Ucraina – specie alla luce della presenza sul “campo” del ministro Crosetto – risulta piuttosto evidente.