“Ancora tuona il cannone
Ancora non è contento
di sangue la belva umana”
La guerra continua a dettare la linea politica delle cancellerie del nostro continente. Nessuna iniziativa diplomatica è messa in campo per far cessare il massacro. Da ogni mass media (con rare e lodevoli eccezioni) si sprigiona a cannoniere unificate l’idea che la guerra terminerà solo con altra guerra. Per questo l’Ucraina è inondata di armamenti sempre più potenti mentre la spesa militare globale – già raddoppiata nel ventennio 2001/2021- ha trovato nell’ultimo anno un balzo in avanti senza precedenti.
Di contro il mondo reale continua ad andare alla deriva con i morti nel Mar Mediterraneo, le tante guerre dimenticate (l’ultima, quella in Sudan), le carestie crescenti, i morti per malattie curabili perché privati dei medicinali salvavita, la fuga da interi Paesi per sfuggire a conflitti, dittature, persecuzioni e agli effetti catastrofici dei cambiamenti climatici.
I movimenti per la pace sono stati in questi 15 mesi uno dei pochi punti razionali dell’umanità. Questa parola “pace” che non trova cittadinanza nelle riunioni dei governi e dei parlamenti, non significa sostegno a chi invade violando diritto internazionale ed umanitario, ma significa riportare il conflitto dentro il tavolo negoziale, riproporre la via diplomatica come unica possibile. Perché questi 15 tragici mesi di sangue ci hanno già dimostrato che non esiste soluzione militare del conflitto, né Russia né l’Ucraina potranno vincere la guerra, tanto più se si oserà attraversare la fatidica linea rossa del ricorso all’arma nucleare.
Un Ponte Per, da sempre dalla parte delle vittime dei conflitti, lavora/si impegna insieme a Reti ed associazioni che come noi condividono l’urgenza e la necessità di agire per fermare la guerra, per costruire ponti con le società civili dei Paesi in guerra, sostenendo disertori ed obiettori di coscienza e al contempo l’aiuto umanitario verso le popolazioni colpite dalle bombe e dalle devastazioni.
E’ tempo di tornare in piazza per far sentire la voce della maggioranza del popolo italiano che non vuole la guerra ed è contraria alla politica di riarmo.
Per questo ci appelliamo alle forze democratiche, alle Ong, alle Reti di cui facciamo parte affinché questo maggio diventi un mese di mobilitazione per la pace e per fermare la carneficina. Il 7 maggio saremo con la “Staffetta per l’umanità” che collegherà l’Italia da Aosta a Porto Palo proposta da Servizio Pubblico e da un appello di artisti, intellettuali, uomini di cultura e del mondo dell’informazione. Il 7 maggio saremo anche alla marcia Bergamo-Brescia che unirà le due città capitale italiana della cultura.
Il 21 maggio saremo inoltre alla Marcia Perugia-Assisi che quest’anno si svolgerà in primavera cercando di coinvolgere le scuole e il mondo giovanile e di ricordare a tutti/e il valore fondativo del ripudio della guerra sancito dall’art.11 della Costituzione.
Riprendiamo il cammino della mobilitazione, non arrendiamoci a chi dice che la guerra si combatte solo con la guerra.
Il Comitato Nazionale di UN PONTE PER