Mentre si continua a deliberare per aumentare la produzione, l’acquisto e l’invio di armi, sempre di più e sempre più potenti, e a fomentare il conflitto bellico tra Ucraina e Russia avvicinando l’umanità intera alla catastrofe nucleare, oggi 26 aprile la Prima Ministra Meloni ha tenuto a Roma una conferenza bilaterale per la ricostruzione dell’Ucraina. Infrastrutture, energia, salute, digitale, siderurgia: un piano che coinvolge 1000 imprese e 400 miliardi. L’area di competenza individuata per l’Italia nella ricostruzione comprende la regione del Donetsk, di cui si acquisirà il controllo solo in seguito all’agognata «vittoria militare». Questa vittoria dovrebbe nascere dalla contro-offensiva di maggio, resa possibile dai cacciabombardieri, dai carri armati, dalle artiglierie standardizzate, etc., forniti dalla NATO all’esercito ucraino.
Economia di guerra: armi, distruzione, devastazione ecologica, rifiuti, nuovo cemento, nuovi appalti per la ricostruzione… e i soldi girano, i soldi girano.
Centinaia di migliaia di morti?? Milioni di sfollati?? Disastro ecologico?? Bambine e giovani privati della loro fanciullezza e violentati dall’orrore?? Effetti collaterali. Nulla che sembri preoccupare i governi.
Eppure ci sono realtà pacifiste e nonviolente che sostengono che la salvaguardia del diritto alla vita e alla pace è assoluto e primario su tutto e pretende il cessate il fuoco subito e senza condizioni.
Realtà che intendono dare voce alla stragrande maggioranza del popolo italiano, dei popoli europei e mondiali e continuano a:
- sostenere che la guerra è un confronto primitivo e barbarico e che sedersi ai tavoli dei negoziati è possibile e doveroso. Nella commemorazione della Giornata della Liberazione, ieri 25 aprile, queste organizzazioni insieme a tante altre hanno inviato un appello a tutti i governi dei Paesi coinvolti nelle decisioni che riguardano l’umanità intera affinché rispettino la preminenza del diritto alla vita delle persone e dei popoli e quindi affinché si adoperino al limite delle loro forze e possibilità per avviare iniziative diplomatiche volte all’apertura di un dialogo tra TUTTE le parti coinvolte, per arrivare ad una Pace durevole e condivisa;
- ricordare che oggi, 26 aprile, ricorre l’anniversario della tragedia di Chernobyl e che è inaccettabile che si possa consapevolmente correre il rischio di un conflitto nucleare o che si possa anche solo rischiare un incidente combattendo in zone vicine alle centrali nucleari;
- puntualizzare che lo scopo delle Nazioni Unite è «liberare i popoli dal flagello della guerra» attuando il disarmo e tutelando i diritti umani fondamentali;
- ribadire l’urgenza dell’attuazione della risoluzione ONU 1325 che promuove il ruolo protagonista delle donne nei processi di sicurezza, promozione e mantenimento della pace, denunciando un’attuazione distorta in senso militarista dell’agenda «Donne, pace e sicurezza»;
- chiedere la ratificazione da parte di tutti gli stati e principalmente di quelli detentori di armi nucleari del Trattato di proibizione delle armi nucleari, entrato in vigore nel 2021.
Ma le realtà che oggi hanno tenuto la conferenza stampa al Giardino dei Giusti della diplomazia, di fronte al Ministero degli esteri, alla Farnesina, oltre che denunciare e fare appello ai governi, che continuano sordi a dirottarci verso l’abisso, si sono rivolti soprattutto alle persone, alla società civile, che ha l’obbligo morale e la responsabilità di destarsi, di alzarsi, di obiettare e camminare.
L’invito è a non farsi convincere che non c’è alternativa alla guerra, a non placarsi la coscienza facendosi persuadere che non si può far nulla per arrestare la catastrofe e l’orrore, per non ripetere la sciagura di una guerra mondiale, stavolta per di più con ordigni nucleari.
L’invito è ad unirsi a varie iniziative, come l’obiezione di coscienza da fare sin da ora, l’obiezione o opzione fiscale, il referendum abrogativo “Italia per la pace” in favore della sanità pubblica e contro l’invio di armi in Ucraina; appoggiare una riforma della scuola ispirata a una coerente applicazione della Costituzione, educando al ripudio della guerra al fine di conseguire un ordine internazionale di pace e giustizia tra i popoli; coltivare una coscienza ecologica planetaria; lavorare per la partecipazione democratica e per una economia di solidarietà e cooperazione; promuovere il dialogo e l’incontro tra le culture.
Il prossimo appuntamento sarà per tutte e tutti la Staffetta dell’umanità da Aosta – Lampedusa, l’iniziativa promossa da «Servizio pubblico» di Michele Santoro: «Camminare insieme il 7 maggio unirà l’Italia contro la guerra e riaccenderà le speranze di pace».
Tuttavia, è stato ribadito più volte nella conferenza stampa che non ci si può limitare a sporadiche manifestazioni. Già sono diversi gli appuntamenti lanciati in convergenza e risonanza in Italia e nel mondo. E’ fondamentale appoggiare tutte le iniziative promosse da un cammino coerente di Pace e Nonviolenza e prendere la Pace nelle nostre mani: portare la Pace in sé e agli altri ogni giorno, tutti i giorni attraverso la nonviolenza attiva.
Il video della conferenza stampa www.radioradicale.it/scheda/696477/primo-knon-distruggere-le-proposte-alternative-degli-eco-pacifisti-esigenti
Hanno partecipato:
- Alfonso Navarra, portavoce dei Disarmisti Esigenti
- Ennio Cabiddu, Lega per il disarmo unilaterale, Comitato Stop RWM
- Patrizia Sterpetti, WILPF Italia
- Guido Ruotolo e Daniele Ognibene di Servizio Pubblico
- Cristina Rinaldi, Comitato Pace e non più guerra
- Cosimo Forleo, Per la scuola della Repubblica
- Federica Fratini, Convergenza Nonviolenta – Europa per la Pace