Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha dichiarato che Barack Obama “quando dice che Venezuela è una minaccia alla loro sicurezza si sbaglia”, perché in realtà “deve considerare tutti i popoli della Grande Patria una minaccia per il sistema capitalista, perché non si può più rubare come prima” in “questo cammino di liberazione che abbiamo intrapreso”. Evo l’ha espresso in una intervista telefonica con Telam, nella quale ha manifestatoil suo appoggio forte al governo di Nicolas Maduro e ha condannato le misure di Obama..
“Quest’aggressione politica alla sovranità e i loro attacchi con caratteristiche economiche non hanno altro obbiettivo che attaccare il processo di liberazione che viviamo”, ha dichiarato MoralesNon possono più rubare.
Il Presidente della Bolivia ha valorizzato anche “il forte processo di integrazione” che stanno sviluppando i paesi della regione già da una decade, mentre dall’altra parte “il capitalismo traballa non solo nel sociale, ma anche economicamente”.
“Debbono comprendere una volta per tutte che abbiamo il diritto di liberarci e controllare le nostre risorse. Questo è stato ed è qualcosa di fondamentale per tutti i nostri paesi e sopratutto per la Bolivia, perché già non siamo il cortile di nessuno, come diceva Nestor Kirchner”, ha detto il presidente.
In pariticolare Morales ha evocato con emozione la figura dell’expresidente argentino e ha assicuratoche uno dei suoi “più grandi ricordi” riguardano il IV summit delle Americhe svoltosi a Mar de Plata il 4 novembre 2005, noto come il summit del NO al ALCA.
“Ho sempre presente il dibattito dell’ALBA, o area del libero guadagno del capitalismo, come ne parlavamo con Nestor Kirchner. Quella posizione forte comune fu fondamentale, per questo sempre ricordo quando Kirchner diceva che non eravamo il cortile, mi sa che non deve essere piaciuto molto a Stati Uniti e Canada”.
Crescita di Unasur
Contemporaneamente il presidente ha sottolineato a crescita che da quel momnto ha avuto la Unasur , organismo che punta al fatto che “diventiamo forti non per invadere paesi, ma per promuovere la pace e la giustizia sociale”.
“Gli Stati Uniti e il Canada potrebbero unirsi a noi, ma se non vogliono, non devieremo il cammino iniziato”, ha detto riferendosi al prossimo summit delle americhe che avrà luogo l’11 e 12 aprile in Panama.
Rispetto all’incontro, oltre ad affermare nuovamente il suo appoggio al Venezuela, si è detto impaziente di incontrarsi con la presidentessa Cristina Fernandez de Kirchner, “per continuare ad avanzare con la forte relazione che unisce i nostri due paesi”.
Fine del dibattito chiuso
D’altra parte, tenendo conto “degli importanti temi da dibattere in questo summit”, il Presidente di Bolivia ha affermato la necessità che “si finisca con i dibattiti chiusi tra presidenti”, dato che “è fondamentale che i popoli ci ascoltino, finiamola con queste chiacchere nascoste”.
Evo Morales, poi, ha assicurato che segue con attenzione “le notizie di attualità di tutti i paesi fratelli”, e che la intervista con Telam “è una buona opportunità per stare in contatto con i fratelli argentini”.
Traduzione dallo spagnolo di Stefano Colonna