Gian Carlo Caselli, ex magistrato, oggi 83enne, da tempo scomparso dalla scena televisiva, ha cercato e trovato l’occasione, con un paio di commenti, di attirare intorno a sé un minimo di attenzione seppur in senso negativo per delle esternazioni prima sul “caso Cospito” e il 41 bis [vedi note 1, 2, e 3] e poi sulla questione dei dieci ex appartenenti alle Brigate Rosse di cui di recente la Francia ha definitivamente negato l’estradizione in Italia per scontare l’ergastolo qui comminato [4].
Tali esternazioni hanno provocato reazioni di stizza da più parti del mondo civile.
Pesante giudizio di Gaetano Giangrande su Gian Carlo Caselli
Gaetano Giangrande di Progetto “Democrazia partecipata”, ad esempio, ha sostenuto che « seppur queste persone abbiano studiato per divenire magistrati, nessuno studio normativo può abbattere l’umanità e il rispetto della persona » [5].
E, poi, ancora, ha fatto riferimento al noto doppiopesismo della stampa italiana sul tema: « se una cosa del genere fosse successa in Ungheria o in un paese sostanzialmente dittatoriale, avremmo sicuramente assistito allo sbigottimento dei grandi giornaloni Gedi o ad articoli pietosi di “giornalisti” come Lirio Abbate ».
« Per loro viene leso solo nel momento in cui viene intaccata la nostra “Nazione” ».
Gaetano Giangrande ha concluso menzionando la famosa testo della poesia di Niemoller – ed erroneamente attribuito a Brecht -: « oggi la farei continuare così ” vennero i terroristi e non dissi niente, perché erano brutti, sporchi e cattivi ».
Il Riformista: Gian Carlo Caselli non digerisce i Diritti Umani
In verità esiste anche stampa che contesta apertamente le affermazioni di Gian Carlo Caselli.
Un esempio è Il Riformista.
Tale giornale così bolla il Caselli-pensiero:
« Caselli non sembra digerire l’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti umani, richiamato dai giudici parigini per tutelare i diritti acquisiti nel corso della pluridecennale permanenza sul suolo francese dei dieci esuli italiani » [6].
E, ancora, la « concezione Caselli antepone la “punizione infinita”, per altro strettamente limitata ai reati di natura politica e di contestazione sociale, secondo una visione etica dello Stato molto vicina ai presupposti culturali dell’attuale maggioranza di governo, a cui senza dubbio può dare molte lezioni ».
Due risposte, quella di Progetto “Democrazia partecipata” e quella de Il Riformista, non solo a Gian Carlo Caselli ma a quanti vedono il carcere non come strumento di riabilitazione ( evidentemente già avvenuta per gli ex BR ) ma come “discarica” per soggetti fuori dalle norme della società capitalista.
–
Fonti e Note:
Sul “caso Cospito” e il 41 bis, Gian Carlo Caselli ha sostenuto:
[1] « strumento fondamentale che ha salvato la democrazia » anche se « si potrebbe avviare un confronto, per capire se questa misura sia necessaria anche “oltre il perimetro dei boss”». Il Sussidiario, 9 marzo 2023, “41 bis, ex magistrato Caselli: È fondamentale Anarchici? Clima da anni di piombo”.
[2] « E’ essenziale, è stata una carta vincente e rinunciarvi sarebbe una follia », anche se « si può discutere di toglierlo a chi non è mafioso », Torino Oggi, 27 marzo 2023, “41 bis, l’appello dell’ex procuratore Caselli: Non venga abolito per i mafiosi”.
[3] Alfredo Cospito deve smettere di fare « l’influencer delle istanze dei mafiosi ». Leggo, 5 febbraio 2023, “«Cospito, una tempesta perfetta: lo hanno trasformato in influencer delle richieste dei mafiosi»”.
[4] Sul caso degli ex BR, Gian Carlo Caselli accusa la Corte Costituzione francese di « supponenza, arroganza » e di aver preso « decisioni che hanno poco a che fare con la logica e il buonsenso ». AskaNews, 29 marzo 2023, “Caselli: con i 10 Br la grandeur della Francia si è trasformata in arroganza”.
[5] Osservatorio Repressione, 3 aprile 2023, “La Giustizia in Italia è morta”.
[6] Il Riformista, 31 marzo 2023, Paolo Persichetti, “I giudici francesi hanno dato una lezione di diritto agli ultrà delle manette”.