« Poste Italiane? Sfruttamento vergognoso e inaccettabile ». Lo dichiara Carmine Pascale, uno dei tanti postini, portalettere sfruttati e, in sostanza, ricattati, da Poste Italiane con contratti a tempo determinato. Contratti che si rinnovano di mese in mese ( ma al massimo per 12 mesi, poi basta! ) se … stai zitto e lavori. E così nascono anche gli « straordinari fantasma ».
E’ meglio però raccontare la storia di Carmine Pascale dalla fine.
L’ex postino chiude infatti il suo sfogo con un’importante considerazione: « il contratto a tempo determinato è l’elemento chiave della scena. Il ricatto sociale del lavoro precario schiaccia i diritti dei lavoratori ».
La storia.
La denuncia dell’ex postino: lavoro non pagato, consegne sotto la pioggia
Poste Italiane si è da tempo amazonizzata, ma non è una novità.
Consegna posta e pacchi fino a tardi. I contratti tra il gigante americano del commercio online e l’azienda italiana consente probabilmente margini minimi e a farne le spese sono i lavoratori a cui sembra vengano di fatto richieste prestazioni di lavoro straordinario non pagato e, soprattutto, lavoro in precarie condizioni di sicurezza.
Carmine Pascale è stato un giovane portalettere di Pistoia. Un giovane come pochi: con una dignità e con un coraggio che lo hanno portato a denunciare, prima all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, e oggi pubblicamente alla stampa l’illegittimo modo di operare di Poste Italiane.
Una battaglia, quella di Carmine Pascale, che, scrive in un comunicato, dovrà servire ad « incoraggiare le persone a tutelare i propri diritti » perché « nel mio ufficio non ero certo l’unico a lavorare oltre l’orario ordinario senza ricevere alcuna retribuzione ».
Carmine Pascale racconta la sua storia di portalettere, di postino: una storia fatta di avvertimenti ( « Non chiedete permessi, nemmeno per donare il sangue! » ) e di veri e propri soprusi ( « Le ferie non godute verranno pagate alla fine! I portalettere CTD (Contratti a Tempo Determinato) sono assunti proprio per far andare in ferie i fissi! » ).
L’essere assunti solo per sostituire il personale “di ruolo” assente per ferie o malattia, comporta « continui spostamenti dei portalettere da una zona di consegna all’altra e senza preavviso », racconta ancora.
Poi la goccia che ha fatto traboccare il vaso: « Non si rispetta mai l’orario di lavoro sotto pressione dei responsabili per consegnare quanta più posta possibile e solitamente si rientra in ufficio solo al completamento delle consegne affidate, lavorando due o tre ore non pagati ogni giorno. Lo straordinario, infatti, non è retribuito poiché non scatta in automatico bensì è a “discrezione” dei datori! Considerando lo straordinario “fantasma”, le 36 ore settimanali previste dal contratto superano in media le 48 ore! ».
Questa volta Poste Italiane è stata vinta, ma negli altri casi?
Questa volta Carmine Pascale ha agito: si è rivolto all’Ispettorato del Lavoro di Prato-Pistoia, che, nei due mesi di lavoro del giovane, ha accertato 77 ore di lavoro straordinario “fantasma”, non registrate sul libro unico del lavoro e non dichiarate all’INPS, e condannato Poste Italiane e versarle al lavoratore.
La condanna di Poste Italiane è giunta lo scorso 15 marzo.
Nella sua lettera aperta alla Direzione Nazionale di Poste Italiane Carmine Pascale chiede un cambio di rotta dell’azienda.
Ma in un’azienda “privata”, che opera sul “libero mercato” ciò non è consentito.
Serve la nazionalizzazione di Poste Italiane, come di tutte le aziende ( Alitalia, Tirrenia, Ferrovie dello Stato, Enel, Eni, etc ) privatizzate dalla follia liberista targata Destra ( da Partito Democratico fino a Fratelli d’Italia, attraverso le fila di Lega Nord, +Europa e Forza Italia ).
Serve, soprattutto, raggiungere la consapevolezza che questo sistema capitalista e liberista non rappresenta il “mondo migliore”.