A sette anni dall’assassinio della dirigente indigena honduregna Berta Cáceres, lo Stato è ancora in debito con la sua famiglia, con il popolo Lenca, con le famiglie honduregne, con i protagonisti di centinaia di lotte in difesa della terra, dei territori e dei beni comuni.
Sette anni dopo la notte in cui entrarono in casa di Berta per assassinarla, la giustizia, messa con le spalle contro al muro da una mobilitazione solidale che non ha precedenti nel paese centroamericano – gli assassini hanno fatto male i loro calcoli – ha condannato i sette autori materiali del delitto, tra militari, ex militari ed esponenti della società DESA[1].
Ha anche condannato David Castillo, ex membro dell’intelligence militare honduregna, ex presidente di DESA e anello di congiunzione tra chi ha organizzato e finanziato il crimine e le mani assassine.
Ad oggi, nessuna delle menti criminali è stata investigata, né processata.
Per il Copinh[2] e per le organizzazioni che in Honduras e nel mondo hanno accompagnato la Causa Berta Cáceres e la lotta per la verità e la giustizia integrale per Berta, gli ideologi del crimine sono da cercare tra i vertici di DESA, tra i membri della potente famiglia Atala Zablah
In questo settimo anniversario della “semina” di Berta, la sua famiglia e il Copinh, riuniti nel Centro di Incontri ed Amicizia “Utopia” con centinaia di persone provenienti da tutto il paese, hanno ricordato la sua figura, il suo pensiero, l’eredità che ha lasciato al suo popolo e al mondo.
“Lo Stato è ancora debitore nei confronti di Berta Cáceres e continuerà ad esserlo fino a che non verrà fatta giustizia. Noi continuiamo a chiedere la revoca definitiva della concessione delle acque del fiume Gualcarque e la chiusura del progetto idroelettrico Agua Zarca”, ha detto Bertha Zúniga, coordinatrice del Copinh e figlia di Berta.
“La lotta contro l’impunità e contro il modello estrattivista è una battaglia che continueremo a combattere con tutte le nostre forze”, ha aggiunto.
Zúniga ha anche ricordato che hanno iniziato un percorso, sicuramente molto difficile, per inchiodare alle proprie responsabilità quelle banche che, sapendo ciò che stava accadendo, hanno continuato imperterrite a finanziare il progetto idroelettrico.
“Berta continua a vivere nell’allegria e nelle fatiche della sua gente. Mentre era ancora presente fisicamente tra noi ci ha spronati a organizzarci, a unirci, ad articolarci. La sua lotta contro gli oppressori è la nostra lotta e Berta non diventerà mai un’immagine vuota da appendere a una parete”.
“’Berta Vive’ – ha concluso la coordinatrice del Copinh – vuole dire un impegno serio e definitivo nel mantenere un’organizzazione popolare, come è il Copinh, forte, impegnata e mobilitata”.
Berta Vive, Giustizia per Berta, DESA colpevole, Mancano gli Atala
[1] Desarrollos Energéticos S.A.
[2] Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras
Fonte: UITA – LINyM