Palermo, ieri 2 Febbraio 2023 doveva essere eseguito lo sgombero a danno di un nucleo familiare fortemente svantaggiato, un nucleo familiare che da anni aspetta un alloggio, in ottima posizione in graduatoria d’emergenza abitativa…ma che non avendo mai avuto risposte adeguate al loro disagio, per estrema necessità, circa 7 anni fa ha deciso di occupare un alloggio tra quelli confiscati alla mafia che versava in condizioni di abbandono da svariati anni.
Abbiamo più volte chiesto all’Amministrazione Comunale ma anche alla Prefettura di Palermo, nelle more che quest’ultima convochi un tavolo di crisi sull’emergenza abitativa, di sospendere gli sgomberi programmati, anche perchè la stragrande maggioranza delle famiglie che, pur di avere un tetto sulla testa, hanno occupato alloggi confiscati in disuso, hanno i requisiti previsti per l’accesso alla Sanatoria, sulla base della legge regionale N°8 del 2018 e del regolamento comunale “Interventi abitativi” modificato un paio di anni fa, che prevede l’equiparazione degli alloggi confiscati passati nella disponibilità del Comune, ad alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Ad oggi non ci risulta che ci sia ufficialmente una sospensione degli sgomberi da parte degli enti istituzionali preposti, ci risulta invece che le amministrazioni pubbliche hanno deciso di adottare il sistema “o te ne vai o ti buttiamo fuori”, lasciando cadere il nucleo familiare nella disperazione più assoluta, a volte usando un vero e proprio terrorismo psicologico facendo leva sulla presenza dei bambini, o offrendo false soluzioni come dormitori, ospitalità a tempo o fantomatici progetti di accompagnamento all’autonomia abitativa che prevedono il pagamento dell’affitto di un alloggio presso privati, lasciando alla famiglia disagiata l’onere di trovare un proprietario privato disposto ad affittargli una casa, cosa quasi rara.
Nel frattempo succede che al nucleo familiare di Massimo (marito, moglie, un figlio maggiorenne e due minorenni), così come a tantissime altre famiglie, viene intimato dalla Polizia di Stato il rilascio immediato dell’alloggio con conseguente sgombero coatto nel caso di rifiuto, il tutto senza fornire alla/e famiglia/e altamente disagiata/e alcuna alternativa concreta e adeguata, quindi senza nessuna tutela, nemmeno nei confronti dei minori.
Ci chiediamo come si fa a pensare di mettere per strada una famiglia sgomberandola dall’unico alloggio che gli garantisce un tetto sulla testa, come si fa a pensare allo sgombero di adulti e minori in pieno inverno, come si fa a pensare di sradicare bambini che sono perfettamente integrati nel quartiere e che vanno regolarmente a scuola, come si fa a pensare di risolvere l’emergenza abitativa senza creare le condizioni che garantiscano pari opportunità a tutte e tutti ??!!!
A.Si.D.A. 12 Luglio ieri è stata a fianco di Massimo e della sua famiglia…e con noi anche l’Avvocato Maria Franco che segue la vicenda…il risultato lo abbiamo ottenuto, lo sgombero non è stato eseguito, sospeso, per quanto tempo ? Non è dato saperlo, tutto rimane in una sorta di limbo, per cui, in qualunque momento la famiglia potrebbe essere sgomberata, per la serie “quando i poveri non contano nulla, qualcuno dall’alto decide del loro destino”!!!
Lo Lotta di uno/a è la Lotta di tutti/e ed è su questo principio che tale percorso è sostenuto da realtà che sul tema dell’emergenza abitativa lavorano da anni.