Scatta in Puglia la “caccia” dei droni alle discariche abusive di rifiuti: i velivoli senza pilota saranno prodotti da un’inedita partnership tra università pugliesi, centri di ricerca nazionali, enti locali, grandi industrie militari e aziende di tecnologie avanzate ed intelligence di Israele.
Il tutto grazie ai finanziamenti del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale.
Il progetto ha il nome di “Drone-Tech” e sarà incentrato sull’impiego commerciale dei droni e dell’intelligenza artificiale per individuare e “ridurre” la dispersione illegale di rifiuti nell’ambiente (Building a commercial solution for reducing illegal waste dumping based on drones and artificial intelligence technologies).
In un comunicato il Ministero degli esteri fa sapere di avere ammesso “Drone-Tech” tra i programmi che riceveranno un sostegno finanziario a seguito di quanto deliberato dalla Commissione mista italo-israeliana in merito al bando per la raccolta di progetti congiunti di ricerca (track industriale) sulla base dell’Accordo di Cooperazione nel campo dello Sviluppo Industriale, Scientifico e Tecnologico tra Italia e Israele.
Partner del progetto sull’impiego dei droni per il monitoraggio delle discariche il Distretto Tecnologico Aerospaziale pugliese (tra i soci le Università del Salento-Lecce e “Aldo Moro” di Bari, il Politecnico di Bari, l’ENEA, il CNR, Leonardo SpA, Avio Aereo, IDS – Ingegneria dei Sistemi, ecc.) e High Lander Aviation Ltd, società con sede nella cittadina israeliana di Ra’anana, nei pressi di Tel Aviv, specializzata nella progettazione di software e programmi di controllo voli dei velivoli senza pilota per uso civile, sanitario e di ordine pubblico e vigilanza.
L’azienda – fondata e diretta da ex militari preposti al controllo dello spazio aereo – si avvarrà della collaborazione del gruppo Sightec di Tel Aviv, attivo nel campo della ricerca delle tecnologie aerospaziali automatizzate. Sigtech vanta “oltre 30 anni di background accademico sotto la guida del prof. Joseph Francos, docente di Ingegneria elettronica e informatica della Ben Gurion University”; lo scorso anno ha fornito al colosso industriale IAI – Israel Aerospace Industries le tecnologie di scansione impiegate a bordo di “MultiFlyer”, il nuovo piccolo drone-elicottero immesso nel mercato per svolgere un largo numero di operazioni dual, civili e militari-securitarie (monitoraggio di aree disastrate, guida delle unità di ricerca in missioni di salvataggio, controllo aereo durante eventi di massa, protezione di infrastrutture “sensibili” e dell’ordine pubblico, sorveglianza di grandi aree agricole e marittime, ecc.).
“Grazie al progetto Drone-Tech si potranno monitorare automaticamente, in tempi molto più brevi e con costi molto minori, ampie aree territoriali, comprese quelle più nascoste e difficili da perlustrare”, riporta il sito specializzato droneblog.news.
“Secondo i tecnici che si occupano del progetto, le immagini acquisite tramite l’intelligenza artificiale, che sfrutta i dati raccolti con speciali sensori aviotrasportati, permetterà di individuare e riconoscere la tipologia degli accumuli, rendendo più efficaci ed efficienti le operazioni di rimozione”.
Le prove di volo dei droni italo-israeliani caccia-rifiuti si svolgeranno nell’aeroporto di Grottaglie (Taranto), presso l’Airport Test Bed sorto grazie a un accordo di collaborazione tra il Distretto Tecnologico Aerospaziale, ENAC e il Comune di Bari e che punta a trasformare lo scalo pugliese nel “principale centro mediterraneo” della sperimentazione dei servizi e della tecnologia dei velivoli a pilotaggio remoto e dei satelliti in ambiente urbano e della verifica di nuove procedure per l’interoperabilità tra diverse tipologie di traffico aereo.
Nel grande polo industriale e militare di Grottaglie oltre all’Airport Test Bed sono presenti gli stabilimenti del gruppo Leonardo che producono le fusoliere in fibra di carbonio per gli aerei da trasporto Boeing 787 e la Stazione Aeromobili della Marina Militare (Maristaer) con l’unico reparto di volo ad ala fissa della forza armata, dotato dei velivoli aerotattici a decollo ed atterraggio verticale AV-8B Plus Harrier II e che farà da base di supporto dei cacciabombardieri F-35B di quinta generazione assegnati alla Marina.
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