La presentazione del libro L’associarsi di mondi migranti – Radicarsi in città animando mutualità di quartiere ha consentito, giovedì scorso presso la Fabbrica delle “e”, di fare il punto sulle politiche di integrazione messe in atto da istituzioni e mondo dell’associazionismo attraverso il progetto Fami impact InterAzioni in Piemonte, di cui è capofila la Regione Piemonte in rete con Gruppo Abele, Cooperativa Sociale Liberi Tutti, Agenzia per lo sviluppo locale di San Salvario, Consorzio per la formazione, l’innovazione e la qualità, Enaip Piemonte, Città di Torino e altri entri del privato sociale
Il libro, curato da Lucia Bianco e Viola Poggi (Gruppo Abele) vuole essere una raccolta organica di spunti e riflessioni a partire dai protagonisti del progetto, un materiale di riferimento per progetti simili che delinea il modello di integrazione interculturale seguito negli ultimi anni nell’ambito del territorio di Torino e provincia; un modello basato su livelli di intervento progressivi e che vede nel protagonismo delle associazioni di stranieri il traguardo finale del processo di integrazione. Non a caso il libro è stato pubblicato nella collana Le matite di Animazione Sociale, rivista di settore orientata agli operatori sociali.
Secondo Franco Floris (Animazione Sociale), il percorso di integrazione multiculturale parte dall’accoglienza, passo iniziale fondamentale, ma non sufficiente, passando successivamente per l’integrazione, che significa innanzitutto accesso ai diritti fondamentali: casa, lavoro, sanità, aggregazione, in un processo che trasforma progressivamente i nuovi arrivati in cittadini attivi, autorealizzati e costruttori di beni comuni. In questo processo le associazioni di stranieri hanno un ruolo fondamentale, ruolo che è diventato mutualità di quartiere durante la pandemia.
Lo spirito di questo percorso è sintetizzato magistralmente dal Manifesto delle associazioni di origine straniera a Torino, contenuto nel volume (pag 29):
Siamo stati accolti dagli italiani. Ora è il momento di restituire. Molti vedono in noi persone che vengono per portare via qualcosa agli italiani. Ma noi siamo venuti non solo per prendere, ma anche per dare e per essere parte attiva della comunità. Vorremmo che non si parlasse più di lavorare per le associazioni e le comunità dei migranti, ma con
Alle istituzioni viene richiesto di fare da telaio per le trame e l’ordito sociale che associazioni di stranieri e gruppi informali hanno costruito e continueranno a costruire; l’assessore Rosatelli si è impegnato per il Comune di Torino in questo senso.
La serata è stata anche l’occasione di presentare alcuni progetti complementari:
Il Progetto Vivointerculturale, un portale per le associazioni di cittadine e cittadini di origine straniera di prima e seconda generazione di Torino e dintorni, nuova diramazione del progetto Vivoin.
La Rete Torino Plurale, una rete di associazioni ed istituzioni locali nata nel 2020 su iniziativa del Comune di Torino tramite una convenzione con trenta associazioni di comunità migranti. Nel 2021 si sono aggiunte la rete delle Case di Quartiere, il Gruppo Abele ed il comitato Arci Torino
Il video realizzato da EnAIP Piemonte intervistando i fruitori dei corsi di formazione definiti all’interno del progetto IMPACT per la creazione e la gestione di associazioni di stranieri.
L’incontro è stato un importante momento di confronto che, nei suoi momenti più alti, ha delineato un modello di convivenza civile basato sul reciproco rispetto ed arricchimento delle culture presenti sul territorio torinese.
Peccato che le condizioni atmosferiche e sociali abbiano reso oltremodo difficoltosa la partecipazione di un pubblico numeroso.
Risulterebbe molto interessante la disponibilità pubblica del volume per consentire agli interessati, addetti ai lavori o no, di approfondire gli argomenti trattati.