Liberato su cauzione il blogger e attivista iraniano Hossein Ronaghi-Maleki, detenuto a Evin dal 24 settembre. Durante l’arresto, gli agenti gli hanno rotto le gambe. Per muoversi aveva bisogno della carrozzina. Ha fatto uno sciopero della fame per chiedere di essere curato e suo padre ha svolto un presidio permanente davanti al carcere per chiedere il suo rilascio su cauzione, in modo di poterlo ricoverare in un ospedale. La solidarietà internazionale ha vinto.
Ieri, sabato, si sono ripetute le manifestazioni, indette questa volta dagli studenti delle università di Teheran. Migliaia di persone hanno attraversato i quartieri della capitale gridando “Morte al dittatore”. La mobilitazione è stata denominata il “sabato nero”, in solidarietà con la popolazione curda, che aveva subito l’assalto delle guardie pasdaran a colpi di mitra.
Ad Isfahan gli operai dell’industria siderurgica, in sciopero da diversi giorni, hanno percorso la città in un corteo di protesta per chiedere aumenti salariali e libertà, alzando cartelli con le foto di Mahsa Amini, la giovane arrestata a settembre dalla polizia religiosa e 3 giorni dopo morta in ospedale in seguito alle percosse subite.