Una forte esplosione ha scosso il centro turistico e commerciale di Istanbul, di via Indipendenza vicino a piazza Taqsim.
6 morti e 81 feriti, alcuni dei quali in modo molto grave.
Lo scoppio è avvenuto alle 4 del pomeriggio ora locale, l’ora di punta per gli acquisti.
Le immagini diffuse dai social mostrano il momento dell’esplosione e il panico creato fra la gente che si è messa a correre per scappare, l’arrivo delle prime ambulanze e i soccorsi ai feriti.
La polizia ha chiuso la strada al passaggio ed ha chiesto agli abitanti di non lasciare le loro case.
Il ministero dell’Interno ha diffuso le immagini di una donna sospettata di essere l’attentatrice suicida che ha fatto esplodere la bomba tenuta in uno zaino sulle spalle.
Per il momento nessuna rivendicazione, ma nel suo discorso di ieri sera, Erdogan ha accennato con una frase a “sospetti su chi attenta contro l’unità della Turchia”, un’accusa velata contro i curdi.
Stamattina, il ministro dell’Interno, Soyilu, ha cambiato versione ed ha affermato che è stata arrestata la donna che ha depositato la bomba ed ha accusato il PKK.
Una versione di comodo nella propaganda del governo, per sostenere ulteriormente la linea di Ankara di repressione brutale contro i curdi all’interno della Turchia e in Siria e Iraq.
In Siria da una settimana sono incessanti i bombardamenti dell’artiglieria e il lancio di missili dai droni turchi sulla provincia di Hasaka.
Sei villaggi sono stati presi di mira, prima con il volo di droni che hanno colpito con i missili aria-terra diverse auto che transitavano sulle strade e poi è entrata in azione l’artiglieria.
La popolazione civile sta fuggendo dalla zona per cercare riparo in altre località.
Il disegno di Ankara è quello di svuotare la zona dalla popolazione curda, per insediare i profughi siriani presenti in Turchia.