Quarto giorno dello sciopero totale, della fame e della sete, di Alaa Abdel Fattah. La diplomazia ha fatto passi modesti a favore della sua liberazione, negli incontri bilaterali con il generale Al-Sissi, durante i lavori del vertice sul clima che si tiene a Sharm Sheikh.
Il regime non ha permesso la visita in carcere alla madre, Leila Sueif, e non ha fornito nessuna prova della presenza in vita di Alaa. I timori riguardano l’alimentazione forzata per tenerlo in vita fino alla conclusione di COP27 e la fine della copertura mediatica. Questo timore lo ha espresso esplicitamente la sorella Sanaa nel suo intervento durante la conferenza sui diritti umani al COP27 (vedi).
Anche le pressioni dell’ONU non hanno sortito nessuna clemenza nella granitica determinazione repressiva della dittatura.
In Italia è in corso un digiuno collettivo, in solidarietà con Alaa, di un centinaio di giornalisti, politici e attivisti. (L’elenco completo degli aderenti lo trovate qui).