Più di una volta abbiamo parlato del progetto “Bimbisvegli”, una pratica ideata da un maestro elementare, Giampiero Monaca, insieme ad alcune sue colleghe. Insieme erano riusciti a rianimare una di quelle scuole che si sarebbero altrimenti chiuse per mancanza di bimbi. E invece erano passati da una ventina a una sessantina di iscritti, un successo. Eppure, con ogni probabilità, disturbava, provocava, dava fastidio.
Se fossimo in un film andrebbe con ogni probabilità a finire bene, ma qui siamo più vicini all’”Attimo fuggente” e il maestro è stato messo in un angolo. Fine del progetto, fine dell’esperienza.
Le maestre rientrano nei ranghi, lui non ce la fa. Per un anno sta in aspettativa senza retribuzione, ma quest’anno torna a scuola. Secondo la direzione dovrebbe tornare nella vecchia scuola, ai vecchi metodi, abbassare la cresta e stare al suo posto, incasellato per bene.
Giampiero si rifiuta, passa qualche settimana seduto nel corridoio della scuola, non entra nella classe che gli avrebbero assegnato e dove non potrebbe fare quasi più nulla di quello che faceva. Il clima è pesante, la rottura è chiara.
Allora decide: porterà la sua lettera di dimissioni direttamente al neo-Ministro. E visto che vuole che la cosa si sappia, che questa vergogna sia pubblica, decide di piazzarsi di fronte al Ministero, quello che una volta chiamavamo della Pubblica Istruzione.
Da lunedì 7 novembre Giampiero Monaca è lì seduto dalle 9 e 30 alle 19, con una bella sedia, aspettando di essere ricevuto.
Il palazzo ha ricevuto la lettera, ma tace. Pare che il Ministro non ci sia, ma comunque chi vuole “pelare questa gatta”? “Lasciamolo lì – avranno detto – si stancherà!”
Non sappiamo se il maestro Giampiero si stancherà, ma in passato ha digiunato per 55 giorni e ha una discreta capacità di resistenza. Forse nei prossimi giorni qualcun altro si accorgerà di lui. Nel frattempo, se siete in zona, passate a trovarlo.
Coraggio, maestro.
Qui di seguito il testo integrale della sua lettera:
Spett Ministero dell’Istruzione e del Merito
Egr. Ministro dell’Istruzione e del Merito prof Valditara
Egr. Capo Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali dott Jacopo Greco
Egr. Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione dott. Versari
Mi chiamo Giampiero Monaca, sono maestro elementare e credo fortemente nel valore della scuola pubblica.
Credo nel suo valore sociale, come palestra di maturazione delle competenze sociali e di esercizio dei diritti/doveri per un serio e franco confronto democratico, credo nella sua funzione formativa ed educativa in un contesto cooperativo, accogliente, empatico, credo nella sua vocazione di ascensore sociale, credo che essa rappresenti, nella sua gratuità e nella sua realtà di “melting pot” culturale una straordinaria occasione per la genesi di una nuova società, più cosciente e coinvolta nel sociale, affidabile, ricca, democratica, in grado di fronteggiare (meglio delle precedenti) derive autoritaristiche, divisioni culturali, sfruttamento dei deboli, individualismo e sopraffazione.
Quando, anni fa, fui chiamato in ruolo dal Ministero dell’Istruzione, potei osservare che tutto ciò in cui credo è ben sintetizzato e garantito dalle Indicazioni Nazionali per il Curricolo, vero e proprio documento identitario e impegnativo per chiunque operi nel settore dell’istruzione pubblica. E’ un vero e proprio contratto di servizio a cui insegnanti, famiglie e dirigenti devono costantemente fare riferimento per verificare se e quanto l’offerta formativa rivolta ai bambini (vero fulcro della scuola) sia aderente.
Ho una formazione scoutistica e un passato come lavoratore autonomo nel settore artigiano, non so stare con le mani in mano, sono abituato a rimboccarmi le maniche e a mettere a disposizione della comunità il meglio delle mie competenze, per cui, dopo un iniziale periodo di doveroso tirocinio e di osservazione, ho iniziato a personalizzare il mio approccio didattico, grazie alle competenze pedagogiche, ai principi educativi e alle mie sensibilità personali.
Grazie anche al confronto con alcune colleghe e in particolare a una dirigente, si è delineata gradualmente una particolare specificità della proposta educativa che offrivamo alle nostre alunne e alunni. Denominata “Bimbisvegli”, sintetizza già dal nome stesso i due pilastri su cui si basa: Bimbi, in quanto, riconoscendo le specificità dei bisogni educativi delle varie età evolutive dei bambini a noi affidati, utilizza gli strumenti didattici più funzionali (gioco, empatia, simulazione, sensorialità, corporeità, accudimento, cooperazione, valorizzazione dell’errore…); svegli perché mira alla coscientizzazione precoce delle bambine e dei bambini al proprio ruolo di giovani cittadine e cittadini del mondo di oggi, mettendo in atto pratiche di cogestione, public debate, interazione interculturale, problem solving, impegno civico.
Dal punto di vista statistico e oggettivo abbiamo potuto eseguire ricerche e follow up informali, che hanno portato alla luce dati di successo scolastico pienamente allineato alla norma, ma soprattutto un sensibile aumento dell’inclinazione all’impegno nel sociale, dell’affidabilità, della presa in carico di impegni e soprattutto della motivazione allo studio. Basti pensare che nella scuola in cui è stato introdotto l’approccio Bimbisvegli, le iscrizioni totali sono passate in quattro anni da 21 a 63.
Negli anni quattro tesi di laurea in diversi atenei hanno voluto soffermarsi, descrivere e studiare vari aspetti dell’approccio Bimbisvegli, siamo stati invitati a convegni, a eventi MIUR INDIRE, abbiamo ricevuto riconoscimenti. Come spesso accade, abbiamo anche suscitato un grande movimento di contrarietà da parte di chi preferisce una scuola meno intraprendente, più “operosa e silenziosa” piuttosto che impegnata e accogliente, una scuola di forma più che di sostanza, una scuola in cui “merito” indica il premio per chi è naturalmente dotato, non nella promozione di ciascuno a sviluppare la migliore versione di sé, per poter assumere nella società il proprio ruolo di protagonista, funzionale, affidabile e appagato.
Le critiche e le gelosie provenienti dal basso hanno trovato purtroppo un paio di esecutori dall’alto e così da circa tre anni il nostro progetto, anziché decollare, prendendo la via della formalizzazione come sperimentazione MIUR, auspicata dalle famiglie, dalla comunità locale, dalla nostra equipe didattica e da diversi rappresentanti della ricerca e del mondo accademico, è stato via via stretto, ostacolato, osteggiato grazie a omissioni di atti, pressioni e azioni disciplinari. Queste hanno portato alcune insegnanti a chiedere il trasferimento e me a tentare questo estremo atto di tutela di una realtà didattica pienamente integrata e rispettosa delle indicazioni nazionali, nata dal basso, integrata dalla comunità locale, apprezzata da utenti e media.
Mi trovo oggi a scrivere alle SS.VV. in quanto da lunedì 7 novembre 2022, sarò in presidio davanti alla sede del Ministero dell’Istruzione e del Merito per presentare il problema di Bimbisvegli , progetto di scuola di pace, attiva, cooperative e solidale, apprezzato a livello istituzionale e accademico, perfettamente in linea con le indicazioni ministeriali, ma che oggi soccombe a causa dei veleni e delle gelosie interne, sostenute da dirigenti e colleghi che intendono la scuola come esercizio di potere avara di relazioni e coinvolgimento empatico e disimpegnata verso i problemi sociali e personali.
Ho comunicato all’attuale dirigente della nostra scuola di Serravalle d’Asti, prof Franco Calcagno, reggente in sostituzione della titolare prof. Graziella Ventimiglia, che a partire da oggi avrei trasferito la mia sede di servizio presso viale Trastevere, in attesa di una risoluzione del problema grazie al vostro intervento, ovvero del mio contratto di servizio, firmando le mie dimissioni, qualora non intendiate o non possiate trovare una soluzione che tuteli il bene supremo dei nostri bambini, delle loro famiglie, della comunità locale della frazione Serravalle e della mia dignità professionale.
Dal mio rientro in servizio, ho difatti rifiutato un ordine di trasferimento inflitto dalla dirigente Ventimiglia e confermato dal prof Calcagno, perché non ne riconosco la funzionalità e il beneficio per la nostra comunità educante: “Quando la legge diventa ingiusta la disobbedienza è un dovere”, l’ho sempre insegnato alle mie bimbe e bimbi. Come potrei non sfruttare questa occasione per testimoniare coerenza verso i valori e gli insegnamenti che per anni ho condiviso con loro? Sul tema della responsabilità civile ci abbiamo persino fatto un film, premiato e portato come esempio di impegno civile e di ottima scuola … Chiedo a questo punto anche coerenza da parte dell’istituzione che con orgoglio e fiducia ho scelto di sostenere e servire, in condivisione con gli ideali delle indicazioni.
Quando sono entrato in servizio ho promesso di dare il mio meglio al mio Paese e l’ho fatto. A livello accademico e istituzionale siamo stati lodati, ma a livello orizzontale e locale questo ha scatenato “l’ira funesta delle cagnette cui abbiamo sottratto l’osso” perché impegnandoci a costruire una comunità solida, solidale e cooperativa, educando i bambini al senso critico, sottraendoci ai diktat relativi alle piccinerie (adozione dei libri di testo, compiti obbligatori, mete tradizionali per gite scolastiche, uso di arredi scolastici tradizionali, l’infinito attendismo, alibi per chi non sa e non vuole fare) abbiamo dimostrato che una scuola diversa, sorridente, cooperativa, impegnata e felice SI PUÒ FARE, partendo dal basso, investendo persino, volontariamente, risorse personali. È chi non la fa è perché vi rinuncia.
Ecco perché mi rivolgo al vertice politico e amministrativo della scuola pubblica: voglio portare alla luce tutto questo chiedendo tutela per la realtà di Bimbisvegli e per ogni iniziativa assimilabile, o di essere lasciato libero di andarmene, rinunciando alle certezze di un salario garantito, in una scuola che ahimè a livello pratico non risulta all’altezza delle teorie, degli ideali e delle promesse promossi dai convegni, dai seminari, dalle pubblicazioni e dalle indicazioni ministeriali e dalla miglior pedagogia internazionale.
Spesso si legge che i sistemi scolastici scandinavi sono eccezionali, ma la loro straordinarietà sta solo nel fatto che loro mettono in pratica quasi tutto quel che promettono all’utenza.
Sono qui, dunque a chiedere un incontro risolutivo. Vi chiedo una presa in carico del problema proponendovi di trovare una qualsiasi modalità per riportare l’approccio Bimbisvegli nella scuola primaria di Serravalle d’Asti. Da parte mia sono disponibile sin da subito a porre in essere ogni mia energia per coordinarlo, trovando insieme a ricercatori ed esperti (ad esempio i ricercatori INDIRE di Piccole Scuole, movimento di cui il plesso di Serravalle fa parte) una redazione del progetto Bimbisvegli in una forma ancora più analitica che lo renda scalabile e integrabile fra le metodologie riconosciute da codesto Ministero.
In conclusione non posso che attestare il mio rispetto e amore per l’alta funzione sociale, politica e individuale dell’istituto della scuola pubblica. Vi ho dedicato ogni mia energia, tutto il mio meglio. Più del mio meglio non posso dare, meno del mio meglio non voglio dare.
Attendo fiducioso un incontro chiarificatore e auspico risolutivo.
Cordialmente
Giampiero Monaca
maestro elementare in presidio permanente
Viale Trastevere 76a Roma
Mail : wolffree@promotus.it