NAPOLI – Bollette bruciate in strada. Prese di mira le sedi dell’Enel, del Banco di Napoli e del supermercato Grangusto. Il corteo “Insorgiamo”, che ha unito le rivolte di decine di movimenti di tutta Italia, ha portato in piazza oltre 10mila persone. Partita da piazza Garibaldi, la manifestazione si è conclusa in piazza Municipio: sulla facciata del Comune sono apparse le scritte “Insorgiamo” e “Meloni serva”. Diversi i cori contro il governatore della Campania Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
La manifestazione è partita alle 14 da piazza Garibaldi. In protesta i disoccupati del movimento 7 novembre, di 167 Scampia, gli ex Gkn dalla Toscana, i movimenti per il diritto alla casa da Roma, i Sì Cobas da diverse città d’Italia, collettivi studenteschi, Fridays For Future e reti in difesa dell’ambiente e del clima. Presenti anche gli aderenti al movimento “Noi non paghiamo”: davanti al corteo uno striscione con la scritta “Non paghiamo guerra, carovita e disoccupazione”. Quando il corteo è giunto in via de Gasperi, decine di persone hanno bruciato le proprie bollette.
Fumogeni rossi sono stati lanciati contro le sedi dell’Enel, del Banco di Napoli e del supermercato Grangusto. In mattinata un’azione simbolica di protesta di Fridays For Future: gli attivisti hanno lanciato salsa di pomodoro contro le vetrine di Gucci, Prada e Louis Vuitton. I ragazzi del movimento ispirato da Greta Thunberg hanno anche esposto uno striscione fuori al porto di Napoli: “Oggi in nave, domani a nuoto” per chiedere la fuoriuscita delle grandi navi dai porti itali e del mondo. “Siamo più di diecimila”, hanno spiegato gli organizzatori quando il corteo ha raggiunto piazza Municipio. Tutte le sigle si sono dette pronte a “costruire un autunno di lotta e mobilitazione”.
“Siamo in migliaia”, dicono gli organizzatori della manifestazione “Insorgiamo” contro guerra, carovita, disoccupazione e crisi climatica, mentre corteo attraversa via Marina ed è diretto verso piazza Municipio. “La nostra mobilitazione continuerà nelle prossime settimane in tutta Italia e arriverà a Roma, saremo sotto i palazzi del potere”, assi
curano i promotori. Ad aprire il corteo un grande striscione recita: “Non paghiamo guerra, carovita e disoccupazione“. “Siamo stati i primi a bruciare simbolicamente le bollette – spiega Francesco Tramontano di Noi non Paghiamo Campania – portando in Italia la pratica già usata da un movimento inglese. Abbiamo deciso di convergere per mettere in piazza tutti coloro che stanno subendo questa crisi, che non ha linee discontinuità tra governi destra e di sinistra. Chi paga i costi sociali? Sempre le fasce deboli della popolazione, che sono sempre più povere. Noi preferiamo non morire di fame piuttosto che pagare le bollette. Siamo in tanti, abbiamo lanciato la revoca della domiciliazione bancaria. Siamo in tanti e decidiamo come e se pagare le bollette”.