“Proposte per una nuova politica sanitaria in Lombardia”: di questo si parlerà dalle ore 9.00 di venerdì 4 novembre, presso la sede ARCI, in Via Bellezza 16/A, a Milano, in un incontro organizzato dal Coordinamento Lombardo per il Diritto alla Salute.
“La situazione della sanità lombarda è drammatica – dichiara Marco Caldiroli, presidente di Medicina Democratica. “Lo dicono i tempi delle liste d’attesa, i costi proibitivi della sanità privata, la sempre maggiore disparità di accesso alle cure, il peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari e sociosanitari e lo conferma l’entità degli operatori in fuga dal servizio pubblico! Non c’è più tempo da perdere, per questo abbiamo definito una serie di proposte concrete, totalmente alternative all’attuale, disastrosa organizzazione della sanità in Lombardia: su questa piattaforma abbiamo invitato a confrontarsi tutti i partiti all’opposizione e vari rappresentanti delle forze sindacali e sociali che intendono opporsi allo sfascio della sanità pubblica.
A illustrare le proposte saranno Marco Caldiroli, Vittorio Agnoletto, Angelo Barbato, Coordinamento per il Diritto alla Salute della Lombardia, e i rappresentanti dei Comitati.
“Occorre invertire il percorso distruttivo delle giunte di centrodestra dal 1995 ad oggi – sottolinea Angelo Barbato. “Questa è l’ultima chiamata per salvare la sanità pubblica, le cui funzioni preminenti sono proprio la tutela e l’attuazione del diritto alla salute per tutti, che non è una somma di prestazioni, ma un insieme di servizi e di operatori che agiscono per prevenire le malattie e definire percorsi di cura e di continuità ospedale-territorio tra loro coordinati e non separati come ora. Questo è l’indirizzo che può portare a ridurre le liste d’attesa, come pure invertire la fuga degli operatori dal servizio pubblico.”
Un percorso di elaborazione che ha avuto una tappa importante con la manifestazione di Piazza del Duomo il 23 ottobre 2021, centrata sulle conseguenze del definanziamento della sanità pubblica e della estesa privatizzazione: il privato intercetta il 40% dei finanziamenti regionali per le attività ospedaliere e oltre il 45% per la specialistica ambulatoriale. “Passiamo dalla critica alle proposte per provvedimenti regionali – aggiunge Caldiroli – per garantire il diritto costituzionale alla salute, per la piena attuazione della legge 833/78 che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale”.
I punti salienti sono la programmazione (piano socio sanitario regionale) inesistente dal 2006; la revisione profonda del ruolo dei privati a partire dalle modalità di accreditamento e di azione in caso di inadempimenti; la realizzazione di una medicina territoriale degna di questo nome (distretti, dipartimenti e presidi ospedalieri), ampliando i servizi per i cittadini, utilizzando al meglio le potenzialità di vere Case di Comunità (servizi di salute mentale, sociali, dipendenze, consultori, per esempio) e rivedendo le modalità di gestione delle RSA.