Qual è la situazione alimentare nel mondo oggi secondo i dati FAO?
“La situazione alimentare nel mondo non è buona. L’ultimo rapporto sullo Stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo della FAO parla di un range che va da un minimo di 702 a un massimo di 828 milioni di persone che hanno il problema dell’insufficienza calorica alimentare; in altre parole: soffrono la fame. Se non consideriamo solo le persone che soffrono di insufficienza calorica ma estendiamo anche a coloro che hanno un problema meno severo, il numero aumenta vertiginosamente”.
A che cifre arriveremmo? Parliamo di miliardi di persone?
“Sì. Se consideriamo quanti hanno un livello di insicurezza alimentare moderato o severo (sommando entrambi i gruppi) arriviamo a contare 2,3 miliardi di persone. Un altro indicatore importante è sapere quante persone riescono ad acquisire una dieta sana. Qui contiamo circa 3 miliardi di persone che non sono in condizioni tali da potersi permettere l’acquisto di prodotti che garantiscano una dieta salutare, completa ed equilibrata. Per esempio, l’acquisto di prodotti freschi che permettano di essere protetti dalle grandi malattie associate all’alimentazione”.
Come è variato negli anni il numero degli individui malnutriti?
“Il valore delle persone che soffrono la fame nel mondo si è un po’ ridotto negli ultimi decenni, ma non tantissimo. Di certo, non abbastanza! Non solo il trend non è in netta diminuzione, ma negli ultimi anni abbiamo anche assistito ad un piccolo incremento. E questo contrasta con l’obiettivo dell’Agenda, che è quello di non avere nessuna persona che soffra la fame entro il 2030″.
Quello di debellare la fame entro il 2030 è un obiettivo ancora realistico?
“Le nostre proiezioni indicano che, nel 2030, ci saranno ancora oltre 670 milioni di persone che soffrono la fame. C’è ancora molto da fare. L’obiettivo è però raggiungibile con l’aiuto di tutti. Come ha dichiarato venerdì scorso il Direttore Generale della FAO, Qu Dongyu, si può ‘invertire la marcia della fame in tutto il pianeta’”.
Quali sono le cause dell’insicurezza alimentare nel mondo?
“Ce ne sono di storiche e di nuove. Quelle storiche sono legate alle situazioni economiche precarie dei Paesi poveri o in via di sviluppo. Un’altra causa sempre più frequente sono i disastri causati dagli eventi climatici gravi. Pensiamo alle inondazioni, o alla siccità estrema… eventi che distruggono raccolti e infrastrutture mettendo in ginocchio soprattutto le comunità più deboli. Almeno due persone su tre che soffrono oggi di grave insicurezza alimentare sono infatti popolazioni rurali, agricoltori, pastori e pescatori, particolarmente esposti agli effetti di condizioni meteorologiche estreme o conflitti violenti. Le guerre sono un’altra causa storica: da sempre portano a un calo della sicurezza alimentare. Inoltre, negli ultimi due anni, si sono aggiunte due nuove cause: la pandemia di Covid-19 e il conflitto in Ucraina”.
Come, scendendo nello specifico, il Covid-19 e il conflitto in Ucraina stanno impattando sulla sicurezza alimentare mondiale?
“Il Covid-19 ha avuto un impatto importante, ma minore rispetto a quanto si pensasse all’inizio della pandemia. Ora la situazione che maggiormente preoccupa è la guerra in Ucraina. Su questo terreno c’è molta incertezza: non è facile capire quali saranno gli effetti nel medio e lungo termine; bisogna ancora vedere, per avere dati precisi, l’evolversi della situazione nei prossimi mesi. Per certo sappiamo che questi due eventi – pandemia e conflitto – stanno avendo nell’immediato un impatto fortissimo. La pandemia ha colpito la vendita e la distribuzione delle merci, il commercio. Il conflitto sta causando una forte inflazione, l’aumento dei prezzi dell’energia e dunque della produzione, l’aumento dei costi dei fertilizzanti; e, non per ultimo, l’aumento dei prezzi dei beni primari a causa del lungo blocco del grano nei porti ucraini”.
Quali sono i Paesi più colpiti dalla crisi alimentare?
“Sono da decenni sempre le stesse: l’Africa, in particolare la parte sub-sahariana e l’Asia meridionale”.
Qual è la situazione italiana? Anche in Italia si soffre la fame?
“Sì. In Italia la fame tocca alcune realtà: quelle più vulnerabili. Penso ai migranti senza lavoro, a persone non autonome e non assistite sufficientemente o in estrema povertà economica. In generale, in Italia non si soffre di grave carenza alimentare. Ma le persone che hanno redditi più bassi hanno accesso a una dieta meno sana e dunque a un profilo nutrizionale di minore salubrità. Questo implica avere più possibilità di ammalarsi di malattie legate alla cattiva alimentazione e, potenzialmente, una qualità e una aspettativa di vita inferiore. E’ sempre lo stesso problema: chi è più povero mangia peggio e quindi si ammala di più. E’ importante che la collaborazione tra le agenzie delle Nazioni Unite e il nuovo Governo prosegua come in passato in maniera feconda. Queste fasce andrebbero protette ed aiutate ad alimentarsi con cibi sani”.
(intervista realizzata dalla agenzia Interris)