L’ONG Center for Civil Liberties (Ucraina) ha recentemente ricevuto il Premio Nobel per la Pace 2022 insieme ai difensori dei diritti umani russi e bielorussi.
“C’è una crescente scuola di pensiero in Occidente secondo cui le vittime devono negoziare con i loro assassini e accettare più spargimenti di sangue e occupazione per dare al Presidente russo Vladimir Putin una “via di uscita”. È un’illusione offensiva e pericolosa. Parlando a Davos, Henry Kissinger ha raccomandato all’Ucraina di porre fine alla guerra tornando allo “status quo ante”. In altre parole, l’Ucraina deve cedere il territorio della Crimea e del Donbass che la Russia ha già sequestrato, come ricompensa per aver scatenato tre mesi di carneficina e causato la più grande crisi di rifugiati in Europa dalla seconda guerra mondiale.” Questo è il pensiero di Oleksandra Matviychuk, presidente del Center for Civil Liberties (Ucraina).
Qual è il segreto di questo successo? Esattamente come esplicitato dalla sua Presidente: insistere sul fatto che la guerra è necessaria e che non sono possibili negoziati. Un presupposto un po’ strano e paradossale per assegnare un Premio Nobel per la Pace.
Come ha scritto il sito WorldBeyondWar.org , sito pacifista per la fine di tutte le guerre: “Il Comitato del Nobel ha assegnato ancora una volta un premio per la pace che viola la volontà di Alfred Nobel e lo scopo per cui il premio è stato creato, selezionando i destinatari che palesemente non sono le persone che hanno fatto di più o meglio per promuovere la comunione tra le nazioni, l’abolizione o la riduzione degli eserciti permanenti e l’istituzione e la promozione di congressi di pace”
Infatti il Comitato ha evitato chiunque si opponesse alla guerra da entrambe le parti, o chiunque sostenesse un cessate il fuoco, i negoziati di pace e il disarmo.
Il Comitato per il Nobel ha scelto “difensori dei diritti umani e della democrazia” in Bielorussia, Russia e Ucraina, ma questo gruppo ucraino è riconosciuto per essersi “impegnato in sforzi per identificare e documentare i crimini di guerra russi contro la popolazione civile ucraina”, senza alcuna menzione della guerra come crimine da condannare o della possibilità che l’esercito ucraino e i gruppi paramilitari neonazisti ucraini stessero commettendo atrocità, come oltretutto ampliamente documentato dai Rapporti Ocse del 2015 e del 2016 che accusavano alcuni membri di uccisione di massa di prigionieri, occultamento di cadaveri nelle fosse comuni, uso sistematico di tecniche di tortura fisica e psicologica e pulizia etnica.
Anche Amnesty International chiese lo scioglimento di queste forze paramilitari al governo ucraino, ma rimase inascoltata.
Come ha scritto il sito WorldBeyondWar.org, forse il segreto di questo successo sta in questi suggerimenti:
– Non fare affidamento sul sostegno dei cittadini locali, abbracciare i donatori internazionali con le loro agende, come il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e il NED (National Endowment for Democracy).
– sostenere l’adesione dell’Ucraina alla NATO, esprimendo riprovazione verso coloro che cercano un compromesso con la Russia e chiedendo all’Occidente di impegnarsi in una guerra contro la Russia da parte ucraina imponendo la no-fly zone e la consegna di armamenti.
– insistere sul fatto che la guerra è necessaria per la sopravvivenza e che non sono possibili negoziati.
– insistere sul fatto che le istituzioni internazionali sono inutili e che pertanto gli attivisti per i diritti umani devono chiedere armi per le forze armate ucraine.
– insistere sul fatto che solo Putin viola i diritti umani in Ucraina e solo l’esercito ucraino è un vero difensore dei diritti umani.
– non criticare mai il governo ucraino per la soppressione di media, partiti e personaggi pubblici filorussi.
– non criticare mai l’esercito ucraino per crimini di guerra, per violazioni dei diritti umani legate allo sforzo bellico e alla mobilitazione militare, come il pestaggio degli studenti da parte della guardia di frontiera per il loro tentativo di studiare all’estero invece di diventare carne da cannone.
Nessuno dovrebbe dire nemmeno una parola sul diritto umano all’obiezione di coscienza al servizio militare (completamente violato in Ucraina e denunciato dal Movimento Pacifista).
Senza poi parlare della co-responsabilità sul pericolo nucleare del governo ucraino. Il 6 ottobre, parlando tramite collegamento video al think tank australiano Lowy Institute, Zelensky ha riabilitato sue dichiarazioni di febbraio che invitavano la NATO ad agire preventivamente con armi nucleari contro la Russia:
“Sono necessari attacchi preventivi in modo che sappiano cosa li aspetta se usano armi nucleari. Non il contrario, aspettando gli attacchi nucleari della Russia e poi dicendo: ‘Oh, l’hai fatto, allora prendi questo’”, ha affermato.
La NATO, ha aggiunto Zelensky, “dovrebbe riconsiderare il modo in cui usa la sua pressione”. Il Center for Civil Liberties non ha fatto alcuna dichiarazione al riguardo.
Inoltre, non bisogna dimenticare che prima che venisse insignita del Premio Nobel per la Pace, a settembre 2022 The Intercept ha intervistato Oleksandra Matviichuk del Center for Civil Liberties. Nell’intervista, oltre a parlare dello sforzo del suo gruppo di documentare le violazioni dei diritti umani iniziate molto prima dell’invasione russa dell’Ucraina a febbraio 2022 e di come l’incapacità della comunità internazionale di ritenere la Russia responsabile per crimini precedenti abbia portato all’invasione, ha anche motivato perché secondo lei i Paesi che vogliono sostenere l’Ucraina dovrebbero fornirle assistenza militare. “Quello di cui abbiamo bisogno oggi sono le armi, e forse è strano sentirlo da un avvocato per i diritti umani, ma sarò molto onesta con te: ho passato 20 anni a difendere i diritti umani e ora non ho lo strumento giuridico che ha funzionato in questa situazione”.
Abbastanza insolito per un futuro Premio Nobel per la Pace, se come esempi significativi abbiamo Desmond Tutu, il Dalai Lama, Rigoberta Menchù Tum, Madre Teresa di Calcutta, Nelson Mandela, Malala, Martin Luther King, l’organizzazione ICAN per il disarmo, Kailash Satyarthi, il “banchiere dei poveri” Muhammad Yunus, l’ecofemminista kenyota Wangari Maathai, Adolfo Pérez Esquivel o il recentemente deceduto Michail Sergeevič Gorbačëv. Questi sono esempi di veri Premi Nobel per la Pace.
Come ha scritto World Beyond War: “Il fatto che tutte le parti di tutte le guerre abbiano sempre fallito e non riusciranno sempre a impegnarsi in operazioni umane è forse il motivo per cui Alfred Nobel ha istituito un premio per promuovere l’abolizione della guerra. È un peccato che il premio sia così abusato.”
A causa del suo uso improprio, World Beyond War ha creato i War Abolisher Awards, da assegnare ad attivisti e pacifisti che lottano per la pace in modo concreto: contro il commercio di armi e la diffusione di guerre e conflitti.