Dalla Thailandia, Paese che ha attivato un sistema efficiente di farmacovigilanza attiva (e non passiva e sottostimata come in Italia), arriva uno studio che, unico nel suo genere, ha esaminato gli eventi cardiovascolari, in particolare pericarditi e miocarditi da vaccino BNT162b2 ad un gruppo di adolescenti thailandesi. A darne notizia in Italia è stato il Dottore Eugenio Serravalle, Presidente dell’Associazione di Studi e Informazioni sulla Salute (AsSIS www.assis.it).
Lo studio è stato pubblicato su una rivista1 peer review e si stratta di uno “studio prospettico di coorte”, ovvero la descrizione della sorveglianza attiva post-vaccinale su un gruppo di 301 adolescenti. Non è un campione ampio, ma i risultati sono significativi e a dir poco allarmanti che, come ha sottolineato Serravalle, “confermano le preoccupazioni sui possibili eventi avversi dei vaccini, sconosciuti al momento della commercializzazione per uso emergenziale, i dubbi sulla fretta che ha portato ad accorpare o addirittura saltare alcune fasi delicate di sperimentazione, i pochi soggetti compresi negli studi clinici, i tempi troppo brevi di osservazione, e, per finire, l’assenza di sorveglianza attiva dopo la somministrazione di massa”.
Lo studio thailandese fornisce dati su cosa avviene realmente dopo l’inoculazione. I 301 studenti di età tra 13 e 18 anni, sani e senza patologie cardiache prima della somministrazione della seconda dose di vaccino, hanno ricevuto una scheda diario per registrare i sintomi cardiaci. I dati presi in considerazione comprendevano anche ECG, ecocardiografia ed enzimi cardiaci fatti prima del vaccino e dopo 3, 7 e 14 giorni. I partecipanti che sviluppavano effetti cardiovascolari o altri eventi avversi potevano telefonare al ricercatore principale e ricevere assistenza da parte dell’équipe medica dell’Ospedale per le Malattie Tropicali per una valutazione. In caso di ECG anormali, reperti ecocardiografici patologici o un aumento degli enzimi cardiaci, i ragazzi venivano monitorati per valutazioni successive in base all’andamento clinico. Gli eventi avversi cardiovascolari si sono presentati nel 29,24% dei ragazzi: Tachicardia 7,64%, Respiro corto 6,64%, Palpitazioni 4,32%, Dolore al petto 4,32 %, Ipertensione 3,99 %, Prolasso valvola mitralica 3,99%, ≥1 marcatore cardiaco elevato o valutazione di laboratorio positiva 2,33%, 1 miocardiopericardite confermata, 2 pericarditi sospette (minima effusione pericardica, RM compatibile), 4 miocarditi subcliniche sospette (troponina 15-39 ng/L, ECG anormali, ma asintomatici)
Due pazienti sono stati ricoverati in ospedale e un paziente è stato seguito in terapia intensiva, principalmente per l’osservazione dell’aritmia. In conclusione, con la sorveglianza attiva, le anomalie all’ECG si osservano nel 17,94% e le mio-pericarditi si manifestano nel 2,33% dei ragazzi vaccinati.
A conclusioni simili era giunto invece un enorme studio2 di coorte, pubblicato il 20 aprile 2022, realizzato su 23,1 milioni di residenti nordici di età pari o superiore a 12 anni. Casi clinici, dati di sorveglianza e altri rapporti provenienti da Stati Uniti, Israele e Canada indicano un aumento del rischio di miocardite dopo la vaccinazione con vaccini mRNA SARS-CoV-2, maggiore dopo la seconda dose, soprattutto negli uomini più giovani. Ciò rende ancora più evidente il rapporto rischio-beneficio sui vaccini anti-Covid a mRNA nei giovani e viene constatato dai risultati dello studio stesso. Il rischio di miocardite risultava maggiore entro 28 giorni dalla vaccinazione sia con BNT162b2 che con mRNA-1273 rispetto all’essere non vaccinati, e maggiore dopo la seconda dose di vaccino rispetto alla prima dose. Il rischio era più pronunciato dopo la seconda dose di Moderna rispetto alla seconda dose di Pfizer e il rischio era più alto tra i maschi di età compresa tra 16 e 24 anni. Emerge dall’osservazione che si verificano da 4 a 7 eventi in eccesso entro 28 giorni per 100.000 vaccinati dopo una seconda dose di Pfizer e da 9 a 28 eventi in eccesso entro 28 giorni ogni 100.000 vaccinati dopo una seconda dose di Moderna. La letalità da COVID in queste fasce di età, nei soggetti sani, è prossima allo zero statistico e sono mesi che dall’analisi degli studi compare il rischio di miocardite soprattutto nei giovani maschi. Uno studio pubblicato su Nature Medicine3 aveva segnalato come il numero di casi di miocardite dopo la seconda dose di vaccino anti Covid di Moderna superassero quelli causati dall’infezione da SARS.CoV.2 nelle persone di età inferiore ai 40 anni in un’indagine condotta su oltre 42 milioni di pazienti inglesi.
L’analisi4 stratificata per età e sesso ha evidenziato nei maschi di età inferiore ai 40 anni un eccesso di 3, 12 e 13 casi di miocarditi/milione nelle 4 settimane dopo la 1°, la 2° e la 3° dose di Pfizer; e ben 12 e 101 casi di miocarditi/milione dopo la 1° e la 2° dose di Moderna. Per gli uomini di età inferiore ai 40 anni, la 2° e 3°dose del vaccino di Pfizer e la 1° e 2° dose del vaccino di Moderna determinano più casi miocardite rispetto a quelli provocati dall’infezione da SARS-CoV-2. La miocardite post infezione è più comune nelle fasce di età più avanzate, la miocardite post vaccinazione è più comune negli uomini più giovani. Questi dati potrebbero essere ancora peggiori per i bambini e per gli adolescenti, di cui attendiamo le analisi. Il numero di soggetti con 3° dose coinvolti nello studio è ancora modesto, ma proporre il booster nell’incertezza che la dose tre riduca effettivamente gli esiti gravi e le ospedalizzazioni negli uomini giovani uomini senza un’esatta conoscenza dei rischi, rappresenta una scommessa che potrebbe rivelarsi azzardata. L’uso del vaccino di Moderna nei maschi con meno di 40 anni andrebbe sospeso, come hanno fatto già altri Paesi, e come avvenuto per quelli di AstraZeneca e J&J.
L’AIFA e le agenzie internazionali dovrebbero pretendere l’esecuzione di studi del genere, con campioni di popolazione ampi, nei vari gruppi di età e, prima ancora, attuare un sistema serio di sorveglianza attiva che da tempo medici, associazioni per il diritto alla salute e per la libertà di scelta vaccinale chiedono che venga attivata. A luglio 2022, confrontando le reazioni avverse per 100.000 dosi di questi vaccini dichiarate nel Rapporto Annuale AIFA con quelle ai vaccini m-RNA pubblicate nei rapporti di V-Safe dei Centers for Disease Control/CDC USA (che hanno invece impiegato sorveglianza attiva), si evinceva che le reazioni avverse nel Rapporto annuale AIFA 2021 risultano 640 volte meno. La Commissione Medico Scientifica Indipendente, che vigila sulla gestione pandemica, guidata dal professor Alberto Donzelli ha analizzato l’ultimo report dell’Aifa e accusa: «Diffonde notizie prive di ogni credibilità. Gli effetti avversi citati sono circa 4.650 volte meno persino rispetto ai riscontri di Moderna. Il sistema è completamente inefficiente».
https://www.assis.it/miocardite-nei-maschi-fino-a-40-anni-i-rischi-e-i-benefici-dei-vaccini/
1 Cardiovascular Manifestation of the BNT162b2 mRNA COVID-19 Vaccine in Adolescents https://www.mdpi.com/2414-6366/7/8/196
2 SARS-CoV-2 Vaccination and Myocarditis in a Nordic Cohort Study of 23 Million Residents https://jamanetwork.com/journals/jamacardiology/fullarticle/2791253
3 Risks of myocarditis, pericarditis, and cardiac arrhythmias associated with COVID-19 vaccination or SARS-CoV-2 infection https://www.nature.com/articles/s41591-021-01630-0.pdf
4 Risk of myocarditis following sequential COVID-19 vaccinations by age and sex https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.12.23.21268276v1