Questa mattina alle 11:30 nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia due giovani del movimento Ultima generazione hanno manifestato la loro richiesta di agire, con urgenza, per fermare il disastro climatico incollando le proprie mani alla cornice del dipinto cinquecentesco “La Tempesta” del Giorgione.
Da molti anni gli storici dell’arte si interrogano sul significato dell’enigmatica opera del Giorgione: un monito per l’umanità, il suo rapporto con la natura, simbologia alchemica o rappresentazione biblica? Il mistero rimane irrisolto.
Un evento catastrofico è all’orizzonte: sconvolgerà la pace e romperà l’equilibrio in cui viviamo lasciando solo rovine. Lo vediamo avvicinarsi, percepiamo la minaccia ma non facciamo nulla per evitarlo. Non è un mistero invece che da molti anni l’evidenza scientifica ci ha resi consapevoli delle drammatiche conseguenze del cambiamento climatico. Ogni giorno siamo testimoni di fenomeni atmosferici estremi in tutto il mondo, a cominciare dal nostro territorio. Circa 50 alluvioni hanno colpito l’Italia negli ultimi 20 anni. Tutta l’Italia è costretta a razionare l’acqua a causa della siccità.
Quando il cielo diventa scuro hai paura anche tu che stia arrivando una tempesta dagli esiti imprevedibili? Sperare non basta, aspettare che passi non è accettabile. Bisogna correre ai ripari perché sappiamo che andrà sempre peggio. L’unica cosa da fare è agire, adesso!
Con l’azione di disobbedienza civile alle Gallerie dell’Accademia, con le voci e i corpi di Beatrice e Bjork chiediamo ancora una volta al Governo di intraprendere azioni concrete verso l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e l’abbandono dei combustibili fossili.
“Ho sempre amato i temporali. Ho sempre amato la pioggia. Ora quando vedo un cielo così nero mi chiedo: servirà davvero per la siccità? Aiuterà davvero quegli alberi diventati troppo presto arancioni, che vedo in città ma anche nei boschi? Ho paura che si trasformi in fretta in un’alluvione, che poi porta via tutto, distrugge il poco che rimane. Già non abbiamo quasi più cibo.
Ho paura di come ancora ci diciamo “è un temporale, passerà”. E intanto proseguiamo la nostra giornata, quando è la cosa più incosciente che possiamo continuare a fare. Ci releghiamo nei musei ad ammirare una natura che nella vita reale continuiamo a distruggere. L’arte non può essere disgiunta dalla Vita. Non possiamo più guardarla attraverso un vetro, senza sporcarci le mani. Sono già macchiate di sangue”, ha dichiarato questa mattina Beatrice.
Alle istituzioni culturali rivolgiamo un appello: Consentite a noi e alle prossime generazioni di essere testimoni della nostra storia, delle splendide opere d’arte e dell’ingegno umano. Ai lavoratori della cultura chiediamo di assumere una posizione netta contro il continuo utilizzo delle energie fossili, scioperando o anche chiudendo i musei per denunciare il sovrasfruttamento del Pianeta e spingere governi e grandi investitori a puntare sulle soluzioni rinnovabili per garantire un futuro a ogni essere vivente.
Neanche in questa campagna elettorale, che vede la maggior parte delle famiglie impoverite, una guerra alle nostre porte, l’intero paese sotto la minaccia della crisi energetica e ambientale e il ricatto energetico dei dittatori dell’economia fossile, stremato dalla siccità, la crisi climatica è considerata una priorità imprescindibile nei programmi delle coalizioni in campo.
Le nostre richieste:
- Interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per ricerca ed estrazione di gas naturale.
- Aumentare la produzione di energia solare e eolica di almeno 20 GW nell’anno corrente e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nel campo delle energie rinnovabili aiutando la transizione dei lavoratori dell’industria fossile verso mansioni innovative e sostenibili.
Non ci fermeremo fin quando dalle parole, dai vuoti annunci, dalle dichiarazioni senza un seguito di azione non cederemo passare la politica ad un’azione o creta nell’interesse della Terra, delle generazioni presenti e future e della giustizia climatica. Ultima generazione continuerà a rischiare sulla propria pelle per chiedere di agire subito per il pianeta.