Scopro oggi l’esistenza di un documento redatto dal gigante finanziario J.P. Morgan e indirizzato a tutti i paesi dell’eurozona. Al suo interno si chiede espressamente di eliminare tutte le costituzioni antifasciste, nate nel dopoguerra. Abbatterle “perché d’intralcio alle necessarie riforme strutturali”. Riforme che sono intese ed espressamente scritte come, estrema deregolamentazione, privatizzazione totale, piena libertà di licenziare, abbassare il costo del lavoro avendo libertà di ridurre il salario dei lavoratori, maggiore libertà e deregolamentazione nelle politiche dei gruppi bancari, ancora maggiore austerità per “alleggerire il debito sovrano e delle famiglie”.
Di questo documento in Italia si può leggerne notizia solo su di una testata on line che tratta di economia, testata che a sua volta lo aveva scoperto dalle pagine del Financial Times; F.T. che ha ben omesso però di raccontare la parte dei contenuti appena descritti.
Di questo documento, nemmeno una semplice menzione sui principali, tanto “liberi e democratici”, quotidiani italiani.
“Eliminare le costituzioni antifasciste!” Mi vengono subito in mente le operazioni del nostro “premier” che tanto si sta impegnando in tal senso, con le recenti e ultime modifiche al testo della Costituzione, con la tanto voluta approvazione del Jobs Act, ovvero libertà totale di licenziare, con l’approvazione del decreto per deregolamentare ulteriormente le già poche regole bancarie.
Una domanda, che credo oggi tutti ci dovremmo porre: A chi risponde allora il signor Renzi? Al suo popolo oppure ai grandi gruppi bancari come J.P Morgan, Goldman Sachs, Bank of America con tutte le grandi e medie compagini bancarie al seguito? E ancora, di chi stanno facendo gli interessi i capi di stato europei, così intenti e indaffarati a stravolgere le nostre Costituzioni per adattarle a trattati e contratti commerciali transnazionali, vedi TTIP; a chi rispondono, ai voleri dei cittadini tedeschi, francesi, italiani, spagnoli, inglesi ed europei in genere, oppure alle grandi corporazioni bancarie che dettano tempi e modi di un’austerità senza fine per l’interesse di pochi? Organizzati e rappresentati questi da enormi gruppi economici, in mano a poche famiglie, i cui piani sono ormai più che chiari, abbattere ogni forma di tutela e regolamentazione per rendere gli Stati e il mondo proprietà privata di una piccola “elite”.
Grazie alla novella della crisi (che loro stessi hanno creato) e tramite prezzolati e sorridenti politici e funzionari statali, abbattere le Costituzioni democratiche ed antifasciste… abbattere tutte le conquiste popolari, sociali e culturali ottenute in secoli di emancipazione e lotte; adesso tutto ciò è più che evidente.
Mi ritrovo a pensare che tale intenzione, era già stata denunciata e analizzata da differenti componenti politiche e sociali, 35-40-45 anni fa…
Un disegno criminale che viene espressamente dichiarato persino dagli artefici stessi. Si sentono forti, sicuri vincitori adesso e non temono più niente. Ma all’epoca ben ricordo che coloro che denunciavano le intenzioni di questo disegno, venivano tacciati di essere visionari, pessimisti oppure peggio ancora estremisti, fanatici, “terroristi”. La realtà che si scorge adesso è ben diversa, gli estremisti, i fanatici e i “terroristi” non erano coloro che denunciavano la pericolosità di questo disegno, non erano nemmeno coloro che informavano o lottavano mettendo al corrente dell’esistenza di un preciso progetto politico; progetto di cui già allora se ne intravedevano le prime avvisaglie e che non erano da intendersi come vaghi effetti collaterali di un mercato che per svilupparsi economicamente aveva bisogno di essere “libero”. No, se di terroristi e fanatici si deve parlare adesso, è dei fautori del disegno stesso del libero mercato. Chi più fanatico se non i costruttori di un mondo retto dalle non regole di un mercato selvaggio, contraddistinto dal non avere scrupoli, né pietà, nessuna forma di rispetto per niente e per nessuno.
Chi più terrorista ed estremista se non i fautori dell’ideologia dell’estremo libero mercato, “liberi” a tal punto che adesso si sentono persino autorizzati a dover spazzare via ogni forma di diversità, ogni forma di regola democratica, ogni parvenza di dignità umana. Ecco arrivata a noi, senza più veli né edulcorazioni, la buona novella del “libero mercato”, un’ideologia così fanatica ed estremista che per sopravvivere deve spazzare via e abbattere tutto ciò che a tale ideologia non appartiene.
Un’ideologia e una politica che nel perseguire il suo fine frantuma, disgrega, corrompe, abbatte, incatena, compra, svende, distrugge, mistifica, stravolge, tutto ciò che si trova davanti.
Mi viene in mente un’amica Barbara Balzerani che in questi giorni attraverso il suo libro “lascia che il mare entri” ci ha narrato di un angelo descritto dal filosofo Walter Benjamin, “l’Angelus Novus” dipinto da Klee: “Un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L’angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che gli non può chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta.”