La Questura di Torino ha revocato i fogli di via a tre degli attivisti di Extinction Rebellion espulsi dalla città il 25 luglio per aver partecipato ad un’azione di protesta in Piazza Castello
“Questa è la conferma che la decisione del Questore era arbitraria e illegittima” dicono gli attivisti. “Adesso chiediamo che siano revocati gli altri 12 fogli di via e che vengano bloccate eventuali nuove notifiche”.
È la mattina del 12 agosto quando Caterina, attivista di Extinction Rebellion, riceve una telefonata inaspettata: una convocazione dalla Questura di Pinerolo. Deve recarsi immediatamente agli uffici di polizia per firmare la revoca del foglio di via con il quale il Questore di Torino l’aveva allontanata per un anno dalla città in cui vive e studia. La gioia e la soddisfazione di Caterina, al telefono, sono palpabili “Su consiglio dell’avvocato, avevamo immediatamente inoltrato istanza di riesame in autotutela. L’esito positivo del riesame è arrivato in meno di tre settimane, in un mese di agosto in cui gli uffici pubblici lavorano a ritmo ridotto” racconta. “Questa è la evidente conferma della necessità di fare marcia indietro su una decisione arbitraria e illegittima del Questore di Torino“. Quello di Caterina non è l’unico foglio di via ad essere stato revocato. Ad oggi, la convocazione in Questura è arrivata anche ad Alessio e Pedro, altri due attivisti del movimento allontanati da Torino per uno e due anni, rispettivamente. Nel frattempo, proprio in questi giorni, il numero degli attivisti di Extinction Rebellion espulsi dalla città con fogli di via obbligatorio è arrivato a 15.
Gli attivisti sperano adesso nella revoca immediata del foglio di via almeno per tutte le sei persone – delle quindici colpite da questa misura restrittiva – che hanno un legame con la città, e che quindi hanno l’esigenza di rientrare a Torino a partire da inizio settembre.
Il 25 luglio, due attiviste del nodo torinese di Extinction Rebellion erano salite con una scala sul balcone del palazzo della Regione Piemonte, per appendere uno striscione con scritto “Benvenuti nella crisi climatica. Siccità: è solo l’inizio”. Un modo appariscente, ma radicalmente nonviolento, per raccontare a tutta la città le responsabilità di una Giunta Regionale che solo qualche mese fa aveva presentato e approvato in Consiglio Regionale tre ordini del giorno sulla promozione di gas fossile, nucleare e settore dell’automotive [Comunicato Consiglio Regionale].
L’azione dimostrativa si era conclusa per ordine del Questore con il sequestro di cassa, microfoni e striscioni, 22 denunce e 15 fogli di via dalla città.
Il sequestro della cassa e del microfono ha avuto l’obiettivo di impedire agli attivisti di spiegare alle persone in piazza le ragioni della propria protesta. Questa scelta, tuttavia, ha avuto l’effetto di negare un diritto costituzionalmente garantito: la libera espressione del proprio pensiero (Art. 21 della Costituzione Italiana). Al sequestro, tuttavia, quel giorno avevano fatto seguito anche la notifica di 22 denunce e 13 fogli di va. Tutte le persone presenti in piazza, infatti, anche chi dava volantini o faceva foto, hanno ricevuto una denuncia penale per Art. 633 e Art. 639 bis (Invasione di edifici o terreni) e Art. 18 TULPS (Manifestazione non preavvisata). Ma ciò che aveva fatto più discutere in città era stata la scelta del Questore di espellere da Torino 13 persone – delle 22 denunciate – per un periodo di 1 o 2 anni. I fogli di via obbligatori sono misure di prevenzione personale previste per “i soggetti che […] mettono in pericolo […] la sanità, la sicurezza o la tranquillità pubblica” secondo il D. Lgs. 159/2011. e 13 fogli di via. “In che modo dare volantini in piazza o fare delle foto mette in pericolo la sicurezza pubblica?” si chiede Caterina.
Numerose associazioni della città, cosi come anche tanti esponenti politici locali e nazionali [Dichiarazione Fratoianni-Evi], in queste settimane hanno espresso la loro solidarietà verso gli attivisti e loro indignazione verso il comportamento della Questura. “Una reazione sproporzionata per un’azione plateale ma assolutamente pacifica” dicono gli attivisti di Extinction Rebellion, “che ha voluto mettere in luce l’inadeguatezza politica della giunta regionale, senza arrecare alcun tipo di danno materiale”.
In attesa di conoscere l’esito delle indagini preliminari per le 22 denunce, Extinction Rebellion, con il supporto del proprio team di avvocati, si prepara a chiedere la revisione dei fogli di via anche per gli attivisti non domiciliati in città.