La lotta per il diritto all’acqua e i diritti dell’acqua.

Il sole non dimentica un villaggio perché è piccolo. (Proverbio africano)

Le nostre società lasciano 2,1 miliardi di esseri umani senza acqua potabile e 4,2 miliardi senza un accesso regolare e sicuro, per mesi all’anno, all’acqua buona per la vita.(1)

Il 28 luglio è nato un nuovo spazio temporale simbolico e concreto di lotte per la giustizia e la pace su scala planetaria. Ciò è stato evidenziato dalle prime manifestazioni a sostegno del 28 luglio di ogni anno come “Giornata del diritto universale all’acqua”, in ricordo della risoluzione delle Nazioni Unite del 28 luglio 2010 che riconosce il diritto universale all’acqua potabile e ai servizi igienici. Le manifestazioni si sono svolte principalmente a Rosario e Gualeguay chu (Argentina), Montreal (Quebec-Canada), Avignone, Parigi e Poitou-Charentes (Francia), Verona, Nardo e Altamura (Italia), Martinrou (Belgio). (2)

Si tratta di manifestazioni promosse dall’Agorà degli Abitanti della Terra in opposizione alla strategia di oblio e di non rispetto di tale diritto perseguita dai gruppi sociali dominanti ostili alla risoluzione dell’ONU. Una strategia che in pochi anni è riuscita a imporre la definizione del diritto all’acqua come “accesso all’acqua su base equa e a un prezzo abbordabile” (in altre parole, il contrario del diritto universale). (3)

Le nostre società non rispettano più il principio del diritto universale all’acqua potabile e ai servizi igienici in quantità e qualità sufficienti per la vita, stabilito dall’OMS, dalla FAO e dall’UNICEF in 50 litri al giorno per persona a spese della collettività (bilancio pubblico coperto dalla fiscalità). Questo principio non compare più nell’Agenda 2015-2030 “Obiettivi di sviluppo sostenibile”. Nel capitolo 6, dove si parla di acqua, l’Agenda 2030 fa riferimento solo all'”accesso all’acqua su base equa ed a prezzo abbordabile.(4) La cosiddetta « transizione ecologica » rappresenta un vero e proprio regresso nel campo del diritto all’acqua (e non solo).

A livello europeo, l’importante Direttiva Quadro sulle acque del 2000, incentrata sull’obiettivo di salvaguardare e promuovere la qualità delle acque europee, non menziona il diritto all’acqua. La revisione della direttiva acqua potabile , parte distinta ma integrante della Direttiva Quadro, approvata il 16 dicembre 2020 dal Parlamento europeo e dal Consiglio dei Ministri dell’UE continua a ignorare questo diritto, malgrado il milione e 800 mila Europei che hanno firmato l’Iniziativa Cittadina Europea Right2Water nel 2013 . Europei sul diritto a/qll’acqua e l’acqua bene comune pubblico.

La revisione non apporta alcuna modifica o novità importante rispetto al testo della Direttiva Quadro. Resta intatto il principio fondamentale dell’economia di mercato capitalista per quanto riguarda la determinazione dei prezzi dei beni e dei servizi di mercato, vale a dire la determinazione dei prezzi sulla base del principio del pieno recupero dei costi, che cosi legittima il profitto.

Questo nonostante anhe il fatto che la revisione della direttiva acqua potabile sia avvenuta dopo la risoluzione dell’ONU e che in Italia più di 27 milioni di italiani abbiano abrogato tale principio con un referendum popolare nel giugno 2011. Ancora oggi, il Commissario europeo per l’Ambiente si limita a predicare il “dogma” del “recupero integrale dei costi” come base per la politica europea dell’acqua.

Il disprezzo da parte dei gruppi dominanti in seno alle istituzioni europee non sorprende. Anche l’intera classe dirigente politica, economica e tecno-scientifica italiana, con qualche piccolissima eccezione, non ha rispettato la volontà “democratica” (del popolo) . La legislazione sull’acqua si basa ancora sul principio del “recupero integrale dei costi”. Negli ultimi 11 anni, l’acqua ha continuato ad essere mercificata e i servizi idrici privatizzati. Questo è un raro esempio macroscopico di incostituzionalità del potere politico pubblico a livello nazionale e europeo! E poi parliamo dei valori di libertà, giustizia e democrazia nelle società occidentali!

A questo proposito, accogliamo con favore i riferimenti al 28 luglio – Giornata del diritto universale all’acqua – fatti dai parlamentari francesi NUPES all’Assemblea nazionale il 28 luglio, in particolare da Gabriel Amard e Mathilde Panot, presidente del gruppo LFI-NUPES(5). Secondo Jean-Claude Oliva, direttore del Coordinamento Eau Isle de France, “non si è mai parlato così tanto di diritto all’acqua all’Assemblea nazionale” (e-mail personale). Importante è stata anche la trasmissione del 28 luglio in Québec (e-mail personale di André Jacob)

Le lotte per il diritto all’acqua devono diventare ancora più forti e popolari, soprattutto di fronte alla crescente scarsità di acqua per la vita, non dovuta a fattori naturali, ma a decenni di predazione, prelievi insostenibili, contaminazione e inquinamento da parte del nostro sistema economico e sociale dominante su scala globale. Ricordiamo l’importanza delle lotte in corso in Messico.

La risposta dei dominanti è semplice: non volendo cambiare il sistema, rendono inevitabile la scarsità d’acqua e invitano tutti a diventare “resilienti” (resistenti e adattabili) alla scarsità. Peggio ancora, il 7 dicembre 2020 la Borsa di Chicago ha deciso di affidare ai meccanismi della finanza speculativa (i mercati dei derivati) la determinazione del prezzo dell’acqua.

In altre parole, se non si ferma la presa di controllo dell’acqua da parte del mercato azionario, l’acqua diventerà più scarsa e i prezzi aumenteranno. Solo chi può pagare avrà accesso all’acqua in base alle proprie esigenze! Non è un’ipotesi. È quanto è accaduto in California e in Australia dove, negli ultimi anni, è stata sperimentata la finanziarizzazione dell’acqua in borsa. Un disastro economico, ecologico e sociale.

Come Agorà abbiamo lanciato nel dicembre 2021 una prima campagna “Liberiamo l’acqua dalla Borsa” con manifestazioni davanti alle Borse di Montreal, Parigi, Bruxelles, Milano, con il sostegno di diversi parlamentari, in particolare europarlamentari.

Lo scorso marzo, un gruppo di parlamentari (35) provenienti da 18 Paesi ha approvato una risoluzione politica “Liberare l’acqua dalla Borsa » – una prima assoluta! Infine, abbiamo raccolto più di 120.000 firme sulla piattaforma change.org a favore della petizione “Liberate l’acqua dal mercato azionario”. (6) Quest’autunno le lotte continueranno e riguarderanno la salvaguardia di tutta la vita naturale del nostro pianeta Terra.

(maggiori informazioni nel prossimo articolo)

Note

(1) https://fr.unesco.org/themes/water-security/wwap/wwdr/2020

(2) Per tutte le manifestazioni, vedi www. agora-humanite.org

(3) Cfr. Riccardo Petrella, Una storia d’acqua “edificante”, https://www.pressenza.com/it/2022/07/una-storia-dacqua-da-cambiare/

(4) ONU, Obiettivi di sviluppo sostenibile. Obiettivo 6: Acqua pulita e servizi igienici. “Garantire a tutti l’accesso a servizi di approvvigionamento idrico e igienico-sanitari gestiti in modo sostenibile”,https://www.un.org/sustainabledevelopment/fr/water-and-sanitation/

(5)https://twitter.com/gabrielamard/status/1552682079376347136?s=20& t=EHt46H4BPAcjGMFatIJWAw (verso la fine) e ,https://twitter.com/MathildePanot/status/1552768134284713986?s=20&t=EHt46H4BPAcjGMFatIJWAw

(6) I risultati delle azioni svolte il 7 dicembre 2021 e dell’incontro internazionale dei parlamentari sono riportati in dettaglio sul sito web www.agora-huimanite.org. Per il testo della petizione (appena aggiornato il 28 luglio), si veda (anche per i Paesi francofoni) https://www.change.org/p/liberiamo-l-acqua-vogliamo-l-acqua-bene-comune-pubblico-mondiale-e-fuori-dalla-borsa.