Ho seguito sulla WEBTV del Parlamento Italiano il 6 luglio 2022 l’audizione alla Commissione Esteri di Francesca Albanese, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori occupati palestinesi del ’67. Ho apprezzato nella sua relazione la competenza e conoscenza della situazione e in modo particolare la sua difesa del Diritto Internazionale.
Avrei atteso da parte del Presidente della Commissione affari esteri e comunitari della Camera dei Deputati, On. Piero Fassino, un ringraziamento per tale chiarezza e ricchezza di analisi.
L’on. Fassino invece, in modo aggressivo e poco consono al ruolo di Presidente di Commissione, ha accusato la dottoressa Albanese di “mancanza di terzietà”, rimproverandola di dare un “eccesso di attenzione al dato giuridico” e alla legalità internazionale e dimenticando che proprio l’accertamento degli illeciti internazionali costituisce la base del mandato della Relatrice delle Nazioni Unite.
Ma queste accuse non gli sono bastate; è andato ben oltre, attribuendo alla Relatrice, riferendosi a un’intervista rilasciata dalla stessa ad Altra Economia, di sostenere l’uso della violenza palestinese, leggendo frasi manipolate e fuori dal contesto.
Molte grave e scorretto che Fassino abbia trattato con fastidio e arroganza la Relatrice dell’Onu, sciorinando la sua conoscenza della storia della nascita di quel paese, sostenendo per gli eventi del 47-48 la narrazione di Israele, messa in discussione anche da storici israeliani.
In realtà Fassino non è nuovo alla sottovalutazione, anzi alla svalutazione del diritto internazionale in nome della realpolitik; altre volte ha avuto modo di esprimere la sua “equidistanza”, che nei fatti rivela una sostegno a chi viola palesemente il Diritto Internazionale, non solo occupando militarmente un paese, ma praticando un regime di apartheid, come ormai denunciato, in primo luogo dai palestinesi, e poi da organizzazioni, solo per citarne alcune, come B’Tselem, Human Rights Watch e Amnesty International.
Rivendicare l’autonomia della politica non significa, come fa Fassino, calpestare il diritto internazionale e mettere sullo stesso piano il paese occupante, che viola i diritti umani e illegalmente costruisce colonie, confiscando terra e risorse ai palestinesi e il popolo palestinese che vive sotto occupazione militare da più di 55 anni. Fassino si prende la libertà di fare a meno del dettato costituzionale e dei valori giuridici della Repubblica in politica estera.
Mi auguro che il Presidente della Commissione Esteri presenti le sue scuse formali alla Relatrice, ma che soprattutto prenda seriamente in considerazione le relazioni degli incaricati Onu, chiedendo a Israele di non ostacolare le loro indagini, visto che finora è stato loro impedito di svolgere sul campo il proprio mandato negando il visto di ingresso in Israele.
Mi chiedo anche se il comportamento del Presidente Fassino non sia espressione di una certa forma di misoginia nei confronti di una donna, l’Avvocata Francesca Albanese, che ricopre un ruolo di estrema importanza e delicatezza, mostrando al mondo le eccellenze del nostro paese.
A lei voglio esprimere la mia solidarietà e rispetto per la sua onestà morale e intellettuale.
Il nostro paese, il nostro Parlamento hanno bisogno di Presidenti di Commissione e di parlamentari che siano all’altezza del loro compito: applicare il Diritto Internazionale e la nostra Costituzione.
L’onorevole Fassino avrà questo coraggio?
Me lo auguro, anche per rispetto alla sua passata appartenenza al partito di Togliatti e Berlinguer.
Luisa Morgantini
Già Vice Presidente Parlamento Europeo
Presidente AssopacePalestina