Due autorevoli appelli contro l’emarginazione dei luoghi di detenzione dalle comunità cittadine arrivano dalla Garante dei diritti per le persone private della libertà personale di Torino e dalla Direttrice del Lorusso e Cotugno
La Garante, Monica Gallo, durante il rapporto annuale ha dichiarato: “E necessario e urgente ripensare come la città possa tornare a dialogare col carcere, evitando che diventi totalmente estraneo da essa. ““Non dobbiamo interrompere la relazione con chi sta scontando una pena“.
La Direttrice del carcere delle Vallette, Cosima Buccoliero, ai nostri microfoni ha parlato di “Carcere che esce, comunità che entra“.
In generale sono le associazioni che si occupano dei detenuti, operando a vario titolo all’interno dei luoghi di detenzione.
Le Mamme in Piazza sono delle cittadine. Hanno avviato un rapporto epistolare continuo dapprima con le detenute, per poi occuparsi sempre più attivamente del carcere torinese. Loro è l’iniziativa della consegna di un frigo per la conservazione dei generi alimentari, iniziativa sostenuta dalla Consigliera regionale Frediani e accolta dalla Direttrice Buccoliero.
Occorre citare anche l’impegno in questo ambito da parte dei NoTav, “terroristi” secondo Molinari, che testimonia una grande apertura nei confronti delle detenute e dei detenuti. Impegno che vede Nicoletta Dosio, che ha vissuto il carcere sulla propria pelle, rifiutando le misure alternative, come prima promotrice.
Impegno che si sta allargando a macchia d’olio: il Manituana (realtà sociale torinese) ha promosso una raccolta di beni di necessità da consegnare ai detenuti, raccolta che vedrà impegnata anche questa volta la Consigliera Frediani.
La Torino sociale, solidale, mostra una grande inclusività nei confronti di chi sta scontando pene detentive all’interno della struttura torinese.
Sono continui i presidi al carcere delle Vallette, sempre presenziati dalla sezione A.N.P.I di Grugliasco, dove viene suonata musica, vengono fatti interventi al microfono – con impianti audio adeguati per far sì che i detenuti possano sentire, quello di ieri era davvero potente – a testimonianza della vicinanza della cittadinanza torinese.
Si tratta di un’avanguardia? E’ indubbio che le Mamme in Piazza stiano diventando a tutti gli effetti una voce autorevole, sono donne, hanno quindi quella forza e quella resilienza che rende inarrestabile la loro determinazione.
Sono la voce di quella Torino inclusiva, democratica e antifascista, che vede con sempre maggior inquietudine e preoccupazione taluni processi repressivi in atto a Torino. Donne che hanno deciso di parlare, denunciare pubblicamente e agire concretamente, da semplici cittadine.
Le dichiarazioni di un’esponente delle Mamme in Piazza:
Parla la mamma di Francesco, 20 anni, incensurato, in detenzione cautelare al Lorusso per i fatti della protesta studentesca contro l’alternana scuola-lavoro e le morti di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci: