Quest’anno al festival di Cannes Forest Whitaker ha ricevuto la Palma d’Onore per il suo impegno umanitario. Attore di grande successo. è un noto pacifista: nel 2012 ha fondato la Whitaker peace & development initiative (Wpdi), una Ong che lavora per la pace e lo sviluppo economico nei territori dilaniati da conflitti armati, in particolare in Uganda, Sud Sudan, Messico, Sudafrica, Camerun, Ciad, Gabon e ha sede anche a Los Angeles. Whitaker è altresì inviato speciale dell’Unesco per la pace e la riconciliazione ed è membro del gruppo di difesa degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.
Quest’anno sulla Croisette ha portato fuori concorso il film da lui prodotto, For the Sake of Peace, diretto da Christophe Castagne & Thomas Sametin . Un documentario che racconta attraverso l’esperienza di Nandege – una giovane madre sudanese, diventata con successo attivista per la pace – le ragioni che spingono gli abitanti del Sudan del Sud a continue guerre. Si tratta prevalentemente di una violenza legata a questioni di potere e a una cultura primitiva e predatoria: gli uomini delle diverse tribù si rubano a vicenda i capi di bestiame al fine di procurarsi la dote o sopravvivere. Nandege, che parla bene inglese e porta con Whitaker il suo messaggio nel mondo, è riuscita contro ogni previsione a far incontrare e riconciliare etnie diverse impegnate in conflitti secolari.
Il film racconta anche del giovane Gatjang, che in un campo profughi di Juba insegna ai bambini a giocare a calcio usando lo sport per trasmettere la cultura della pace e trasformare gli atteggiamenti di rivalsa in competizione agonistica. “For the sake of peace” mette insieme piccole grandi iniziative di esseri umani pervasi da un forte bisogno di cambiamento creativo, attivi per la fine dei conflitti in Sudan, esempio oltre i loro confini.
For the Sake of Peace
Regia di Christophe Castagne e Thomas Sametin.
Con Gatjang Dagor, Nandege Magdalena Lokoro.
USA, FRANCIA 2022.
Durata 94 minuti.