Abbiamo a Padre Kizito Sesana, missionario comboniano e fondatore della Comunità di Koinonia che da tanti anni si occupa della guerra dimenticata dei Monti Nuba di darci una sua opinione sui recenti fatti: ecco qua la sua opinione che molto volentieri pubblichiamo.
Il governo sudanese ha bombardato anche l’ospedale di Msf, ci dicono le agenzie e la stessa grande organizzazione medica. Non è cosa nuova, altri ospedali sono stati bombardati durante la prima fase della guerra, terminata con il cessate il fuoco del 2002, ed è già accaduto anche dopo l’inizio della seconda fase nel giungo del 2011. Non molto tempo fa, il 1 maggio 2014, è stato bombardato l’ospedale di Gidel, il più grande nel territorio controllato dai ribelli, dove prestano la loro opera anche alcune suore comboniane, fortunatamente anche in quel caso senza gravi conseguenze.
Il governo di Khartoum, come ha ampiamente annunciato, dallo scorso novembre ha lanciato un’offensiva militare, la più grande dal 2011, via terra per cercare di riprendere il controllo del vastissimo territorio controllato dai ribelli dallo SPLA-N. Finora sono stati respinti. Hanno quindi intensificato il bombardamenti. Nuba Report, un gruppo di giornalisti locali che documenta fedelmente la situazione, ha registrato lo scorso dicembre oltre 450 bombe lanciate su obiettivi civili, un record mensile che probabilmente in gennaio sarà superato.
Ciò avviene in un contesto che è ormai di disinteresse generale e che fa credere a Khartoum che non sarà mai chiamata a rispondere di questi crimini. Le crisi in Siria, Ucraina e Nigeria sono molto più recenti e più interessanti dal punto di vista geopolitico e oscurano completamente il dramma del popolo Nuba. Per loro è tornato al clima di genocidio degli anni novanta.
Ulteriori informazioni: http://www.amaniforafrica.it/nuba/