La Procura della Corte penale internazionale (CPI) dà il via ad un’inchiesta preliminare sulla situazione palestinese.
L’inchiesta preliminare ha lo scopo di stabilire se lo stato israeliano abbia compiuto crimini contro il popolo palestinese, al seguito dell’inchiesta verrà deciso se ci sono i termini per aprire una vera e propria indagine, a cui potrebbe seguire un vero e proprio processo nei confronti d’Israele. Nel caso venga istituito un processo si aprirebbe un precedente storico essendo la prima volta in cui Israele sarebbe processato per crimini contro la popolazione.
Questa inchiesta rappresenta una reale speranza per la popolazione palestinese, da troppo tempo ormai letteralmente schiacciata e privata di ogni diritto da parte dell’intransigente governo di Benjamin Netanyahu.
L’Ufficio del Procuratore esaminerà quindi tutti gli elementi pertinenti al fine di raggiungere una decisione ed essere pienamente informato se vi sia una base ragionevole per procedere con un’inchiesta ufficiale.
“Oggi ci troviamo di fronte ad una serie di crimini internazionali commessi durante il conflitto israelo-palestinese. Questo passo avanti compiuto dal procuratore della Corte Penale Internazionale è un segnale positivo per le vittime le cui voci non sono mai state ascoltate dalla comunità internazionale “ ha affermato Karim Lahidji, Presidente della Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH)
Il procuratore della CPI Fatou Bensouda analizzerà adesso tutte le informazioni relative a presunti crimini internazionali commessi nel territorio palestinese occupato, compresa l’area di Gerusalemme Est.
Lo Stato palestinese ha formalmente aderito allo Statuto della Corte Penale Internazionale(CPI) il 2 gennaio 2015, depositando l’adesione e come da articolo 13 dello statuto, dichiarando di accettare la giurisdizione della CPI sui crimini commessi nel suo territorio a partire dal 13 giugno, 2014.
Molto del materiale che sarà esaminato dalla Corte Penale Internazionale è stato raccolto durante la missione della Federazione Internazionale dei Diritti Umani, compiuta nel mese di ottobre 2014 all’interno della striscia di Gaza e nella Cisgiordania occupata. Durante la missione sono stati documentati i tragici effetti dell’operazione denominata “Protective Edge Operation” (Operazione Margine di Protezione ); realizzata dall’esercito israeliano su tutti i confini della striscia di Gaza e che ha portato a gravi azioni di discriminazione quotidiana e a crescenti violenze compiute ai danni della popolazione palestinese in tutti i territori occupati.
Altro dato importante da sottolineare, come riportato dallo statuto di Roma della CPI, non ci sono scadenze previste per prendere una decisione finale al termine dell’inchiesta preliminare. Implicitamente ciò significa che l’inchiesta può essere protratta senza limiti di tempo raccogliendo sempre nuovi elementi finalizzati alla decisione se aprire poi una vera e propria inchiesta e un successivo processo. Si spera così che l’intervento della corte penale possa realmente contribuire al rafforzamento dello stato di diritto per il popolo palestinese e possa essere un valido deterrente per prevenire ulteriori reati.