L’anno scorso, il 22 aprile 2021, gli equipaggi a bordo della Ocean Viking della ONG europea SOS MEDITERRANEE sono stati testimoni diretti delle drammatiche conseguenze di un ennesimo naufragio nel Mediterraneo, costato la vita a circa 130 persone. 

In seguito a questo evento, insieme alle altre organizzazioni del soccorso in mare, l’avevamo incontrata poco meno di un anno fa, per allertarla sulla situazione nel Mediterraneo centrale, perché soccorrere vite in mare è un obbligo giuridico oltre che morale. In particolare, avevamo attirato la sua attenzione sull’inadeguatezza della Guardia Costiera libica e sull’illegittimità giuridica delle intercettazioni e dei respingimenti operati da quest’ultima a danno di decine di migliaia di esseri umani in fuga dai “lager libici”.

Un anno dopo la situazione non è cambiata. Continuiamo ad assistere a una terribile mancanza di coordinamento delle operazioni di ricerca e soccorso, così come a una terribile mancanza di mezzi per condurre queste operazioni, con la conseguente perdita di vite umane.

Dal 2014, più di 20.000 uomini, donne e bambini sono morti o scomparsi nel Mediterraneo. 

Nessuno degli accordi e delle misure adottate dagli Stati dopo la fine dell’operazione italiana Mare Nostrum è mai riuscito a diminuire il tasso di mortalità. Le ONG hanno cercato di riempire il vuoto lasciato dagli Stati, salvando 9.840 persone solo nel 2021, ma in assenza di un coordinamento efficace delle operazioni di ricerca e salvataggio, le tragedie continuano senza sosta. Solo nel 2021, almeno 1.553 persone sono morte o scomparse nel Mediterraneo centrale. Dall’inizio del 2022, sono già quasi 500 le vite perse. I valori europei vengono gettati in mare e il diritto viene violato.

Il salvataggio in mare è un obbligo degli Stati, oltre che un dovere morale. I Paesi europei e l’Italia devono ritornare a degli standard decenti di tutela della vita umana, nel rispetto dei propri principi fondanti. 

Così, le nostre richieste, ripetute negli ultimi mesi, rimangono le stesse e qui intendiamo reiterarle:

– L’istituzione nel Mediterraneo centrale di operazioni di salvataggio marittimo trasparenti, legali, sicure e potenziate con mezzi di soccorso guidati dagli Stati, in conformità con quanto previsto dal diritto marittimo e internazionale, senza ulteriori indugi.

– La mobilitazione immediata di centri di coordinamento del salvataggio marittimo efficaci e responsabili e la sospensione del sostegno alle autorità libiche: sebbene alle autorità libiche sia stata data ufficialmente la responsabilità di coordinare le attività di ricerca e soccorso (SAR) al largo delle coste libiche dal giugno 2018, la Libia è attualmente uno Stato fallito con due governi rivali. Di fatto, le autorità libiche non sono in grado di coordinare efficacemente la zona SAR al largo delle coste libiche nello spirito del diritto marittimo e internazionale. Il più delle volte, non rispondono alle nostre richieste di coordinamento quando c’è un caso di imbarcazione in difficoltà. Inoltre, come riconosciuto anche dal governo tedesco all’inizio di quest’anno, i loro interventi utilizzano “un comportamento inaccettabile”.

Per questo, la Germania ha deciso di interrompere il coinvolgimento dei suoi servizi militari negli addestramenti della Guardia Costiera libica. Riteniamo una tale decisione coerente col diritto internazionale e la tutela della dignità delle persone e incoraggiamo dunque l’Italia e altri paesi europei a seguire questo esempio. Infine, le autorità libiche che intercettano le imbarcazioni in fuga rimpatriano sistematicamente e illegalmente i sopravvissuti in Libia, che non è un luogo sicuro, come ripetutamente affermato dalle istituzioni dell’ONU e dell’UE e nuovamente ribadito nell’ultimo rapporto della missione d’inchiesta nominata dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite.

Ogni volta che si verifica un naufragio, speriamo che sia l’ultimo. Poiché siamo ancora convinti che molte tragedie potrebbero essere evitate, crediamo che sia essenziale ripetere la nostra richiesta di azioni urgenti.

A tal fine, Ministra Lamorgese, chiediamo quali iniziative concrete sono state prese dall’Italia con gli altri Paesi europei, nel corso dell’ultimo anno, per assicurare operazioni di soccorso coordinate e tempestive, in modo che salvare vite umane torni ad essere una priorità che ha la precedenza su ogni altra considerazione politica.

Inoltre, qual è la tabella di marcia del governo italiano, con l’arrivo dell’estate, per fare in modo che non si ripetano più le inaccettabili tragedie che hanno portato alla morte di 1.553 persone lo scorso anno?

Medici senza Frontiere, Emergency, Sea Watch, Open Arms, Mediterranea Saving Humans, ResQ – People Saving People, Sos Mediterranee e Alarm Phone.