Sono 97 le persone arrestate sinora in relazione ai fatti violenti occorsi il 26 settembre scorso a Iguala, nello stato meridionale di Guerrero, dove dopo una violenta operazione di polizia mancano ancora all’appello 42 studenti – erano 43, uno è stato ritrovato nel frattempo il cadavere – della Escuela Normal di Ayotzinapa.
Il capo della sezione criminale della Procura generale della Repubblica del Messico, Tomás Zerón de Lucio, ha comunicato ai familiari dei ‘desaparecidos’ che sono stati emessi altri 45 mandati di cattura: fra questi ce n’è un altro per “sequestro di persona” a carico dell’ex sindaco di Iguala, José Luis Abarca Velázquez, agli arresti dal 5 novembre e detenuto in un carcere di massima sicurezza.
Appena lunedì la moglie dell’ex sindaco, María de los Ángeles Pineda, anch’ella arrestata a novembre insieme al marito, aveva ricevuto un nuovo atto formale di incarcerazione per presunti legami con il gruppo criminale Guerreros Unidos, a cui presumibilmente avrebbe concesso protezione e sostegno economico fin dal 2005. Guerreros Unidos avrebbe agito di concerto con la polizia municipale di Iguala nella ‘scomparsa’ degli studenti rispondendo agli interessi politici di Abarca e Pineda.
Tomás Zerón de Lucio ha al contempo precisato che fino a questo momento non ci sarebbero prove del coinvolgimento dei militari, come invece sostengono i familiari dei ragazzi che restano mobilitati al livello nazionale per chiedere “il ritorno, vivi” dei loro figli.
Felipe de la Cruz, portavoce dei familiari dei ‘desaparecidos’, ha accettato di riprendere i colloqui con il governo, ma ha precisato che le proteste continueranno fino a quando gli studenti saranno trovati.