390 pazienti su 392 sono guariti grazie alle terapie domiciliari anti-Covid in fase precoci somministrate dai medici volontari aderenti a IppocrateOrg. Questo ciò che ha affermato il primo studio sull’efficacia e sicurezza delle terapie precoci contro il Covid-19 condotto dal Centro di Ricerca in Farmacologia Medica dell’Università dell’Insubria (Varese), coordinato dal professor Marco Cosentino, e IppocrateOrg, il network internazionale, fondato da Mauro Rango e composto da medici, scienziati e professionisti del settore sanitario impegnati nella cura precoce del Covid-19.
Il titolo del lavoro scientifico è: “Trattamento precoce del Covid19: un’analisi restrospettiva di 392 casi in Italia”. Lo studio, consultabile su MedRxiv12 (la piattaforma di lavori scientifici pre print) deve essere ancora sottoposto alla verifica di scienziati diversi dagli autori.
Dieci medici volontari, aderenti alla rete di IppocrateOrg, hanno fornito in forma anonima i dati su 392 pazienti affetti dal Covid19 nel periodo tra il 1° novembre 2020 e il 31 marzo 2021.
Dall’analisi è emerso che, applicando le terapie precoci, 390 pazienti sono guariti (il 99,6% del campione), uno è morto dopo il ricovero ospedaliero e un altro non ha più dato sue notizie al medico che lo seguiva.
Secondo i dati elaborati, mentre in Italia, nello stesso periodo, la letalità del Covid era tra il 3% e il 3,8%, nello studio di IppocrateOrg e dell’Università di Varese è stata dello 0,2%.
L’età media dei pazienti studiati è stata di 48 anni e 5 mesi: il 34,9% di loro aveva pregresse malattie croniche, per lo più cardiovascolari; il 26% era in sovrappeso; l’11,5% obeso.
Il 50% dei pazienti è stato preso in carica dai medici di IppocrateOrg allo stadio 1 della malattia, in cui vi sono sintomi influenzali senza complicazioni polmonari. Il 34,4% è stato preso in carico in una fase più avanzata della malattia, ovvero negli stadi 2a e 2b in cui si manifestano sintomi e complicanze polmonari.
Solo il 5,8% dei pazienti seguiti dai medici di IppocrateOrg e osservati nello studio ha avuto bisogno di ricovero ospedaliero. Quindi, ciò che si può osservare è una drastica riduzione di letalità e dei ricoveri grazie all’utilizzo di terapie domiciliari in fase precoce.
Contrariamente al governo che ha consigliato nelle sue linee guida ufficiali l’assunzione di Tachipirina e la vigile attesa del paziente, l’approccio terapeutico di IppocrateOrg è stato quello di curare la malattia ai primi sintomi, prevalentemente con farmaci anti-infiammatori e antibiotici, e seguendo protocolli di terapie differenziate a seconda della gravità dei sintomi e dello stadio della malattia.
I farmaci somministrati ai pazienti, su indicazione dei medici di IppocrateOrg, sono variati a seconda della gravità dei sintomi e sono per lo più vitamine e integratori, aspirina, antibiotici, cortisonici, idrossiclorochina, eparina, colchicina, ossigenoterapia e ivermectina.
Per i risultati positivi che ha dato in termini di riduzione dei ricoveri ospedalieri e della letalità, questo lavoro scientifico dovrebbe essere preso in considerazione dai medici impegnati nella cura del Covid e dai decisori politici che gestiscono l’emergenza sanitaria.