Il mese scorso ha visto una cascata di notizie sul fronte delle armi nucleari. Alla Conferenza di Vienna sull’Impatto Umanitario delle Armi Nucleari hanno partecipato 157 nazioni, compresi Stati Uniti e Regno Unito. Dopo la conferenza, la terza di una serie, l’Austria, paese ospitante, ha rilasciato una storica promessa di lavorare ‘per identificare e perseguire misure efficaci per colmare il divario legale per proibire ed eliminare le armi nucleari’, e di collaborare con tutti i gruppi importanti per ‘stigmatizzare, proibire ed eliminare le armi nucleari alla luce delle loro inaccettabili conseguenze umanitarie e rischi collegati’. Almeno 42 paesi inizieranno ora il processo politico di redigere un trattato per vietare le armi nucleari (aderendo alla Biological Weapons Convention [Convegno sulle armi biologiche] del 1972 e alla Chemical Weapons Convention [Convegno sulle armi chimiche del 1993).
Sempre in dicembre, le isole Marshall, soggette a 67 test nucleari da parte degli Stati Uniti negli anni ’40 e ’50, hanno presentato argomenti scritti al Tribunale mondiale, rimproverando gli 8 stati in possesso di armi nucleari. Lo stato del Pacifico (le Marshall), con una popolazione di meno di 70.000 abitanti, vuole che il Tribunale mondiale ordini agli stati con armi nucleari firmatari del Trattato di Non Proliferazione del 1968 (TNP), di essere all’altezza della loro promessa nel TNP di porre fine alla corsa alle armi ‘in una data precedente’ e di negoziare un trattato per un disarmo completo’.
In dicembre, l’India ha segnato due progressi importanti della sua capacità di armi nucleari terrestri, con il primo test ben riuscito del missile Agni-IV con una gittata di più di 4.000 km, il primo missile balistico indiano in grado di trasportare testate nucleari fin dento la Cina, e il test della piattaforma di lancio per l’Agni-V che ha una gittata fino a 5000 km, che può raggiungere tutta la Cina. (Nel 2016, oltre a impiegare l’Agni-V, l’India programma di mettere in servizio il suo primo missile nucleare che trasporta sottomarini, completando la sua ‘triade’ nucleare aria-terra-mare).
Come è ben noto, l’India ha combattuto varie guerre con i suoi vicini (Pakistan e Cina) sin dalla sua nascita come nazione indipendente nel 1947, e la guerra con il Pakistan resta una minaccia sempre presente.
Meno noto è il fatto che una guerra nucleare ‘limitata’ tra Pakistan e India creerebbe un massiccio apporto di polveri nere (fuliggine) nell’atmosfera che ridurrebbero le precipitazioni e le temperature in tutto il mondo, per un decennio – con un impatto devastante sull’agricoltura mondiale. Studi messi insieme nel 2013 da una federazione di organizzazioni mediche: Medici internazionali per la prevenzione della guerra nucleare (International Physicians for the Prevention of Nuclear War) e l’organizzazione Medici per la Responsabilità Sociale (Physicians for Social Responsibility), indicano che ‘Oltre al miliardo di persone nel mondo in via di sviluppo, che affronterebbero una possibile inedia, 1,3 miliardi di persone in Cina dovrebbero fronteggiare ina grave insicurezza alimentare.’
Altre notizie di armi nucleari in dicembre comprendevano la minaccia russa di piazzare armi nucleari in Crimea, la provincia dell’Ucraina che la Russia si è annessa illegalmente nel marzo 2014: un voto all’Assemblea Generale dell’ONU che chiedeva a Israele di rinunciare alle sue armi nucleari, di firmare il TNP e di mettere le sue strutture nucleari in un sistema di ispezione internazionale; notizie di sistemazione, da parte della Cina, di missili balistici a lunga gittata sui suoi sottomarini di classe Jin.
Ogni situazione è diversa, e ogni stato che ha armi nucleari affronta forze diverse che lo spingono a prendere parte alla corsa alle armi nucleari. Così, mentre vari organi di stampa occidentali hanno cercato di far montare la paura per attacchi nucleari lanciati da sottomarini cinesi contro gli Stati Uniti, vari anni fa si è fatto notare che il sottomarino di classe Jin è più rumoroso dei sottomarini russi costruiti negli anni ’70, rendendoli molto vulnerabili per la guerra sottomarina degli Stati Uniti se si avventurassero oltre le Hawaii per portare nel loro raggio di azione gli Stati Uniti continentali. Nel 2009, Hans M. Kristensen della Federazione degli scienziati americani, ha osservato che questa vulnerabilità probabilmente significava che la capacità del missile balistico sul sottomarino Jin veniva sviluppata a causa degli ‘scenari regionali che comprendevano l’India o la Russia che hanno forze anti-sottomarini di minore capacità.’
In base alla logica della corsa alle armi, lo sviluppo della capacità del missile balistico lanciato dal sottomarino Jin è un fattore che guida la spinta dell’India ad avere una sua forza di missili balistici lanciati dai sottomarini. Date queste molte e complesse dinamiche, è impossibile trovare una singola misura che ridurrebbe la minaccia di guerra nucleare in tutto il mondo.
Tuttavia c’è una misura che farebbe una notevole differenza che dovrebbe forse essere il focus immediato dei tentativi di disarmo.
Ci sono stati molti suggerimenti per le priorità a breve termine. Nel periodo precedente alla Conferenza di Vienna sull’Impatto Umanitario delle Armi Nucleari, sono stati espressi dei pensieri su questo in base a una prospettiva dell’establishment, da Łukasz Kulesa, Direttore di Ricerca della European Leadership Network, un gruppo di esperti di politica estera con base a Londra. Kulesa disdegnava l’idea che la ‘totale eliminazione delle armi nucleari può essere ottenuta adottando dei trattati senza la presenza dei principali protagonisti nucleari’, definendo un tale testo del trattato come un ‘castello di sabbia’. Sosteneva che abbiamo bisogno di idee che non accettino la divisione del mondo tra fautori idealisti del disarmo e realisti nucleari, ma piuttosto elaborando un’agenda che fautori realisti del disarmo possono appoggiare.
Kulesa ha proposto tre priorità. Per prima cosa ha osservato che ‘l’attrattiva delle armi nucleari sembra essere aumentata e può essere diminuita in modo significativo soltanto se la stabilità del sistema internazionale in quanto tale viene ristabilita’. Secondo, ha osservato:
‘Una cosa ugualmente preoccupante è che alcuni stati hanno sviluppato sia gli armamenti nucleari che la dottrina per l’uso delle armi nucleari sul campo di battaglia, per colpire obiettivi particolarmente importanti o per fermare un attacco convenzionale da parte di un avversario…Rivelare la delusione pericolosa delle armi nucleari “del solo campo di battaglia” dovrebbe essere una priorità, specialmente dal momento che una sola detonazione a bassa emissione avrebbe conseguenze politiche, umanitarie e ambientali disastrose.’
Infine, Kulesa ha fatto notare il pericolo che l’incontro per la Conferenza di Riesame del TNP nell’aprile 2015 potrebbe fare in modo che alcuni membri abbiano la tentazione di ritirarsi dal Trattato come modo di dimostrare la loro frustrazione per la lentezza nell’onorare gli obblighi per il disarmo nucleare’.
C’è una misura che aiuterebbe a occuparsi di tutte e tre le preoccupazioni di Kulesa che sarebbe che tutti gli stati con armi nucleari dichiarate firmino una ‘garanzia di sicurezza negativa’ nucleare legalmente vincolante e inclusiva. Una garanzia di sicurezza positiva è una promessa di agire in appoggio della sicurezza di un altro stato se esso è a rischio. Una garanzia di sicurezza negativa è un impegno a non intraprendere azioni (specificate) che potrebbero mettere in pericolo la sicurezza di un altro stato. In relazione alle armi nucleari la garanzia di sicurezza negativa (NSA – Negative Security Assurance) più urgentemente necessaria è una promessa da parte di tutti gli stati con armi nucleari dichiarate di non usare mai o di minacciare di usare armi nucleari contro uno stato che non ne possiede e che non ne ha mai usate.
Questa semplice misura è stata impossibile da ottenere. Gli Stati Uniti sono stati costretti gradualmente a eliminare delle scappatoie dalla loro NSA, con il risultato che nel Riesame della Posizione sul Nucleare del 2010, il testo era stato semplificato fino a questo punto: ‘gli Stati Uniti non useranno o non minacceranno di usare armi nucleari contro stati privi di armi nucleari che fanno parte del TNP e in conformità ai loro obblighi di non-proliferazione nucleare’. Gli Stati Uniti si assumono la responsabilità di decidere se uno stato senza armi nucleari è in conformità con questi obblighi del TNP. Ha anche esplicitamente scelto di usare le armi nucleari per scoraggiare ‘un attacco con armi convenzionali o con armi chimiche e biologiche (CBW – Chemical and Biological Weapons) o un attacco contro gli Stati Uniti o contro i suoi alleati o soci lanciato da uno stato con armi nucleari o da uno stato che non le possiede e non in conformità con gli obblighi del TNP’ (secondo il punto di vista degli Stati Uniti).
Anche il Riesame della Difesa Strategica e della Sicurezza fatto dalla Gran Bretagna nel 2010 ha eliminato le scappatoie che c’erano nelle sua precedenti NSA: ‘il Regno Unito non userà o minaccerà di usare armi nucleari contro stati che non le posseggono e che fanno parte dell’NPT…questa garanzia non si applicherebbe a qualsiasi stato che abbia commesso un’infrazione sostanziale degli obblighi di non proliferazione’. Il Regno Unito ha quindi espresso una più ampia riserva, rispetto agli Stati Uniti, riguardo ad altre armi di distruzione di massa (WMD – Weapons of Mass Destruction) : ‘Osserviamo anche che mentre attualmente non c’è alcuna minaccia diretta al Regno Unito o ai suoi interessi da parte di stati che sviluppano capacità in altre armi di distruzione di massa, per esempio quelle chimiche e biologiche, ci riserviamo il diritto di controllare questa garanzia se lo renderanno necessario future minacce, sviluppo e proliferazione di queste armi.’
Quindi il Regno Unito ha incluso le armi chimiche e anche quelle biologiche in questa eccezione; sembra che minacci gli stati che non possiedono armi nucleari in conformità con i loro obblighi per il TPN che hanno sviluppato CBW, e ha menzionato esplicitamente le minacce di CWB contro gli ‘interessi vitali’ della Gran Bretagna (non soltanto del territorio britannico) come giustificazione dell’uso o della minaccia di uso di armi nucleari.
La Cina, invece, fin dall’inizio ha offerto una NSA senza condizioni a tutti gli stati che non hanno armi nucleari, sia che facciano parte oppure no dell’NPT (e anche una promessa di non usarle per primi verso stati che hanno le armi nucleari), e ha espresso la sua disponibilità a firmare un trattato di NSA legalmente vincolante.
L’importanza di un trattato legalmente vincolante senza scappatoie per la NSA è che restringe la capacità degli stati con armi nucleari di impegnarsi nella coercizione nucleare o nell’intimidazione, cioè quello che in un mio saggio precedente ho definito terrorismo nucleare.
Questo è un esempio di quella che è stata chiamata ‘riforma non riformista’. Promettere di non usare armi nucleari contro paesi che non le possiedono, sembra completamente chiaro e semplice per la maggior parte delle persone. E tuttavia la Gran Bretagna, la Francia, la Russi e gli Stati Uniti si sono opposte ostinatamente ad assumersi un impegno legalmente vincolante a questo scopo.
Se nessun trattato perle NSA senza scappatoie venisse firmato, esso ridurrebbe l’attrattiva delle armi nucleari, e contribuirebbe alla stabilizzazione del sistema internazionale; eliminerebbe un’importante giustificazione per lo sviluppo da parte degli Stati Uniti di testate nucleari a bassa forza esplosiva, e darebbe nuova forza al TPN (specialmente se le NSA fossero limitate agli stati membri del TPN, privi di armi nucleari – sebbene in quel caso si dovrebbe dire chiaramente che sarebbe l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA), che deciderebbe chi era conforme ai propri obblighi in campo nucleare, non gli Stati Uniti o il Regno Unito unilateralmente).
E’ possibile che il trattato per le NSA potrebbe diventare parte di quello che l’Austria chiama ‘riempire il divario legale per la proibizione e l’eliminazione delle armi nucleari’. E’ anche possibile che un trattato per le NSA senza scappatoie, legalmente vincolante potrebbe essere l’esito più utile a breve termine della pressione esercitata dai paesi che perseguono l’abolizione di un trattato nucleare. Quello che è certo è che se la comunità mondiale non potrà costringere gli stati con armi nucleari dichiarate a firmare un trattato per le NSA legalmente vincolante senza scappatoie, non sarà mai in grado di costringerli al disarmo. Questo è realismo nucleare.
Di Milan Rai
Traduzione di Maria Chiara Starace