Qualche settimana fa, mi sono imbattuto in una campagna di crowdfunding che ha suscitato la mia curiosità: si tratta di chiedere al potenziale pubblico di lettori di diventare parte integrante del progetto editoriale creato attorno ad un libro. Nella fattispecie, F-Day – il risveglio dell’uomo, è un romanzo solarpunk dalle atmosfere sincopate che narra le vicende di un uomo comune alle prese con un sogno: quello di trasformare radicalmente il sistema socio-economico a favore di un’economia non più basata sulle logiche del profitto e della competizione.
La campagna di crowdfunding si trova ora nella sua fase finale e mancano ormai poche decine di pre-ordini per permettere a questo progetto editoriale di raggiungere gli scaffali delle librerie di tutta Italia. Se volete contribuire alla campagna di crowdfunding del libro potrete effettuare qui il vostro pre-ordine: https://bookabook.it/libro/f-day-risveglio-delluomo/
Abbiamo intervistato per voi il suo autore, Colin R. Turner, per farci spiegare quale sia l’idea che ha ispirato in lui la scrittura del libro.
Le logiche dell’efficientismo, dell’utilitarismo, della competizione, del mercato, della crescita economica, del materialismo capitalistico sono veramente il futuro dell’Umanità?
In primo luogo, le nostre attuali modalità operative sono tutt’altro che efficienti e ancora meno utili, se consideriamo i costi esterni per l’ambiente e il benessere reale di una società motivata dal profitto. Una società efficiente non distruggerebbe mai l’ambiente da cui dipende, né negherebbe ai suoi membri l’accesso alle cose di cui hanno bisogno come cibo, riparo, assistenza sanitaria, ecc.
Come semplice esempio, basti pensare che sono ormai decenni che avremmo la capacità di superare il petrolio e che siamo consapevoli del danno che il suo utilizzo provoca, eppure lo usiamo ancora ed è probabile che continueremo a farlo negli anni a venire. Una società efficiente avrebbe reagito a questo problema anni fa. Il motivo per cui non l’abbiamo fatto è dovuto al profitto: ci sono troppi interessi particolari nel mantenere quell’attività.
Credo tuttavia che molte persone stiano ora iniziando a rendersi conto che il nostro attuale modo di vivere è insostenibile nel lungo termine. Greta Thunberg e movimenti come Extinction Rebellion stanno catturando i cuori e le menti delle persone di tutto il mondo. L’idealismo del cambiamento non è più appannaggio di qualche “eccentrico” o degli “emarginati sociali”. Questa volontà di cambiamento sta diventando mainstream e sarà quindi sempre più difficile per le persone continuare a negare che qualcosa debba cambiare nel modo in cui viviamo. E questa è una cosa positiva.
Ma c’è ancora un problema. Tutte le soluzioni finora presentate: eco-capitalismo, carbon tax, energia sostenibile, reddito di base universale, auto elettriche, agricoltura verticale, ecc., non affrontano ancora il problema centrale: la nostra dipendenza dai consumi. Sebbene tutte queste iniziative siano passi positivi, sono volte principalmente a sostenere il nostro attuale stile di vita consumistico, piuttosto che metterlo in discussione. In altre parole, il capitalismo e la crescita continuerebbero come sempre, anche se facessimo tutte queste cose.
Quindi, a mio avviso, tutte le idee “verdi” sono semplicemente modi per supportare un comportamento fondamentalmente patologico indotto nella nostra specie. Anche se potremmo essere in grado di ridurre il nostro impatto ambientale, il futuro della nostra società rimarrà ineguale e conflittuale finché noi stessi non cambieremo le nostre aspettative sulla vita e sul mondo. Fino a quando non comprenderemo la nostra posizione di custodi della Terra con poteri divini che dobbiamo esercitare giudiziosamente e responsabilmente a beneficio di tutti.
Nel tuo libro parli di “Economia del Libero Accesso”, ma che cos’è?
Un’economia del libero accesso si fonda su una società in cui l’accesso a beni e servizi viene garantito a tutti, senza un prezzo o un prerequisito; in questo tipo di società la condivisione e il volontariato sostituiscono il commercio, con la consapevolezza che quando tutti contribuiscono, tutti ne traggono beneficio.
Si basa su valori educativi che insegnano alle persone come comportarsi al meglio, in una comunità e in un ambiente condiviso. Con le informazioni appropriate e una cultura di supporto, possiamo fare del volontariato il nuovo “lavoro” per realizzare ogni tipo di progetto, ma senza penalizzazioni/ricompense/disparità nella disponibilità di denaro.
Una società basata sulla condivisione riduce automaticamente lo sfruttamento di persone e risorse, il consumismo e l’inquinamento; il lavoro volontario è anch’esso maggiormente efficiente, in quanto lo sforzo è condiviso, contrariamente da quanto accade nel nostro modello attuale.
Ma com’è possibile un mondo senza denaro?
Non esiste un modo definitivo per dire che è possibile perché non ci sono precedenti, ma molti indizi ci porterebbero a pensare che lo sia.
Sappiamo che i nostri lontani antenati operavano sulla base di una sorta di accordo di reciprocità, piuttosto che sul modello di mercato che usiamo oggi; sappiamo che le famiglie, gli amici o i colleghi favoriscono ancora oggi questo tipo di accordi di reciprocità, poiché alimentano la fiducia all’interno del gruppo; sappiamo quanto la tecnologia abbia semplificato le nostre vite negli ultimi 200 anni, rendendo tecnicamente obsoleta la scarsità; sappiamo che la tecnologia si svilupperà esponenzialmente, diminuendo così il bisogno di lavoro umano; sappiamo anche che il volontariato è già popolare, nonostante sia finanziariamente proibitivo dedicarcisi.
Tuttavia, non sappiamo se un accordo di reciprocità possa funzionare su larga scala, cioè con miliardi di persone, e i maggiori ostacoli alla sua realizzazione potrebbero essere l’interesse privato e la mancanza di fiducia.
Ma l’interesse privato e la mancanza di fiducia sono notevolmente esacerbati dalla cultura del denaro. Il denaro è una risorsa scarsa per la quale competiamo e il commercio inibisce le reali relazioni umane. Quando paghiamo per un bene o un servizio, non ci interessa da dove viene, purché sia quello che ci aspettiamo. Ciò rimuove dal quadro l’opportunità di riporre fiducia nelle persone coinvolte, ma poiché il bene o il servizio è collegato a una risorsa scarsa, questo aumenta la mancanza di fiducia.
Ci sono tutte le ragioni per credere che la fiducia, in una cultura post-monetaria, aumenterebbe man mano che diventiamo più apertamente e personalmente dipendenti gli uni dagli altri. Inoltre, la nostra cultura basata sull’interesse privato verrebbe senza dubbio ridimensionata una volta che sperimentiamo e beneficiamo noi stessi il valore intrinseco di una società fondata sulla reciprocità.
Un mondo senza soldi è un contratto sociale completamente nuovo. Ci sono molti modi per dimostrare che è possibile, ma alla fine dipenderà solo da noi. Lo sceglieremo e lo renderemo possibile? Personalmente credo che col tempo i benefici diventeranno evidenti e alla fine sceglieremo questa strada.
Se volete contribuire alla campagna di crowdfunding del libro potrete effettuare qui il vostro pre-ordine: https://bookabook.it/libro/f-day-risveglio-delluomo/
di Lorenzo Poli e Veronica Tarozzi