Nel momento in cui, per la prima volta dall’inizio della guerra, si apre una possibilità di dialogo per un negoziato tra la Russia e l’Ucraina, può essere utile leggere la posizione della Serbia, resa pubblica lo scorso 25 febbraio.
Tra le prese di posizione ufficiali, nel momento in cui cresce l’apprensione dell’opinione pubblica internazionale per gli sviluppi della guerra e i destini della pace sul suolo ucraino e nel continente europeo, meritevole di attenzione è quella della Serbia, paese-crocevia per eccellenza, militarmente neutrale, legato alla Russia da una solida tradizione di amicizia e di cooperazione, ma, da tempo, impegnato in direzione dell’adesione all’UE.
Lo scorso 25 febbraio, il presidente della repubblica, Aleksandar Vučić, ormai giunto pressoché alla fine del suo mandato presidenziale, in vista delle elezioni presidenziali e parlamentari, in programma per il prossimo 3 aprile, si è rivolto ai cittadini e alle cittadine, con un discorso dalla sede del Palazzo di Serbia. Parte centrale del discorso è consistita nell’illustrazione delle conclusioni cui è giunto il Consiglio di Sicurezza nazionale serbo. Il documento, che enuclea la posizione serba ufficiale nella crisi ucraina, si articola a sua volta in 15 punti.
La Serbia esprime sincero rammarico per gli eventi nell’Est dell’Europa perché sia la Russia sia l’Ucraina sono paesi amici. Si ribadisce che la perdita di vite umane in Ucraina è una autentica tragedia.
La Serbia rispetta l’integrità territoriale e l’indipendenza politica degli Stati come principio fondamentale; ed è a sua volta impegnata a preservare la propria integrità territoriale, così come l’integrità degli altri paesi.
«Non vi è nulla da obiettare alla Serbia, quanto alla sua coerenza nel rispetto del diritto internazionale».
La Serbia fornisce pieno sostegno all’integrità territoriale dell’Ucraina e ritiene un grave errore la violazione dell’integrità territoriale di qualsiasi Stato, compresa l’Ucraina.
La Serbia è impegnata a preservare la pace nella regione, il che è di fondamentale importanza per lo sviluppo economico del paese. Principio fondamentale del diritto internazionale contemporaneo, si ribadisce, è quello della risoluzione pacifica delle controversie. Preservare la pace è interesse vitale del popolo serbo.
La Serbia sarà guidata esclusivamente dai propri interessi nel prendere in considerazione l’eventualità di sanzioni contro qualsiasi Stato, inclusa la Russia, e ritiene non sia nel proprio interesse imporre sanzioni ad alcuno Stato.
Partendo dal principio della neutralità militare della Serbia, è necessario che tutte le attività militari e di polizia con partner stranieri siano interrotte e non siano svolte nuove attività di tal genere fino a nuova comunicazione.
La Serbia adotterà inoltre tutte le misure necessarie per proteggere i suoi cittadini in Ucraina. Gli organi statali faranno tutto il possibile per impedire che i cittadini serbi si uniscano al conflitto in Europa orientale.
La Serbia fornirà aiuto umanitario al popolo dell’Ucraina.
Le autorità competenti adotteranno tutte le misure per fornire ai cittadini e alle attività economiche energia, gas, petrolio, generi alimentari e generi di prima necessità.
La Serbia, infine, informerà il proprio personale diplomatico delle conclusioni raggiunte.
Nei passaggi successivi del discorso, non sono mancate ulteriori puntualizzazioni, su alcune questioni particolari, relative alla posizione assunta. In particolare, «la Serbia rispetta il diritto internazionale come il modo migliore per proteggere sé stessa e i propri interessi … La Serbia ha i suoi interessi vitali e i suoi amici storici, ricordiamo il 2015 e il 1999», senza mancare di sottolineare, in chiave storica e politica, che la Serbia ha partecipato a numerose guerre, e che la pace è più che mai necessaria.
«Proteggiamo le persone, i cittadini e le loro vite. Volgiamo lo sguardo al futuro e al progresso futuro».
Quanto all’argomento in agenda delle cancellerie occidentali, vale a dire le sanzioni nei confronti della Russia per l’operazione militare in Ucraina, ancora nelle parole di Vučić, «come pensate si possano imporre sanzioni alla Russia dall’oggi al domani – a coloro che non ci hanno imposto sanzioni e che ci hanno tenuti nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Ritenete si possa avere il diritto di dimenticare queste cose negli affari di stato? La Russia è attualmente il principale garante della Risoluzione 1244 (1999) del Consiglio di Sicurezza» e, al contempo, «non sarebbe giusto se non fossimo corretti nei confronti dell’Ucraina, che non ci ha mai fatto del male e che ha sempre sostenuto l’integrità della Serbia».
Nessuna “diplomazia con l’elmetto”, dunque, come ribadito in un altro passaggio: «La Serbia è sulla propria strada europea, ma non si precipiterà nel conflitto perché qualcuno ce lo chiede». Per tornare, in chiusura, sulle finalità generali della diplomazia serba: cooperazione con tutti, rapporti positivi, prosecuzione del cammino europeo, mantenendo buoni rapporti con gli amici storici, … comprendendo appieno quanto sia importante la pace.