Con un presidio sul Piazzale della Stazione di Porta Genova, a Milano, i Disarmisti Esigenti insieme a WILPF Italia, Energia Felice, Lega Obiettori di Coscienza, Mondo senza Guerre e senza Violenza, Kronos pro Natura e con l’adesione di alcuni Consiglieri del Movimento Cinque Stelle di Milano, hanno manifestato la loro preoccupazione verso la crisi di Ucraina in collegamento con le altre iniziative che si svolgevano in Italia.
In un intervento Alfonso Navarra ha dichiarato che “non è più ammissibile subire sfere di influenza di competenza di presunti Imperi. Questo vale anche per l’Occidente con i suoi patti militari”, a cui il gruppo del presidio non si allinea poiché è arrivato il momento della terrestrità, ovvero ad un approccio di pensiero che non sia più divisibile, non solo metaforicamente, ma soprattutto in un nuovo pensiero politico e culturale che unisca l’Ovest all’Est e il Nord al Sud.
Con la dichiarazione che la guerra non è mai una soluzione e la condanna dell’invasione del Donbass. abbiamo rivolto ad Alfonso Navarra alcune domande.
Cosa si vuole dimostrare con questo presidio?
Oggi in questa piazza siamo parte attiva di una giornata di mobilitazione nazionale. Serve far sentire, a gran voce popolare, che non si vuole l’incremento bellico a cui si sta assistendo in Ucraina. Con la decisione di Putin di stracciare gli accordi di Minsk stiamo assistendo ad un’accelerazione degli eventi.
Avete portato striscioni contro il nucleare e per la sua messa al bando. C’è preoccupazione in questo senso?
Siamo sempre vigili rispetto a una possibile svolta nucleare, specie in questi frangenti dove la presenza di USA e Russia su questa arena di guerra fa correre il pericolo che se per sciagurati giochi di potere la situazione dovesse sfuggire di mano si possa arrivare ad uno scontro nucleare. Poi il caso o l’errore possono costituire una causa che va oltre ogni possibile precauzione.
Avete una proposta per risolvere le controversie internazionali?
Continuare a lavorare con gli strumenti della mobilitazione di base per evitare ulteriori escalation che avrebbero conseguenze funeste per il mondo. Evitare sviluppi negativi sia dal punto di vista di evoluzioni geopolitiche progressive verso una realtà multipolare fondata sulla forza del diritto. Una transizione, badiamo bene non una transazione, ecologica ed energetica orientata alla soluzione della crisi climatica. Senza trascurare che venti di guerra stanno già ora producendo una crisi economica pagata per lo più dai ceti popolari e dalle realtà produttive. Il manifestarsi di logiche di guerra, più o meno fredda o calda, è sempre una sconfitta per l’umanità e per la costruzione della pace sia a livello locale che globale: la cultura e i metodi della nonviolenza attiva non vanno mai dismessi.
C’è un bene globale comune che è la salvaguardia dell’ecosistema planetario: questo va perseguito!
Siamo allineati con l’enciclica ‘Laudato Si’, dove la pace con la natura è la condizione per una pace stabile e duratura tra le società umane. Non c’è giustizia senza pace.
Dobbiamo sviluppare una cooperazione energetica ed economica nell’ottica del disarmo nucleare e climatico: il nemico comune da sconfiggere è il “Generale Permafrost” in agguato!
Ringraziamo Alfonso Navarra per la sua disponibilità e per l’organizzazione di questo presidio, con l’augurio che la pace tra i popoli possa essere un traguardo non utopistico: la realizzazione delle utopie è la migliore utopia in cui si possa sperare!