Il 31 ottobre 2014 il Presidente burkinabè Blaise Compaoré, al potere da ventisette anni, si dimette a seguito di un’ampia sollevazione popolare contro una modifica costituzionale che avrebbe eliminato il limite al numero di mandati presidenziali. Nelle ore seguenti fugge in Costa d’Avorio protetto dalle forze speciali francesi. Il giorno seguente il tenente colonnello Yacouba Isaac Zida, vice capo del reggimento di sicurezza presidenziale e appoggiato dalla società civile, viene designato dallo Stato maggiore delle Forze armate per condurre la transizione a seguito della sospensione della Costituzione.
Il 15 novembre 2014 il Capo Provvisorio dello Stato Yacouba Isaac Zida, dopo due settimane di consultazioni nazionali e internazionali per la messa a punto degli organi di transizione, chiude il periodo di sospensione della Costituzione e il giorno seguente i rappresentanti dei partiti polici, delle organizzazioni della società civile, delle forze di difesa e di sicurezza, delle autorità religiose e tradizionali sottoscrivono la Carta della transizione che integra e modifica la Costituzione e designano il diplomatico Michel Kafando Presidente di transizione.
Il 21 novembre 2014 il Presidente di transizione Michel Kafando assume ufficialmente l’incarico dopo aver nominato Yacouba Isaac Zida Primo ministro e durante il discorso di investitura annuncia l’apertura di un’inchiesta sulla morte di Thomas Sankara, il Presidente ucciso durante il colpo di Stato organizzato da Blaise Compaoré, che il giorno prima aveva lasciato la Costa d’Avorio per il Marocco con cui il Burkina Faso non ha accordi di estradizione. Nei giorni successivi il professore di diritto Luc Marius Ibriga viene nominato Ispettore generale dello Stato, il Ministro della cultura e del turismo Adama Sagnon si dimette sotto pressione della sociètà civile per l’insabbiamento dell’inchiesta sull’uccisione del giornalista Norbert Zongo, il generale Gilbert Djendjéré viene dimesso dalle funzioni di Capo di stato maggiore particolare del Presidente.
La caduta del regime instaurato da Blaise Compaoré, uno dei pilastri della Françafrique negli ultimi decenni, è stata possibile grazie all’emergere di quelle istanze della società civile come Le balai citoyen che, sulle orme di Thomas Sankara, operano per una vera democrazia, un buon governo e una miglior convivenza in Burkina Faso.
Colonialism Reparation si rallegra della riconquista della libertà da parte del Burkina Faso e chiede che la Francia non intervenga nell’attuale fase di transizione, come richiesto anche dal Collettivo di solidarietà con il popolo burkinabè, e presenti invece scuse e risarcimenti per il periodo coloniale, proseguendo sulla strada tracciata dal Presidente Thomas Sankara con il rifiuto del pagamento del debito estero
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