Il delegato del Dipartimento del MAE (Ministero degli affari esteri) per gli affari politici e di sicurezza, Giovanni Brauzzi, presente ufficialmente per il governo italiano alla conferenza di Vienna sul percorso umanitario verso il disarmo nucleare, ha incontrato stamattina, “per consultazioni prima di intervenire”, alle ore 9.00 una delegazione dei movimenti antinucleari italiani “esigenti” formata da Luigi Mosca e Alfonso Navarra (per disguidi tecnici non ha potuto partecipare Giovanna Pagani).
L’incontro è durato oltre trenta minuti ed ha permesso di chiarire le rispettive posizioni, punti di divergenza ma anche punti di convergenza.
Esiste ovviamente una differenza di approccio culturale tra chi, in una visione “realistica”, gioca una partita a scacchi nel quadro geopolitico e chi, pur consapevole della necessità di progressi graduali e di stabilire compromessi positivi (Gandhi esaltava la “bellezza del compromesso”), propone una nuova concezione, basata sulla nonviolenza come forza dell’unità popolare alla ricerca di verità e di giustizia.
Navarra e Mosca hanno subito ricordato che essi sono in Italia tra i portavoci dell’iniziativa che concretizza l’appello di Stéphane Hessel e Albert Jacquard: “ESIGETE! il disarmo nucleare totale”, contenuto in un pamphlet edito in Italia dalla EDIESSE.
ESIGETE! è proposto in Italia come strumento culturale e politico, curato dall’associazione ENERGIA FELICE (ARCI) per sensibilizzare, insieme ad altri partner associativi (la Campagna OSM-DPN, l’ANPI, la WILPF, Armes nucléaires stop, etc.), sulla necessità e sul dovere di abolire le armi nucleari; ma anche per perseguire altri obiettivi collegati:
1) la denuclearizzazione del Medio Oriente allargato in attuazione del Trattato di non proliferazione;
2) la rimozione delle testate atomiche USA a Ghedi ed Aviano tanto più opponendosi al loro aggiornamento per la trasportabilità sugli F-35;
3) l’attuazione del referendum antinucleare vinto dalla cittadinanza attiva nel 2011.
E’ stato promosso un appello al governo italiano (vedi http://www.petizioni24.com/esigiamo) che sottolinea come quella del disarmo nucleare totale sia una urgenza di priorità assoluta, che è responsabilità di tutti affrontare e risolvere.
L’olocausto nucleare definitivo potrebbe essere scatenato da calcoli politici folli, ma persino per errore o per caso, sapendo che circa 2000 di queste bombe sono in stato permanente di massima allerta, montate su dei missili pronti a essere lanciati nel giro di 15 minuti, e tenuto anche conto dei fallibili software di comando, controllo e comunicazione.
E’ soprattutto per evitare questo assurdo e terrificante rischio della “guerra nucleare per errore” (documentato anche a Vienna dall’intervento fondamentale di Erich Schlosser, riferimento centrale del dibattito – ndr) che devono essere eliminate, senza se e senza ma, tutte le armi nucleari.
I sottoscrittori dell’appello invitano pertanto il governo italiano a scegliere con coerenza la strada dell’impegno e della lotta per la messa al bando delle armi nucleari.
L’Italia – è la nostra proposta – potrebbe, in questo nuovo “percorso umanitario” verso il disarmo nucleare (da Oslo a Nayarit a Vienna), svolgere un ruolo più che attivo, possibilmente trainante, per conseguire in sede internazionale, con il bando delle armi nucleari, una conquista di civiltà universale, un baluardo nella lotta per il progresso della forza del diritto che subentra al diritto della forza, molto più fondamentale di altri già incardinati per merito della nostra azione diplomatica (si pensi alla moratoria sulla pena di morte o alla Corte penale internazionale).
La risposta di Brauzzi è stata che l’Italia preferisce un discorso realistico e costruttivo, piuttosto che “una bella ma astratta prospettiva etica” quale quella della proibizione immediata delle armi nucleari. “Il meglio è nemico del bene”. Bisogna considerare i rapporti di forza e mediare tra le esigenze degli Stati nucleari e le esigenze degli Stati non nucleari. Il governo italiano, secondo Brauzzi, intende svolgere questo ruolo di mediazione per portare avanti quei progressi che possono maturare “con pazienza e diplomazia”.
Il percorso del TNP-Trattato di non proliferazione resta il riferimento fondamentale, anche se può aprirsi ai contributi costruttivi del percorso umanitario.
Per questo il governo italiano è presente, con attenzione e rispetto, alla Conferenza di Vienna.
In questo senso di mediazione possibile nella concretezza (tra Stati nucleari e Stati non nucleari) il governo italiano apprezza la sperimentazione della Norvegia, in collaborazione con la Gran Bretagna, in atto da 5 anni, di verifiche e controlli da parte di uno Stato non nucleare sull’effettività del disarmo di uno Stato nucleare: “gli Stati nucleari devono mettersi dal punto di vista degli Stati non nucleari e viceversa”.
Brauzzi insiste: “Dovete considerare le evoluzioni positive del quadro generale. Non è vero che tutto stia fermo o addirittura retrocedendo. Nonostante l’Ucraina vediamo che sull’Iran USA e Russia stanno dalla stessa parte e lavorano insieme per una stabilità che è sempre meglio della destabilizzazione e della proliferazione”.
Secondo Brauzzi la via più conducente che oggi può essere esperita è quella dell’estensione delle zone libere dalle armi nucleari, a partire da quella che il TNP-Trattato di non proliferazione ha individuato, nella sessione di revisione del 2010, per il Medio Oriente.
“Ci stiamo lavorando alacremente come governo italiano e posso dirvi che siamo molto vicini ad organizzare una Conferenza, superando l’opposizione del governo di Tel Aviv, che pone come condizione una considerazione generale degli equilibri geopolitici della regione. Dobbiamo quindi impostarla – questa conferenza sul Medio Oriente – non solo sul disarmo nucleare, ma su un quadro di sicurezza globale”.
Luigi Mosca ci tiene a rilevare, anche con argomenti di taglio “realistico”, che un bando giuridico, adottato all’inizio anche non da tutti, non ostacola ma al contrario favorisce il disarmo.
“Una cornice giuridica proibizionista perché mai dovrebbe ostacolare l’eliminazione delle armi nucleari da parte delle potenze nucleari, ed in modo particolare delle due grandi potenze nucleari? Sicuramente favorirebbe processi di de-escalation verso la deterrenza “sufficiente”, che è la formula attualmente adottata dal governo francese”.
Alfonso Navarra, concludendo, invita ad adottare il “buon senso” dei ragazzi e delle ragazze che, nell’esperienza didattica del MUN- Model of United Nations di Milano e della rete internazionale di licei ad esso collegati, si avviano ad elaborare una “Carta” per un mondo libero dalle armi nucleari (il presupposto è che la sopravvivenza della specie deve essere riconosciuta come diritto umano fondamentale, dal momento che l’ONU già riconosce per le persone il diritto a vivere con dignità).
Questo accadrà nell’incontro che prende come modello l’Assemblea generale dell’ONU organizzato nella città ambrosiana dal Liceo Manzoni per il prossimo marzo (2015) coinvolgendo scuole da tutto il mondo.
“La situazione attuale del mondo è come quella raffigurata in questa vignetta, elaborata con i ragazzi componendo immagini dal fumetto Tex. Due personaggi in un ambiente chiuso, stipato di barili di polvere da sparo, hanno acceso, per motivi di ostilità loro, dei candelotti di dinamite. Spegni la miccia, dice l’uno all’altro. Fallo prima tu, risponde il secondo”.
“Dobbiamo spegnere tutte le micce tutti insieme, altrimenti si salta in aria”, è il commento di Brauzzi…
di Alfonso Navarra da Vienna – 9 dicembre 2014 – ore 15.00