Dopo mesi di battaglie e manifestazioni di diversi movimenti e associazioni della regione, in Piemonte ci sarà un Consiglio Regionale sullo stato di emergenza ecoclimatica, aperto alla società civile e alla comunità scientifica
Il 17 gennaio 2022, Ruggero Reina, un attivista di Extinction Rebellion, ha iniziato uno sciopero della fame allo scopo di ottenere un Consiglio Regionale aperto sullo stato di emergenza ecoclimatica. Dopo 8 giorni, la Regione Piemonte ha accettato la richiesta di Ruggero, convocando il consiglio aperto in data 21 febbraio 2022 [1].
Un Consiglio Regionale aperto è un consiglio in cui avranno la possibilità di intervenire tutte le forze politiche regionali, la comunità scientifica e la società civile. Ci saranno interventi a cura di professori del Politecnico di Torino, dell’Università degli Studi di Torino, di Nimbus (Società Metereologica Italiana), del Comitato Torino Respira e molti altri. Oggetto della seduta saranno “le misure e gli interventi concreti per affrontare lo stato di emergenza ecoclimatica e raggiungere l’obiettivo dell’Ue della riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030”. Tuttavia, con la scusa di volersi concentrare solo sulle emissioni climalteranti, la Regione Piemonte ha già escluso dalla lista iniziale Oderal – Organizzazione per la Democrazia Rappresentativa Aleatoria, nata per promuovere le Assemblee Cittadine in Italia, e ha rifiutato la richiesta di intervento al Comitato Acqua Pubblica e Acmos, associazione apartitica che promuove la partecipazione attiva alla vita democratica.
A causa della situazione pandemica il Consiglio si terrà online. Per tale ragione, diverse realtà del territorio si riuniranno in presidio lunedì 21 febbraio, di fronte a Palazzo Lascaris (Via Alfieri 15) in concomitanza del consiglio regionale, con l’obiettivo di proiettare e commentare in diretta la seduta in una dimensione comunitaria. Alle ore 9.00, la cittadinanza e tutte le testate giornalistiche sono invitate a partecipare ad una breve conferenza stampa con l’intervento di alcuni esperti che darà inizio alla giornata.
La Regione Piemonte cinque anni fa ha elaborato una Strategia regionale sul cambiamento climatico [2], fondata sul riconoscimento della tragicità della situazione e delle evidenze scientifiche a sostegno. Tuttavia, tale atto di indirizzo non è mai stato approvato dalla giunta e i provvedimenti messi in atto dall’attuale governo regionale, in carica dal 2019, non sono minimamente sufficienti a raggiungere gli obiettivi sottoscritti. Attualmente la Regione Piemonte non ha un piano concreto ed efficace per attuare drastica e repentina riduzione delle emissioni di gas climalteranti e per arrestare la devastazione degli ecosistemi e la perdita di biodiversità. Tale immobilismo politico stride con gli effetti che la popolazione piemontese, come già molte altre popolazioni del mondo, si trova quotidianamente ad affrontare e che causano morti, danni alle infrastrutture e alle attività agricole produttive. Ne sono uno esempio le temperature estreme osservate durante il periodo natalizio 2021-2022 che rimarranno alla storia come “il Capodanno più caldo mai registrato” [3]. O ancora: il lungo periodo di siccità che sta colpendo il Piemonte e il Nord-Ovest d’Italia in generale da ormai due mesi, definito dall’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po “la siccità idrologica invernale più grave degli ultimi 30 anni” [4].
Gli allarmi lanciati da decenni dalla comunità scientifica sono stati ignorati dai governi del mondo. Le emissioni hanno continuato ad aumentare e intere aree naturali a scomparire.
È il momento di ridare voce alla scienza, abbandonare ogni tipo di posizione ideologica e coinvolgere la cittadinanza nelle scelte che dovranno inevitabilmente essere prese per affrontare la crisi più grande che l’umanità si sia mai trovata ad affrontare.
Extinction Rebellion, Fridays for Future, Torino Respira, Greenpeace, Legambiente, Acmos, Comunet Officine Corsare, Comitato Acqua Pubblica, Csoa Askatasuna, Csoa Gabrio, 6000 sardine, La Murga