“E’ una speranza delusa, e no, proprio no, così non va e il vero paziente zero è sempre e soltanto la sanità lombarda – ha dichiarato Marco Caldiroli, presidente nazionale di Medicina Democratica a nome Coordinamento lombardo per il diritto alla salute Campagna Dico 32!“, che ha avuto accesso solo ieri, rendendole pubbliche, alle note dell‘Ufficio Legislativo del Ministero della Salute e a quella del Ministero della Economia del 1 febbraio 2022, inviate alla Regione Lombardia. “Le note dell’Ufficio Legislativo del Ministero della Salute – ha chiarito– sfiorano soltanto i nodi contestati dalle associazioni nella Legge regionale 22/2021, limitandosi a segnalare le incongruenze nella struttura della sanità (assessorato, ATS, ASST), la stessa che ha ingigantito gli effetti della pandemia e ci ha fatto toccare il triste record di 38.127 morti, molti dei quali evitabili. Le note della Ragioneria dello Stato invece sono più mirate proprio su temi segnalati dalle associazioni, a partire dalle considerazioni sull’aspetto cruciale della equivalenza pubblico privato e delle gravi conseguenze che ciò comporta per il diritto universalistico alla salute dei cittadini, soprattutto per le fasce più fragili e povere. Siamo di fronte a un paradosso e a un contrasto perché è la Ragioneria dello Stato che rammenta il ruolo preminente del pubblico e non il Ministero della Sanità! Per questo chiamiamo tutti a una mobilitazione generale e alla casseruolata di lunedì 21 febbraio, alle ore 17:00, sotto la sede della Regione Lombardia, lato Via Luigi Galvani e suoneremo per bene le nostre ragioni, accompagnati anche dalla Banda degli Ottoni a Scoppio”
“Siamo arrivati alla seconda, tragica, candelina dal paziente uno, ma nulla è cambiato in regione Lombardia- ha sottolineato Angelo Barbato, presidente del Forum per il Diritto alla Salute, a nome del Coordinamento Lombardo per il diritto alla Salute Campagna Dico 32!- o meglio, la Legge Maroni emendata, si fa per dire, dalla legge Moratti/Fontana, ha confermato i buchi neri del sistema sanitario regionale, ospedalocentrico e sbilanciato a favore delle strutture private: le case e gli ospedali della comunità sono, di fatto un escamotage per poter disporre delle risorse pubbliche del PNRR, da girare ancora una volta ai privati, dato che potranno gestire queste strutture deputate alla medicina territoriale, la vera voragine evidenziata dalla pandemia”.
Forti e irrinunciabili più che mai, quindi, le ragioni della protesta in corso da mesi, attuata dalle oltre 50 associazioni aderenti al Coordinamento lombardo per il diritto alla salute Campagna Dico 32! : il Ministro Speranza, sostengono, fornisce solo qualche “suggerimento” per tenere insieme i pezzi pericolanti e marci della sanità lombarda: le sue indicazioni non mettono in discussione il distorto “sistema di presa in carico” dei cronici: pur ricordando che l’ultimo piano socio sanitario integrato lombardo risale al 2006, lo considera sostituibile con altri strumenti “ridotti” come i cosiddetti patti per la salute.
Il Ministero dell’Economia invece presenta note più consistenti “suscettibili di impugnativa” della legge regionale, che riguardano i finanziamenti, le ATS/ASST (non previste dalle leggi nazionali), gli accreditamenti, i LEA, la programmazione sulla base degli effettivi bisogni assistenziali e si potrebbe continuare. Note che necessitano di un ritorno alla discussione in Consiglio e non di qualche pagina di risposta da parte della Giunta regionale. Nel frattempo i lombardi subiscono liste d’attesa la cui origine è lo sbilanciamento verso il privato confermato anche da recenti delibere di Giunta.