Come ogni settimana la raccolta dei nostri migliori articoli: news, approfondimenti, opinioni, traduzioni, interviste, recensioni e reportage. Tutto quello che è accaduto nel mondo con uno sguardo sempre attento alle realtà della pace e della nonviolenza.
Razzismo e immigrazione sono stati argomenti centrali anche questa settimana che ha visto due avvenimenti importanti: la sentenza del Gran Giurì del Minnesota che ha deciso di non incriminare il poliziotto bianco Darren Wilson, che ha sparato e ucciso il giovane nero Michael Brown a Ferguson il 9 agosto scorso; il lancio del processo di Khartoum a Roma, un’iniziativa che si concentra apparentemente sulla lotta al traffico di esseri umani e si propone di affrontare le cause strutturali alla base del fenomeno dell’immigrazione. Tra le lacune di questo progetto quello di creare degli accordi in questo senso con quelle che sono le cause di tali fenomeni: le dittature secolari di alcuni paesi dell’Africa. Non è possibile risolvere il problema del traffico di esseri umani o risolvere le cause dell’immigrazione se esse risiedono proprio nei governi dittatoriali con cui l’Europa fa accordi.
Questi due avvenimenti ci fanno riflettere su quella che sta diventando un’emergenza mondiale. Guardando la questione più da vicino, ciò che succede è frutto di un’aggressiva campagna razzista promossa dalle destre, che strumentalizzano fatti di cronaca e tensioni e tentano di proporsi come catalizzatori del malcontento sociale e di indirizzarlo, per ragioni elettorali, contro i migranti. I cittadini, dal canto loro, sono sempre più ricettivi alla retorica xenofoba, al razzismo e al populismo. Questa retorica contribuisce, nell’opinione pubblica, a fornire una legittimità ai comportamenti razzisti e a favorirne la diffusione, oltre che a minacciare valori fondamentali europei quali dignità, solidarietà e uguaglianza. Tuttavia la nuova xenofobia dilagante in tutta Europa è chiaramente dovuta anche alle politiche errate dei nostri governanti, che nonostante i buoni propositi sulla cooperazione con gli altri stati, non sembrano essere ancora in grado di dare delle risposte concrete al problema.
Quel che è certo è che questioni così complesse necessitano non solo di lavoro politico capillare e continuativo, ma anche di ritrovare una coscienza sociale e umanista a livello globale che possa abbattere i muri del nuovo apartheid della crisi, che frammenta sempre più gli scompartimenti sociali, e costruire invece ponti che permettano a tutti di muoversi e spostarsi in libertà.
Il video della settimana
Questa settimana vogliamo riproporvi il video di una canzone di grande successo dell’artista spagnolo Manu Chao: Clandestino. L’artista si immedesima con un immigrato, con la realtà che è costretto a vivere, le difficili condizioni e il triste destino che spesso lo attende. Nella loro semplicità, le parole della canzone dicono tanto. Parlano della condanna sofferta da tanti immigrati che, in fuga dal cosiddetto “sud del mondo”, dalla fame, dalle guerre, dalle dittature e dalle persecuzioni, si ritrovano in quel nord che li condanna ad una vita clandestina in fuga, fantasmi nella città la cui vita va proibita. Vi invitiamo ad ascoltala ed a riascoltarla anche se la conoscete già.
Qui il testo e la sua traduzione:
Solo voy con mi pena Sola va mi condena Correr es mi destino Para burlar la ley Perdido en el corazón De la grande Babylon Me dicen el clandestino Por no llevar papel Pa’ una ciudad del norte Solo voy con mi pena Mano Negra clandestina Solo voy con mi pena Argelino clandestino |
Solo vado con il mio dolore Sola va la mia condanna Il mio destino è correre per eludere la legge Perso nel cuore Della grande Babilonia Mi chiamano clandestino Perchè non ho documenti In una città del nord Solo vado con il mio dolore Mano negra clandestina Solo vado con il mio dolore Algerino clandestino |
Le nostre news
Burkina FasoSi riapre l’inchiesta sulla morte di Sankara: Riapertura dell’inchiesta sull’assassinio del presidente Thomas Sankara e richiesta di estradizione di Blaise Compaoré, costretto alla fuga dalle manifestazioni popolari del mese scorso: sono le ultime misure annunciate dal colonnello Isaac Zida, primo ministro “di transizione” del Burkina Faso.
La richiesta di estrazione sarà notificata al Marocco, il paese dove Compaoré è giunto dopo un breve soggiorno in Costa d’Avorio. Quanto alla riapertura dell’indagine sulla morte di Sankara, assassinato durante il golpe che nel 1987 aveva portato al potere proprio Compaoré, dovrebbero essere autorizzati la riesumazione delle spoglie e prelievi di Dna. (Di MISNA Missionary International Service News Agency)
Burkina Faso: solo 4 militari tra i ministri del governo di transizione: Sono solo quattro su 26 i ministri militari nel governo del Burkina Faso nominato ieri sera, a riprova della volontà di restituire rapidamente il paese ai civili e alla gente. In mano a esponenti dell’esercito sono andati i dicasteri della Difesa e degli Interni. Il colonnello Isaac Zida, capo del governo, guiderà anche la Difesa. Gli Interni sono stati affidati al colonnello Auguste Denise Barry. Il presidente ad interim, l’ex diplomatico Michel Kafando, sarà anche ministro degli Esteri. (Di Redazione Italia)
AfghanistanAfghanistan: attentato suicida a una partita: È di 45 vittime il bilancio di una strage avvenuta domenica a una partita di pallavolo nella provincia orientale di Paktika, dove un attentatore, arrivato in moto, si è fatto esplodere durante una competizione tra distretti in cui era presente una folla numerosa. Tra le vittime giovani, bambini e alcuni agenti di polizia. Il bilancio ufficiale del ministero dell’Interno è di 45 morti e 56 feriti. Il presidente afghano Ashraf Ghani ha condannato duramente l’attentato, porgendo le sue condoglianze alle famiglie delle vittime. (Di Redazione Italia)
Ordine segreto estende l’operazione USA in Afghanistan: Alcune settimane fa il presidente Obama avrebbe firmato un ordine, tenuto segreto fino ad ora, che autorizza il mantenimento delle truppe in Afghanistan per almeno un altro anno, e dunque l’estensione del conflitto. L’ordine autorizzerebbe raid aerei per sostenere le operazioni militari afghane nel paese, mentre le truppe di terra statunitensi continuerebbero le operazioni normali, vale a dire, volte ad affiancare le truppe afghane nelle operazioni contro i talebani. Lo riferiscono le agenzie di stampa a seguito di una fuga di notizie dal gabinetto al New York Times.
L’ordine di prorogare la missione dei militari Usa, secondo il New York Times, sarebbe dovuto al rapido avanzamento dei jihadisti dello Stato islamico in Iraq, la cui minaccia ha fatto piovere pesanti critiche sulla Casa Bianca, con l’accusa di lasciare il paese senza completare la missione e prima che l’esercito iracheno fosse realmente preparato ad affrontare attacchi islamisti. (Di Redazione Italia)
TunisiaPresidenziali in Tunisia: verso il ballottaggio tra Marzouki e Essebsi: Domenica scorsa, 23 novembre 2014, il 64% di tunisini aventi diritto al voto si è recato alle urne per le prime elezioni presidenziali in Tunisia del dopo-Ben Alì. Dopo le legislative del 26 ottobre, che hanno visto la vittoria della formazione laica Nidaa Tounes, è la volta dell’elezione del Presidente della Tunisia. Il dato è tutt’altro che indifferente visto che, con l’adozione della nuova Costituzione, lo scorso gennaio, è la prima volta nel paese che un Presidente viene eletto direttamente dal popolo tunisino.
Sebbene il ruolo e le responsabilità attribuite dalla Costituzione al Presidente tunisino siano essenzialmente di rappresentanza, l’elezione diretta da parte del popolo carica di significato e d’importanza questa tornata elettorale anche perchè permetterebbe di avere al vincitore la giusta autorevolezza nel dare il via al processo di formazione della maggioranza parlamentare, in un contesto in cui nessuna forza politica può contare sulla maggioranza assoluta. (Di Redazione Italia)
KurdistanKobane, Kurdistan: l’assedio continua: A difendere Kobane e la popolazione civile ancora presente sono rimaste solo le Unità di Protezione del Popolo (YPG e YPJ) equipaggiate con sole armi leggere e i pochi combattenti kurdi (peshmerga) arrivati di recente dalla regione autonoma del Kurdistan. Lo stato turco guidato dal presidente Erdogan ha lo stesso atteggiamento ostile tanto nei confronti dei cittadini kurdi turchi quanto nei confronti dei cittadini kurdi siriani di Kobane. Da metà settembre i miliziani dell’IS continuano a massacrare e mettere in fuga la popolazione kurda rimasta, il tutto sotto gli occhi indifferenti dei militari turchi. Gli estremisti dell’IS minacciano di estendere gli attacchi anche ad altre regioni a maggioranza kurda. Una fine della drammatica situazione dei profughi non sembra vicina. (Di Associazione per i Popoli Minacciati)
Stati UnitiFerguson: si allargano le proteste dopo la sentenza: Dopo la decisione del 24 novembre, in cui il Gran Giurì dello Stato del Missouri ha deciso di non incriminare il poliziotto bianco Darren Wilson, che ha sparato e ucciso il giovane nero Michael Brown a Ferguson il 9 agosto scorso, sono scoppiate proteste in numerose città degli Stati Uniti tra cui Washington, New York e Los Angeles. A Washington da due giorni centinaia di cittadini si recano davanti alla Casa Bianca per esprimere la loro insoddisfazione per il verdetto.
Sono attualmente oltre 400 le persone arrestate a Ferguson e in tutti gli Stati Uniti mentre la protesta si allarga e diventa un fenomeno nazionale con manifestazioni che si espandono in tutte le grandi città, da Boston a Dallas, da New York ad Atlanta. Migliaia di neri e bianchi sono scesi in piazza per protestare contro il verdetto che ha scagionato Darren Wilson dall’accusa di omicidio. (Di Redazione Italia)
Tanzania-KenyaSospiro di sollievo per i Masai, non verranno sfrattati: Il presidente della Tanzania, Jakaya Kikwete, ha promesso martedì, con un tweet, di non sfrattare più i Masai, dopo una protesta internazionale contro il progetto di trasformare la loro terra ancestrale in un terreno di caccia commerciale per i reali di Dubai.
La scorsa settimana The Guardian aveva rivelato l’introduzione da parte del governo di un piano per trasferire forzatamente 40.000 pastori Masai per far posto a una società di caccia per safari per turisti con base negli Emirati Arabi Uniti. Tuttavia, secondo il quotidiano inglese, dopo il successo di una campagna online, alla quale hanno aderito più di 2 milioni di persone in tutto il mondo, Kikwete ha dichiarato in un tweet: “Non c’è mai stato, né ci sarà mai, alcun piano da parte del governo della Tanzania per sfrattare il popolo Masai dalla loro terra ancestrale”. (Di Redazione Italia)
I nostri approfondimenti
I luoghi comuni dei razzisti sono falsi: Negli ultimi tempi fra le provocazioni di Salvini, i blitz di Borghezio e Casapound, le aggressioni in autobus o per strada ai danni di africani accusati di portare l’Ebola, gli scontri di Tor Sapienza, le esternazioni di Grillo circa il trattamento da riservare a chi arriva dal mare, il clima attorno agli stranieri si è di nuovo fatto abbietto e a tratti pericoloso. Ho voluto allora confutare punto per punto le argomentazioni più usate dai razzisti a vario titolo, tanto per fare chiarezza e dimostrare che il razzismo rimane un basso istinto che va semplicemente educato e soppresso e non ha alcuna ragione razionale per essere professato. (Di Andrea Colasuonno per Africa News)
Dichiarazione per la Buona Conoscenza: Dichiarazione del IV Simposio del Centro Mondiale di Studi Umanisti, Novembre 2014. «La Buona Conoscenza si oppone ad ogni tipo di violenza, sia essa fisica, economica, razziale, religiosa, psicologica, morale o di qualsiasi altro tipo. Per questo, la Buona Conoscenza lotta contra l’ingiustizia e aspira ad un mondo di uguaglianza nei diritti e di effettive opportunità per tutti. Così come la violenza ha radice nella negazione dell’umano, la Buona Conoscenza afferma la compassione che sorge dal riconoscimento dell’umanità nell’altro come inseparabile dalla propria. Da questo punto di vista, la Buona Conoscenza proclama come punto di partenza di ogni condotta valida e come centro morale imprescindibile, il principio che recita: “Se tratti l’altro come vorresti essere trattato, ti liberi”. Allo stesso tempo, manifesta la necessità di superare la vendetta, manifesta o dissimulata che sia, come forma di purificazione del passato, proponendo che si assuma un’atteggiamento cosciente di riconciliazione personale e sociale». (Di Centro Mondiale di Studi Umanisti)
Colombia: un’emergenza sanitaria dimenticata: La violenza sessuale deve essere trattata alla stregua di un’emergenza medica. Se vogliamo che i sopravvissuti ricevano tutte le cure mediche di cui hanno bisogno, per il governo deve essere una priorità garantire che queste siano disponibili e accessibili a tutti, dichiara l’organizzazione Medici Senza Frontiere (MSF) in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
“La violenza sessuale nei confronti di qualsiasi persona è del tutto inaccettabile. Per sopravvivere al trauma, è essenziale ricevere assistenza medica e psicologica nel più breve tempo possibile”, spiega Pierre Garrigou, capo missione di MSF in Colombia. “Le autorità sanitarie devono garantire che la risposta ai sopravvissuti di violenza sessuale sia completa e adeguata. Oggi, la risposta istituzionale non è sufficiente e spesso arriva in ritardo”. (Di Medici Senza Frontiere)
Amnesty lancia “Write for Rights 2014”: Partirà il 3 dicembre “Write for Rights 2014”, la principale campagna dell’anno di Amnesty International. Nata nel 2001 come tentativo di raccogliere il maggior numero di firme in 24 ore, “Write for Rights” è cresciuta nel corso degli anni fino a coinvolgere, nel 2013, 2,3 milioni di persone in 140 paesi. Quest’anno, fino al 21 dicembre, “Write for Rights” si occuperà di 12 casi individuali e collettivi di violazione dei diritti umani in Venezuela, Usa, Emirati Arabi Uniti, Sudafrica, Norvegia, Arabia Saudita, Filippine, Nigeria, India, Cina, Uzbekistan e Grecia. (Di Amnesty International)
Le nostre opinioni
Venti di guerra fredda nei Balcani: La recente dichiarazione di Angela Merkel, per la quale il comportamento della Russia finirà per avere ripercussioni anche sul vicinato europeo, a partire dalla Moldova e dalla Serbia, minacciando perfino di rivedere, in sede europea, la politica di prossimità nei confronti di questi Paesi, può destare sorpresa.Ma è anche un ulteriore segnale di un radicale deterioramento del rapporto Est-Ovest e di un singolare impoverimento della politica di vicinato, ancor più scandalosamente messa in evidenza dall’astensione europea sulla risoluzione russa presso le Nazioni Unite di condanna del fascismo e del nazismo.
Si tratta della risoluzione con la quale si condanna la possibile rilegittimazione del nazismo e dei suoi simboli e si esprime “profonda preoccupazione per la glorificazione in qualsiasi forma del movimento nazista, neo-nazista e degli ex membri delle Waffen SS, anche mediante costruzione di monumenti e memoriali e l’organizzazione di manifestazioni pubbliche”. Singolare e significativo che, a parte l’astensione dei paesi UE, gli unici tre paesi a votare contro siano stati USA, Canada e – proprio così – Ucraina. (Di Gianmarco Pisa)
Immaginare nuovi mondi, un antidoto allo scoraggiamento e all’impotenza: “È vero, la situazione è disastrosa, ma non esiste alternativa. Non si vedono via d’uscita. E poi gli altri sono peggio. E in fondo è sempre stato così…” Quante volte si ascoltano frasi del genere, applicate via via al modello capitalista, a un governo che ha tradito le speranze iniziali come quello di Obama, alla violenza dilagante, alle guerre e all’ingiustizia? E’ un martellamento continuo dei mezzi di informazione ufficiali, che produce scoraggiamento e al massimo una rabbia impotente.
Ma le cose stanno davvero così? Se esaminiamo la preistoria e la storia umana, scopriamo un filo conduttore che l’attraversa, arriva fino ai giorni nostri e si proietta nel futuro: la ribellione alle condizioni stabilite, mettendo in discussione le abitudini, i valori e la mentalità dominante, l’immaginare qualcosa che non esiste ancora, i tentativi e gli esperimenti per metterlo in pratica e infine la sua realizzazione. (Di Anna Polo)
Un fallimento chiamato Aler: A Milano è esplosa la questione abitativa o, meglio, la questione case popolari. Doveva succedere prima o poi, perché in tempi di crisi sociale il prolungato e colpevole abbandono a sé stessa dell’edilizia popolare non poteva che tradursi in deflagrazione. Eppure, oggi in troppi fingono sorpresa e gridano all’untore, cioè all’”occupante abusivo”, a partire da quanti portano la responsabilità politica e istituzionale dell’attuale stato di cose.
Ma diamo un po’ di numeri, perché a volte sono più illuminanti di mille discorsi. A Milano ci sono circa 68.000 abitazioni popolari, di cui 29.000 sono del Comune e il resto dell’Aler, l’azienda di Regione Lombardia. Di queste quasi 4.000 risultano occupate e 9.700 sfitte, a volte da anni. Il tasso di morosità tra gli inquilini regolari è del 30% e in lista d’attesa sono in quasi 25.000 E poi ci sono le manutenzioni mai fatte, gli sprechi ingiustificabili eccetera. (Di Luciano Muhlbauer)
Le nostre interviste
Laura Poitras: “So che verrò sorvegliata dai servizi segreti di tutto il mondo.”: La documentarista che ha aiutato Snowden presenta in Europa la sua opera “Citizenfour”, dove mostra la preparazione della più grande fuga di notizie della storia. “Snowden non sta collaborando o lavorando per nessun altro servizio segreto; si tratta di un’invenzione del governo”, assicura la giornalista, scelta dall’ex analista della NSA per rendere pubbliche le notizie da lui scoperte. “Quello che Glenn e io pubblichiamo con Snowden mette in discussione la leadership di Obama”.
«Quando è cominciato il suo interesse per il tema della sorveglianza?» «Molto tempo fa, quando stavo lavorando ai miei ultimi documentari sull’America post 11 settembre. La sorveglianza veniva utilizzata nella cosiddetta guerra al terrorismo e praticamente tutti gli americani venivano spiati».(Di Silvia Font per Diario Turing)
Le nostre traduzioni
Qualcosa di semplice in Afghanistan: In un discorso tenuto a Bruxelles il 29 ottobre, il Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg ha elogiato gli Alleati della NATO e le nazioni sue partner di tutto il mondo, dichiarando che per oltre un decennio “sono stati fianco a fianco con l’Afghanistan”. Secondo Stoltenberg, “questo sforzo internazionale ha contribuito a un futuro migliore per gli uomini, le donne e i bambini afghani”. La retorica della NATO e del Pentagono sostiene regolarmente che gli afghani hanno tratto vantaggio dai 13 anni di guerra di Stati Uniti e NATO, ma le dichirazioni di altre agenzie complicano queste affermazioni. (Di Kathy Kelly, traduzione dall’inglese di Irene Tuzi)
La mossa di Obama sull’immigrazione: Giovedì 20 novembre 2014 il presidente Obama ha firmato un ordine esecutivo per fermare la deportazione di circa 5 milioni di persone, proteggendo famiglie con figli che sono cittadini americani e giovani senza documenti arrivati negli Stati Uniti prima del 2010 e assicurando loro un permesso di lavoro. Questo tipo di ordine può essere temporaneo e non ha lo stesso potere di una legge, ma darà comunque un po’ di respiro a famiglie del tutto inermi, trattate per decenni come pedine nei giochi politici.
Nelle elezioni di novembre i democratici hanno perso lo slancio e non sono riusciti a mobilitare la loro base giovanile perché andasse a votare, dando spazio ai repubblicani, che da gennaio controlleranno entrambe le camere del Congresso con la più ampia maggioranza da quasi un secolo. (Di David Andersson, traduzione dall’inglese di Anna Polo)
Hong Kong: dopo sessanta giorni di occupazione arriva il D Day: A Hong Kong la protesta del Movimento degli Ombrelli – per alcuni la Rivoluzione degli Ombrelli – è arrivata a una fase che molti ritenevano ormai inevitabile. Dopo quasi due mesi di occupazione delle affollate vie principiali, il sistema ha deciso che ne aveva abbastanza e le operazioni di sgombero sono cominciate.
All’ora di pranzo del 26 novembre la polizia ha annunciato che 116 persone erano state arrestate nello sgombero del quartiere di Mong Kok e venti agenti di polizia erano rimasti feriti. Tra gli arrestati, i giovani portavoce della Federazione degli Studenti Lester Shum e del gruppo Scholarism’s Joshua Wong, il consigliere e militante nonviolento soprannominato Capelli Lunghi – anche se a causa di un breve soggiorno in prigione ora li ha corti – Szeto Tze-long dell’Unione degli Studenti dell’Università Cinese di Hong Kong e Raphael Wong Ho-ming della Lega Socialdemocratica. (Di Tony Henderson traduzione dall’inglese di Anna Polo)
I nostri reportage
Condivisione e cambiamento: il primo incontro nazionale sul Lavoro Solidale: Sabato e domenica 22/23 Novembre si è svolto il primo incontro sul Lavoro solidale. Il progetto nasce dall’incontro inizialmente solo virtuale (mailing list e skype) di persone provenienti da gran parte dell’Italia, che hanno voluto aprire un laboratorio per diffondere e incentivare quei lavori emergenti che possano rendere le persone libere da relazioni subalterne e coatte e, anzi, migliorare la qualità di vita delle persone stesse e delle comunità in cui vivono. Il senso è quello di creare rapporti rispettosi e utili tra le persone in ambiente di economia solidale, quindi utili alla realizzazione personale. (Di Italia che Cambia)
Le nostre recensioni
La strada è lunga, ma possiamo farcela: Finalmente un libro che riporta la nostra attenzione sulla necessità di ripensare il sistema economico. Da quando si è affermato il neoliberismo ed è caduto il muro di Berlino seppellendo qualsiasi pretesa di alternativa economica, ci siamo tutti adattati all’idea che l’unico sistema possibile è il capitalismo selvaggio, violento, oppressivo, iniquo, nel quale viviamo. La globalizzazione, concepita come il punto di approdo di un processo di modernizzazione inevitabile, è diventata la bandiera di quella parte politica che un tempo si chiamava sinistra e che oggi si è fatta serva dell’oligarchia economica e finanziaria. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. (Di Francesco Gesualdi)