La data di domani, 22 gennaio, marcherà un anno dall’entrata in vigore dello storico Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari (TPAN). Per questo motivo trasmettiamo con piacere un comunicato di ICAN, la coalizione internazionale di organizzazioni non governative, che grazie all’encomiabile sforzo nel permettere questo risultato, nel 2017 si è aggiudicata il Premio Nobel per la Pace. Il comunicato sottolinea una nuova tendenza nel mondo finanziario che lascia ben sperare per il futuro.

Ciononostante, è notizia di poche ore fa, che il Bollettino degli Scienziati Atomici ha comunicato il livello massimo di allerta globale, con una previsione del rischio di appena 100 secondi alla Mezzanotte nucleare!

Quindi l’entrata in vigore del Trattato, da sola, non ha risolto tutte le tensioni globali, né costretto immediatamente gli Stati armati nucleari a fermare la loro sconsiderata corsa agli armamenti. La situazione della sicurezza globale sta peggiorando e il rischio dell’uso del nucleare è in aumento.

Ma ora, grazie a questo Trattato, una base giuridica importante per spingere questi paesi verso il disarmo esiste e così pure il deterrente per i possibili investimenti su questo settore.

“C’è una nuova normalità nel mondo finanziario in cui gli investitori cercano di massimizzare sia il profitto che il progresso. Le armi nucleari non si adattano ad entrambi i parametri e il nuovo rapporto PAX-ICAN “Rifiuto del rischio: 101 politiche contro le armi nucleari” traccia il profilo delle istituzioni all’avanguardia.

Il TPAN sta avendo un forte impatto e questo rapporto illustra solo uno dei modi in cui possiamo verificarne l’effetto. Le istituzioni finanziarie che rappresentano $ 3,9 trilioni ($ 3.964.016.300.000) hanno specificamente indicato il Trattato come un motivo per escludere l’industria delle armi nucleari da investimenti o finanziamenti. Ciò rappresenta circa un quarto di tutte le attività detenute dalle istituzioni finanziarie nella Hall of Fame, l’enorme ammontare di $ 14 trilioni che viene tenuto lontano dalle società coinvolte nelle armi nucleari.

Scarica il rapporto in inglese, “Rifiutare il rischio”, qui: Rejecting risk

Scarica il “riepilogo esecutivo” in inglese, qui: Executive Summary

In totale, in questo rapporto sono descritte 101 politiche degli istituti finanziari. Tra queste, la maggior parte (59) porta avanti politiche globali che escludono qualsiasi tipo di relazione finanziaria con i produttori di armi nucleari, mentre il resto ha ancora del lavoro da fare. Questa è la maggiore politica sulle armi mai presa in esame per qualsiasi tipo di arma e mostra che gli investimenti nell’industria delle armi nucleari vengono abbandonati da un’industria che guarda al futuro.

“Le armi nucleari sono illegali secondo il diritto internazionale e gli investitori vedono le società dietro la bomba per quello che sono davvero: affari rischiosi”, ha affermato l’autrice del rapporto Susi Snyder. “Questo cambiamento nel panorama legale sta già modificando il settore finanziario”.

Se un’azienda sta facendo qualcosa che presenta problemi di sostenibilità, governance, diritti umani o altro, le istituzioni finanziarie possono scegliere se continuare a finanziare attori problematici o meno. Queste aziende controverse hanno bisogno di generare capitale per continuare le loro attività e la voce degli investitori a volte può cambiare comportamenti problematici. Ma non sempre, ed è allora che i legami finanziari vengono interrotti e le aziende problematiche vengono inserite nella lista nera. Circa la metà delle istituzioni finanziarie in questo rapporto pubblica una lista nera: quelle società coinvolte nella fabbricazione di armi così oltraggiose da essere tagliate fuori dall’universo degli investimenti.

L’identificazione delle politiche da includere in questo rapporto si basa sulle raccomandazioni dei pari e ulteriori informazioni sono sempre benvenute. Con una percentuale significativa di nuovo capitale che viene investito in fondi con forti criteri ambientali, sociali e di governance, insieme all’entrata in vigore del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari, si può stimare che le politiche atte ad escludere i produttori di armi nucleari continuerà a crescere.

Il settore finanziario ha sempre contemplato il rischio, perché senza un po’ di rischio c’è poco guadagno. Eppure, più di 100 istituzioni affermano pubblicamente che il business delle armi nucleari è troppo rischioso e non vale la pena premiarlo.”