“Chiediamo a tutte le autorità italiane (sia nazionali che locali di La Spezia) competenti in materia di esportazioni di materiali d’armamento e di munizionamento militare e civile di fare immediatamente chiarezza e al Parlamento di richiedere con urgenza tutte le informazioni necessarie sulla notizia del sequestro in Senegal di un carico di munizioni di produzione italiana”.
Lo scrivono in un comunicato congiunto la Rete Italiana Pace e Disarmo, l’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere e le Politiche di Sicurezza e Difesa (OPAL) e l’associazione Weapon Watch a seguito della notizia proveniente da Dakar relativa al sequestro da parte della Direzione Generale della Dogana senegalese di tre container contenenti munizioni di tipo militare prodotte dall’azienda Fiocchi di Lecco e del conseguente arresto del capitano della nave e dell’equipaggio. Secondo le prime informazioni il carico avrebbe un valore stimato di circa 5 milioni di euro ed era a bordo della nave-cargo Eolika, battente bandiera della Guyana, proveniente dal porto di La Spezia, da cui è salpata il 2 dicembre. Pur non essendo nota la tipologia di munizionamento, la produzione italiana sarebbe comprovata dalle immagini del sequestro che mostrano diversi scatoloni con il logo della Fiocchi.
“Chiediamo innanzitutto all’Agenzia delle Dogane di rendere noto se le munizioni ritrovate sulla nave-cargo Eolika siano state esportate dall’Italia sulla base della necessaria autorizzazione rilasciata dall’Autorità nazionale UAMA (Unità per le autorizzazioni materiali d’armamento) incardinata presso il Ministero degli Esteri. Chiediamo inoltre alla Capitaneria di Porto e all’Autorità Portuale della Spezia di rendere noto se il carico di munizioni sia stato imbarcato nel porto locale e se sia stata rilasciata tutta la documentazione richiesta della legge e siano stati effettuati tutti i controlli previsti”.
La nave-cargo Eolika era diretta nella Repubblica Dominicana, ma – da un’indagine dell’Osservatorio OPAL sulle Relazioni governative – non risultano negli anni dal 2018 a 2020 autorizzazioni all’esportazione di munizionamento militare dall’Italia per il paese centroamericano. Tuttavia le licenze potrebbero essere state rilasciate lo scorso anno e per questo è necessario che UAMA e l’Agenzia della Dogane facciano chiarezza.
“Sarebbe davvero molto grave – conclude la nota – se le varie autorità nazionali italiane e della Spezia non avessero provveduto ad ottemperare tutte le norme previste: ci troveremmo di fronte ad un traffico illecito di munizioni che vedrebbe implicata non solo una delle più note aziende italiane, ma le stesse autorità nazionali italiane”.