A proposito dell’attuale crisi “Ucraina” (più propriamente Russa-Usa-Nato in Ucraina) viene proposto spesso un parallelo con la Crisi dei Missili a Cuba dell’ottobre di 60 anni fa: il parallelo può senz’altro fornire molte considerazioni interessanti, e in qualche modo utili, ma richiede di assere approfondito al di là delle suggestioni.
Fra l’altro, la crisi di Cuba non è stata il solo riferimento interessante nell’attuale emergenza. È stata richiamata anche la vicenda precedente, pur se diversa (ma ogni vicenda storica ha le proprie specificità), della Finlandia che durante la Seconda guerra mondiale affrontò un durissimo scontro con l’allora Unione Sovietica, da cui uscì cedendo quella parte della Carelia che si trova «troppo» vicina a San Pietroburgo, ma riottenne la piena indipendenza in cambio della neutralità1: pur se nella situazione attuale la neutralità appare poco plausibile
Indubbiamente l’emergenza attuale ha aspetti molto diversi. L’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (che solo in Italia ci si ostina a denominare NATO! Letteralmente OTAN in tutti i paesi di lingua latina) esisteva nel 1962 (fu istituita nel 1949), ma aveva allora solo una funzione di barriera contro il comunismo, e corrispondentemente di vincolo di “fedeltà atlantica” agli Stati Uniti, mentre dopo il 1990 è stata trasformata in uno strumento degli Stati Uniti di assoluta subalternità alla propria politica, con la supina sottomissione militare/politica dell’Europa, peraltro divisa su tutto. Rimando alla mia recente sintesi, https://www.pressenza.com/it/2021/11/lalleanza-atlantica-nato-crimini-e-misfatti-sudditanza-e-complotti-abc-ad-uso-delle-i-giovani/.
È proprio la NATO/OTAN la vera testa d’ariete utilizzata dagli Stati Uniti, e subita dall’Europa, dopo il crollo dell’URSS. Non sto qui a riprendere la strategia dell’espansione a Est: rinvio al bellissimo articolo di Pino Arlacchi, “11 settembre e Stati Uniti: dal governo mondiale all’estorsione mafiosa”, L’Antidiplomatico, 15 settembre 2021, https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-pino_arlacchi__11_settembre_e_stati_uniti_dal_governo_mondiale_allestorsione_mafiosa/39602_43062/.
Ma, come è stato detto mi pare anche da Putin, quando è troppo è troppo! L’Ucraina è davvero una provocazione che Mosca non può in alcun modo accettare. Riprendendo per brevità le parole di Cassini sul Manifesto1: «L’Ucraina è la culla medievale del popolo dei Russo: è lì che nacque la nazione russa; non esiste una frontiera naturale che separi i due Stati, accomunati dalla stessa cultura, dalla stessa religione e da una lingua sorella. A ragione Dostoevskij definiva l’ucraino Gogol il padre della letteratura russa.» L’eventuale ingresso dell’Ucraina nella NATO/OTAN2 supererebbe senza dubbio un livello di guardia, che credo sia largamente sentito dall’intero popolo russo. Non possiamo non farcene carico, contro le logiche di potenza.
La Crisi dei Missili a Cuba: come andò veramente
Ma torniamo alla Crisi dei Missili a Cuba dell’ottobre di 60 anni fa per chiarire alcune cose: anche rispetto alle/i giovani che in larghissima parte credo non sappiano neanche di cosa si parli, né credo che qualcuno ne parli a scuola. Ne ho già trattato più di tre anni fa su Pressenza ma mi sembra opportuno riprendere gli elementi principali (https://www.pressenza.com/it/2018/10/il-27-ottobre-1962-vassili-arkhipov-salvo-il-mondo-dallolocausto-nucleare-21-anni-prima-di-stanislav-petrov/).
È importante premettere, per chi non lo ricordasse, che il rischio concreto di ricorso alle armi nucleari si era già presentato durante la Guerra di Corea del 1950-1953, nella quale il generale MacArthur avrebbe voluto lanciare una ventina di bombe atomiche, ma fortunatamente fu destituito dal Presidente Truman, che non era certo una “colomba”. Ma nel 1957 ci fu lo shock del lancio da parte dell’URSS del primo satellite artificiale, lo Sputnik, che incrinò il mito dell’invulnerabilità degli USA e rese quasi parossistico il timore che Mosca potesse effettuare un primo colpo nucleare. Partì infatti la corsa a realizzare missili nucleari, e nel 1957-58 sia gli USA, con l’Atlas, sia l’URSS, con l’R-7 (SS-6), realizzarono missili balistici in grado di colpire direttamente il territorio dell’avversario: ma l’URSS ne aveva solo una ventina con la gittata necessaria. In totale gli arsenali nucleari in quegli anni stavano crescendo vertiginosamente, l’URSS ne aveva quasi 1.000 e gli USA all’incirca 10.000.
La maggior parte sella storia ufficiale che io conosco racconta che nell’autunno del 1962 Mosca cominciò in segreto a portare e schierare missili con testata nucleare a Cuba, che dista pochissimo dal territorio degli Stati Uniti: finché il 14 ottobre un aereo spia americano U2 fotografò le prove che l’Unione Sovietica stava costruendo a Cuba delle rampe di lancio per missili nucleari. E cominciò la più grave crisi dall’inizio della Guerra Fredda: per tredici, interminabili, giorni URSS e USA si fronteggiarono, arrivando vicini alla guerra.
In realtà le cose andarono in maniera piuttosto diversa, e forse è un aspetto che ha una certa importanza anche per l’attuale crisi ucraina. La mossa che originò tutto fu la decisione degli Stati Uniti nel 1959 di schierare in gran segreto (insisto sul concetto perché è l’accusa che viene fatta a Mosca) missili Jupiter con testata nucleare in Turchia e in Italia, a Gioia del Colle in Puglia: come spiega Giorgio Nebbia (http://web.tiscalinet.it/casalepodererosa/univerde/03039900.htm), le trattative tra il governo italiano e quello americano sugli Jupiter “durarono a lungo (rigorosamente segrete) non certo per ottenere garanzie sulla sicurezza del popolo italiano, ma per cercare di spillare più quattrini dagli americani in cambio di questa nuova servitù militare”. Rinvio per approfondire, anche con dettagli molto significativi e poco conosciuti, all’accuratissimo Dossier “Puglia militarizzata” di PeaceLink, https://lists.peacelink.it/taranto/2002/09/msg00015.html.
Dunque – senza ovviamente che questo costituisca una giustificazione, ma la verità storica è importante – la mossa segreta di Mosca di schierare missili nucleari a Cuba fu in realtà una risposta alla minaccia degli Stati Uniti. Vi sono infatti a tale proposito altri particolari poco noti della Crisi dei Missili a Cuba. La prima è che nella frenetica trattativa per risolvere la crisi Mosca si impegnò a ritirare i missili già installati a Cuba, ma Kennedy si impegnò come contropartita a rimuovere i missili nucleari installati in Turchia e in Italia: cosa che fece qualche anno dopo allo scopo che non apparisse un cedimento.
La seconda è che l’ex ambasciatore a Mosca Llewellyn Thompson Jr., che conosceva bene Kruscěv, riuscì ad ottenere anche l’impegno di Washington di non invadere mai più Cuba come aveva tentato poco prima con il fallimentare Sbarco alla Baia dei Porci3.
Quanto alla segretezza ritengo interessante segnalare un fatto: solo nel 2012, 50 anni dopo, è stato rivelato che gli Stati Uniti nel 1951 avevano segretamente schierato missili nucleari anche in Giappone, ad Okinawa: cosa che Kruscěv sospettava apertamente, anche se la loro gittata poteva colpire parti della Cina ma non l’Unione Sovietica. In realtà i Kennedy Tapes4 hanno rivelato che queste cose erano ignote allo stesso Presidente Kennedy, eletto nel gennaio 1961, e gli furono esposte dai suoi consiglieri proprio quando scoppiò la crisi dei missili a Cuba5. In ogni caso, nel suo discorso televisivo del 22 ottobre 1962, una settimana dopo lo scoppio della crisi, Kennedy ebbe l’impudenza di affermare: “I nostri missili strategici non sono mai stati trasferiti al territorio di un’altra nazione sotto un manto di segretezza e inganno”.
Ieri e oggi
Rammento ancora un aspetto purtroppo poco conosciuto: in quel fatidico 27 ottobre del 1962 due ufficiali, uno sovietico e uno statunitense, indipendentemente uno dall’altro, si opposero e di fatto impedirono il lancio di missili nucleari che avrebbero veramente scatenato una devastante guerra nucleare! Rinvio alla mia ricostruzione: https://www.pressenza.com/it/2018/10/il-27-ottobre-1962-vassili-arkhipov-salvo-il-mondo-dallolocausto-nucleare-21-anni-prima-di-stanislav-petrov/.
Non è un dettaglio ma un aspetto importante che potrebbe costituire una differenza capitale qualora la crisi ucraina attuale dovesse malauguratamente precipitare: oggi il controllo delle armi nucleari è demandato a sistemi crescentemente automatizzati nell’illusione che la macchina sia infallibile ed eviti “errori umani”. Non ci sarebbero più ufficiali eroici a salvare il mondo dall’Apocalisse! Mentre l’automatizzazione, gli attacchi informatici sempre più raffinati, moltiplicano i rischi di reazioni incontrollate e incontrollabili. Anche su questo la memoria del passato dovrebbe guidare le scelte del futuro, e le popolazioni dovrebbero essere consapevoli e imporre scelte diverse: in primo luogo ovviamente l’unica scelta veramente sicura, l’abolizione delle armi nucleari.
Io sono un cultore convinto dell’importanza di coltivare la memoria storica, credo nella concezione della historia magistra, un popolo che perda la memoria non ha nessuna guida per il futuro: ma questa memoria necessita di essere interpretata con saggezza, non può essere una guida assoluta perché il passato non si ripete. È comunque utile e necessaria per capire da un lato i tranelli che sono costantemente in agguato, e dall’altro per capire quali soluzioni hanno avuto, o avrebbero potuto avere, certe situazioni che oggi sembrano ripresentarsi, in forme o con protagonisti moderni. Le situazioni della Finlandia, o di Cuba, non possono certo ripetersi ma hanno molto da insegnarci, se sapremo interpretarle.
1. Rimando per esempio all’articolo di Giuseppe Cassini sul Manifesto del 22 dicembre 2021: “Non la soluzione «georgiana» ma quella finlandese“.
2. Mi sembra estremamente importante un’osservazione che ho ricevuto da Alessandro Marescotti di PeaceLink confutando giustamente l’affermazione del segretario generale della NATO/OTAN Stoltenberg “Ogni Stato ha il diritto di decidere il proprio cammino e solo l’Ucraina può decidere quando aderire alla Nato. Gli alleati sono pronti a sostenere l’Ucraina per la sua adesione”. Rileva molto opportunamente Marescotti che non è vero che una nazione può decidere di aderire alla Nato quando vuole: l’articolo 10 del trattato Nato stabilisce che l’inclusione di una nazione nella Nato richiede l’approvazione unanime delle altre nazioni che oggi appartengono all’Alleanza.
3. Sul tentativo di invasione alla Baia dei Porci ho scritto nel sessantesimo anniversario: https://www.pressenza.com/it/2021/04/60-anni-fa-il-popolo-cubano-umilio-il-tentativo-di-invasione-alla-baia-dei-porci/.
4. E. May e P. D. Zelikow., The Kennedy Tapes: Inside the White House During the Cuban Missile Crisis, Cambridge, Belknap, 1997.
5. Molti particolari interessanti e poco noti sono riassunti nell’articolo molto ben fatto, in inglese, di M. Ray, Arkhipov Day: Celebrate the Man Who Saved the World, Telesur, 25 ottobre 2014, https://www.telesurtv.net/english/opinion/Arkhipov-Day-Celebrate-the-Man-Who-Saved-the-World-20141025-0018.html.