Cosa serve davvero a questo quartiere? L’ennesimo supermercato o spazi dove studiare e fare socialità?
Con una rapida ricerca su Google Maps, si può subito notare come in zona San Paolo a Torino ci siano decine di supermercati, una sola aula studio e neppure una biblioteca.
Nonostante questa grave disparità nell’offerta dei servizi alla comunità, soprattutto a quella più giovane, il Comune di Torino ha scelto ancora una volta la via della privatizzazione, cedendo uno degli ultimi prati vergini della città ad un’azienda privata che ci costruirà l’ennesimo supermercato.
Il progetto Esselunga metterà in crisi un intero circuito di piccoli commercianti: si stima infatti che la costruzione di un ipermercato causi la chiusura di circa 60 piccole attività commerciali di vicinato.
Pensavamo quindi fosse doveroso opporsi a questo progetto, emblematico delle politiche di speculazione, e non restare in silenzio davanti all’ennesima colata di cemento.
Ieri infatti avrebbe dovuto tenersi una passeggiata informativa in quartiere con partenza dall’Associanzione culturale Comala, ma fin da subito i reparti della celere hanno bloccato il corteo con spinte e manganellate. Abbiamo trovato davanti a noi una militarizzazione del quartiere assurda e sconsiderata. La celere ha chiuso e sequestrato per ore i manifestanti e chi si trovava all’interno dell’aula studio in una via stretta, chiusa in testa e coda da due loro squadre e senza vie di fuga, mentre continue cariche ammassavano le persone creando così una situazione molto pericolosa.
Con determinazione e coraggio il corteo si é ripreso la possibilità di passeggiare in quartiere anche se per pochi metri, nonostante la celere continuasse a manganellare chiunque si muovesse o parlasse al megafono.
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